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Il ‘Trattato del Quirinale’ al quale starebbero lavorando congiuntamente il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron, avente l’intento di rafforzare la cooperazione bilaterale tra Italia e Francia, rappresenta una umiliazione che il nostro premier fa subire all’Italia da parte dei cugini d’oltralpe. Qual è il motivo per cui il tanto europeista Macron, il giovane politico che ha vinto le ultime elezioni francesi presentandosi con il chiaro intento di voler riformare l’Unione Europea in una rafforzata cooperazione multilaterale, desidera ora così tanto stipulare un trattato bilaterale con l’Italia, appena prima di saldare un patto di ferro con la Germania per decidere i destini dell’Europa?

Il sospetto che ci viene è che il presidente francese da una parte voglia riformare l’Europa, sfruttando la sua partnership di ferro con Berlino, e dall’altra portare a casa vantaggi enormi per la sua Francia, sfruttando l’attuale debolezza contrattuale di Roma. Questo improvviso ritorno di fiamma con il nostro Paese, culminato con l’elogio fatto da Macron a Gentiloni, non è affatto credibile ed ha tutta l’aria di un grande tranello teso al nostro Primo Ministro per convincerlo a firmare un trattato chiaramente vantaggioso per la sola Francia.

Abbiamo già avuto più che una riprova del fatto che del presidente Macron non c’è da fidarsi. Non ci siamo scordati, infatti, del caso riguardante l’acquisto dei cantieri navali di Saint-Nazaire da parte di Fincantieri, con il governo francese che, in barba alle normative europee e alle regole di mercato, ha messo i bastoni tra le ruote ad una trattativa già conclusa, rifiutandosi di concedere il controllo dei cantieri alla multinazionale italiana. Una vicenda che sfiorò lo scontro diplomatico e che finì sui tavoli di Bruxelles, bollata come una ‘vergogna’ anche dalla stampa finanziaria anglosassone. Fu lo stesso Macron a rimettere in discussione il precedente accordo stipulato dal suo predecessore Francois Hollande, al fine di ‘garantire la tutela dei posti di lavoro, ma anche la sovranità della compagnia’, dopo aver raccolto ‘le preoccupazioni dei lavoratori’ e affidando al suo ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, il compito di ‘negoziare per individuare un nuovo assetto azionario’, culminato poi con la proposta di offrire a Fincantieri soltanto il 50% del pacchetto azionario contro il 66,6% che il precedente accordo stabiliva.

Così come non ci siamo dimenticati di come la Francia abbia votato per Amsterdam come nuova sede dell’European Medical Agency, che avrebbe dovuto finire a Milano come logica voleva, mentre lei, grazie agli accordi sottobanco fatti con gli altri paesi europei, riusciva a garantirsi la nuova sede dell’European Banking Agency a Parigi, in cambio, si era fatto credere, di sostenere la candidatura dell’ingenuo ministro dell’economia Pier Carlo Padoan alla guida dell’Eurogruppo. Sappiamo tutti come anche questa vicenda è andata a finire.

(Articolo pubblicato su Free news online)

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