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L’antimicrobico resistenza (Amr) è stata definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come “una pandemia silente”. Le cifre sono allarmanti: in Europa, si contano 35mila morti ogni anno, 11mila dei quali in Italia, che detiene il primato negativo nel continente. A livello globale, l’Amr è responsabile di 1,2 milioni di decessi diretti e contribuisce a oltre 4,9 milioni di morti. Questi i dati, ormai noti, ma ripresi in occasione dell’appuntamento “La campagna diagnostica e prevenzione: risultati e prospettive. Il percorso di collaborazione tra istituzioni e imprese, dai dati alle azioni”, tenuto oggi al Cnel, che ha preso parte attiva al dibattito. “Le malattie che oggi consideriamo banali rischiano di tornare fatali”, ha avvertito Guido Rasi, consulente del ministro della Salute, Orazio Schillaci. “E mentre il Covid ha causato sette milioni di morti in un anno, i batteri hanno fatto il triplo delle vittime, metà delle quali a causa della resistenza antimicrobica”.

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

A questo quadro drammatico si aggiunge la mancanza di nuove terapie. Negli ultimi anni, sono stati approvati solo dodici nuovi antibiotici, di cui dieci appartenenti a classi già esistenti, con scarsa innovazione. “Siamo nel momento peggiore,” ha proseguito Rasi, “con un fenomeno di resistenza che accelera e una pipeline farmaceutica praticamente vuota”, Un problema amplificato dall’uso inappropriato degli antibiotici: “Se si tratta di un virus, l’antibiotico non serve, ma non tutti lo sanno”, ha osservato Rasi. Proprio il padrone di casa, Renato Brunetta, ha sottolineato come questa crisi sia anche il riflesso di una profonda lacuna culturale: “Ci mancano completamente competenze e conoscenze culturali e formative basilari della salute. Abbiamo bisogno di formazione in ogni grado di istruzione, dalle scuole elementari all’università, perché senza consapevolezza è impossibile prevenire”.

PREVENZIONE E STEWARDSHIP

La soluzione all’Amr, però, non può limitarsi allo sviluppo nuovi farmaci. Questi, infatti, sono cruciali, ma da soli non bastano. Bisogna includere la prevenzione e un uso responsabile delle risorse esistenti. “Un euro investito in prevenzione genera ritorni straordinari, riducendo ospedalizzazioni e migliorando le prospettive di vita”, ha affermato Ugo Cappellacci. Il presidente della commissione Affari sociali ha poi ribadito l’importanza della stewardship antibiotica: “Non possiamo fermare l’Amr, ma possiamo governarla attraverso diagnosi tempestive e percorsi di cura appropriati”.

DIAGNOSTICA AVANZATA

La diagnostica avanzata è al centro di questa strategia. “Oggi abbiamo strumenti in grado di distinguere tra infezioni batteriche e virali, riducendo le prescrizioni inappropriate”, ha spiegato il presidente di Amcli, Pierangelo Clerici, sottolineando come “le infezioni ospedaliere da sole costino due miliardi di euro l’anno al Servizio sanitario nazionale”. Giorgio Ghignoni, direttore scientifico di Diasorin, ha aggiunto che “il 70% delle decisioni mediche si basa sui risultati dei test diagnostici, ma serve un impegno maggiore per garantire equità nell’accesso a queste tecnologie, soprattutto a livello territoriale”. “Abbiamo bisogno di soluzioni innovative” ha aggiunto Ghignoni, ma anche aggiunto che “servono anche finanziamenti adeguati per garantire che queste tecnologie siano accessibili a tutti”.

DOSSIER TUBERCOLOSI

Con oltre 10,8 milioni di nuovi casi ogni anno e 1,3 milioni di decessi, la tubercolosi rappresenta una sfida significativa anche in Italia. Sebbene i numeri siano relativamente bassi – circa 2.600 casi l’anno – la malattia rappresenta un cluster che non può essere trascurato, soprattutto tra determinate fasce di popolazione più a rischio. “Abbiamo bisogno di dati nazionali più precisi per comprendere le dinamiche di trasmissione”, ha dichiarato Anna Teresa Palamara, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Iss, sottolineando che “queste informazioni sono cruciali per disegnare strategie di prevenzione adeguate”. Un aspetto particolarmente critico è la tubercolosi resistente ai farmaci (Mdr-Tb), che interessa circa 500mila persone nel mondo”. “La Mdr-Tb è difficile da diagnosticare e i trattamenti sono lunghi e gravati da effetti collaterali”, ha spiegato Daniela Cirillo, immunologa e infettivologa del San Raffaele di Milano.

PREVENZIONE E VACCINI

La prevenzione rimane l’arma più efficace contro la tubercolosi. Paolo Durando, direttore del dipartimento di Scienze della salute dell’Università di Genova, ha sottolineato l’importanza della diagnosi precoce: “Spesso i pazienti restano non diagnosticati per settimane, diffondendo la malattia. È essenziale formare i medici a identificare tempestivamente i casi sospetti”. Anche la sorveglianza è fondamentale: “Dobbiamo monitorare e tracciare i pattern di resistenza”, ha aggiunto Guido Rasi, invitando all’adozione di “misure di contenimento immediate in caso di focolai”.

LOTTA CONTRO AMR E TB

A supporto delle azioni strategiche necessarie per affrontare Amr e Tb, il documento “In-vitro diagnostics, vaccines and new antimicrobials: an integrated strategy to challenge antimicrobial resistance” rappresenta un contributo fondamentale. Sviluppato in collaborazione con Diasorin, Assobiotec, CittadinanzaAttiva e Amcli, il documento traccia una roadmap per affrontare l’Amr attraverso un approccio integrato.
Il testo sottolinea tre pilastri chiave: la diagnostica avanzata, che consente diagnosi rapide e precise per ottimizzare l’uso degli antibiotici; i vaccini, fondamentali per ridurre l’incidenza di infezioni e limitare la necessità di trattamenti antibiotici; e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, supportato da incentivi economici e politiche innovative. “Ogni euro investito in prevenzione e innovazione diagnostica si traduce in risparmi significativi per il sistema sanitario e in vite salvate,” si legge nel documento, che rappresenta anche una guida per istituzioni e stakeholder per migliorare l’accesso alle tecnologie e garantire una governance efficace.
Il documento evidenzia inoltre la necessità di un impegno congiunto tra pubblico e privato per promuovere la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale e affrontare la sfida globale rappresentata dall’Amr e dalla Tb con strategie integrate e visione di lungo termine.

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