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Due riforme, parecchi istituti salvati e una commissione d’inchiesta che ha portato alla luce alcuni problemi, primo fra tutti quello della Vigilanza. Pier Paolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia con delega alle banche, fa un bilancio di quanto accaduto nel settore durante la legislatura che volge al termine. Ne emerge un quadro “oggettivamente positivo, non è un’opinione politica” dice a Formiche.net e spiega: “Rivendico che in questi anni sono state fatte due riforme nel settore, quella delle popolari e quella delle Bcc, e che siamo intervenuti per il salvataggio di Montepaschi e per quello di Popolare Vicenza e Veneto Banca impedendo situazioni di fallimento e di panico. Abbiamo adoperato due modalità diverse ma abbiamo sempre evitato il bail in”. Baretta ricorda poi i quattro istituti dell’Italia centrale (Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara) le cui good bank sono finite a Ubi (le prime tre) e a Bper (la Nuova Carife).

“Anche grazie agli stress test era emerso che alcune banche erano in una situazione positiva, come Unicredit e Intesa Sanpaolo, alcune invece erano in difficoltà e lì abbiamo agito. Abbiamo approfittato del miglioramento della situazione economica internazionale – prosegue il parlamentare del Pd – per uscire dalla strettoia in cui si trovava il nostro sistema bancario. A questo punto le riforme stando dando i loro frutti. E’ stato un lavoraccio, faticoso, anche controcorrente per alcuni aspetti”.

Sulle fronte della riforma delle popolari rimane però in sospeso la condizione di Popolare di Sondrio e Popolare di Bari, le uniche due che non si sono ancora trasformate in società per azioni e che hanno fatto ricorso contro il provvedimento del governo Renzi. “Aspettiamo che si pronunci la Corte Costituzionale (il prossimo 20 marzo, ndr) per avere una conclusione dello scenario e prendere le deliberazioni conseguenti”. Proprio sulla riforma delle popolari si è riaccesa ieri la polemica per una telefonata tra Carlo De Benedetti e l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Che fosse in arrivo un intervento di legge sulle popolari lo si sapeva – rileva il sottosegretario -. Renzi stesso lo aveva annunciato, se non ricordo male addirittura negli organismi del Pd. Mi sembra francamente una polemica priva di fondamento”.

Sul finire della legislatura c’è stata poi l’attività della commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario presieduta da Pierferdinando Casini. “Criticata e considerata un bluff all’inizio da alcuni, la commissione ha invece affrontato una serie di problemi e ha dato vita a un dibattito molto interessante – commenta Baretta -. Siamo ora in attesa della relazione finale. Intanto è sicuramente emerso il problema, oggettivo, di riformare la Vigilanza e dunque ai legislatori che verranno sarà affidato questo compito”.

Per quanto attiene alle due ex venete, procede il processo di acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo. “Su questo argomento bisogna considerare tre aspetti – chiarisce il sottosegretario -. Uno riguarda i rapporti fra i tre istituti, in cui il governo non entra direttamente; il secondo riguarda il decreto per la Sga (la Società di gestione degli attivi, di proprietà del Mef, incaricata di gestire il recupero degli Npl e la vendita degli attivi liquidati, ndr) in cui si definirà il trasferimento dei crediti deteriorati nel veicolo e il terzo il fondo per il rimborso degli ex azionisti e obbligazionisti che è stato inserito nella legge di Bilancio”. Sul fronte della Sga, prosegue, “stiamo accelerando perché si completi il processo visto che la due diligence è finita. Gli Npl e il pacchetto di crediti delle due ex venete che Intesa Sanpaolo intende restituire verranno trasferiti nel veicolo e il decreto consentirà alla Sga – che non ha la licenza bancaria – di operare e di poter utilizzare competenze del territorio che la assistano nell’azione di recupero degli Npl”.

Parlando del fondo, l’esponente di governo ricorda che “la legge di Bilancio ha raddoppiato la dotazione, portandola da 50 a 100 milioni di euro, e ha stabilito che oltre al giudice ci sia pure un arbitro ossia l’Anac. In sospeso ci sono dunque due decreti, uno per l’avvio della Sga e uno per il fondo. In quest’ultimo caso la manovra ha deciso che ci siano 90 giorni a disposizione per il decreto applicativo ma speriamo di concludere prima. Il 19 gennaio prossimo ci sarà il primo incontro con le associazioni dei risparmiatori. Non nego – commenta Baretta – che mi sarei augurato che tutto questo processo fosse un po’ più veloce…”.
Di sicuro però il sottosegretario è soddisfatto dell’attenzione posta dal governo al “tema più preoccupante di questi anni”. “Il fondo è una risposta al problema attuale di ripristinare la fiducia nei rapporti tra banche e cittadini. Dobbiamo lavorare in tal senso perché sia chiaro: da questa crisi ne escono tutti in modo diverso, banche comprese”.

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Banche, ora necessario riformare la Vigilanza. Parla il sottosegretario Baretta

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