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Durante il fine settimana si sono registrati nuovi picchi di tensione in Georgia. In concomitanza con le elezioni locali (boicottate da gran parte delle opposizioni), massicce proteste si sono svolte nella capitale georgiana, proteste culminate con un tentativo di assalto al palazzo presidenziale bloccato dalle forze dell’ordine, che hanno utilizzato idranti e spray al peperoncino per disperdere i manifestanti. In totale, cinque persone sarebbero state arrestate. Il governo ha dichiarato che 21 agenti di polizia e sei manifestanti sono stati trasportati in ospedale con ferite.

Anche per via del boicottaggio promosso da buona parte (anche se non da tutte) le forze d’opposizione, il risultato delle consultazioni era abbastanza prevedibile. Con quasi il 75% dei seggi scrutinati, la commissione elettorale centrale ha dichiarato che Sogno Georgiano ha ottenuto la maggioranza nei consigli comunali di ogni comune, con oltre l’80% dei voti. I candidati del partito al potere hanno ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni per la carica di sindaco in tutte le città, ha affermato la commissione.

Secondo Amnesty International le elezioni si sono svolte “in un clima di severe rappresaglie politiche contro esponenti dell’opposizione e della società civile […] Con i leader dell’opposizione in carcere e le organizzazioni della società civile sotto attacco […] i diritti dei cittadini alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica vengono calpestati”.

“Tutte le persone coinvolte in questo atto violento saranno perseguite penalmente”, ha dichiarato il primo ministro Irakli Kobakhidze ai giornalisti, aggiungendo che il governo ha sventato un “tentativo di colpo di Stato pianificato dai servizi segreti stranieri”. Kobakhidze ha anche accusato i funzionari dell’Unione Europea di sostenere un “tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale” e ha esortato l’ambasciatore dell’Unione a condannare i disordini, affermando che anche lui ha una parte di responsabilità.

Da parte sua, Bruxelles ha chiesto al governo di “rispettare pienamente i diritti dei cittadini alla libertà di riunione e di espressione”, sottolineando la necessità di “un dialogo costruttivo e inclusivo che coinvolga tutte le forze politiche e la società civile”, e invitando tutte le parti a evitare la violenza. Allo stesso tempo l’Ue, attraverso alcuni die suoi più alti rappresentanti, ha respinto con fermezza con fermezza ogni accusa nei suoi confronti e ha condannato gli attacchi personali contro l’ambasciatore europeo a Tbilisi.

In una dichiarazione congiunta, l’Alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas e la Commissaria per l’Allargamento Marta Kos hanno denunciato il clima politico sempre più repressivo: “Mesi di perquisizioni nei confronti dei media indipendenti, leggi mirate contro la società civile, incarcerazioni di oppositori e attivisti e modifiche al codice elettorale a vantaggio del partito di governo hanno ridotto drasticamente la possibilità di svolgere elezioni competitive. Gran parte dell’opposizione ha boicottato il voto e l’affluenza è stata relativamente bassa”.

Bruxelles ha inoltre criticato la decisione delle autorità georgiane di non invitare per tempo osservatori internazionali, in particolare dell’Osce/Odihr, compromettendo così la trasparenza del processo elettorale.

Elezioni locali sotto tensione in Georgia. Bruxelles condanna la repressione

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