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Su 10 kWh consumati per uso elettrico, per scaldarsi o per muoversi, quasi 2 arrivano dalle fonti rinnovabili. Un’alternativa che consente di evitare 73 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Sono alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto statistico che il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha presentato oggi a Roma. Anche nel 2016, ha sottolineato il Gse, l’Italia si conferma – e lo fa per il terzo anno consecutivo – in linea con gli obiettivi europei al 2020: il 17,35% dei consumi complessivi di energia nei settori elettrico, termico e dei trasporti è coperto da fonti rinnovabili. “Gli obiettivi al 2020 sono assolutamente consolidati e sono state scongiurate tutte le paure, che alcuni avevano, di non raggiungerli” ha detto durante la conferenza stampa il presidente del Gse, Francesco Sperandini. Per quanto riguarda la produzione elettrica nazionale, la percentuale coperta dalle rinnovabili è arrivata al 37,3%, grazie agli oltre 742mila impianti in esercizio nel nostro Paese, per una potenza installata di 52,3 GW e una produzione di energia rinnovabile di 108 TWh.

SETTORE ELETTRICO

L’idroelettrico è ancora una volta la fonte rinnovabile più rilevante e copre da solo il 39% della generazione elettrica da rinnovabili. Seguono il fotovoltaico (20%), le bioenergie (18%), l’eolico (16%) – che si attesta come la rinnovabile più in crescita rispetto al 2015 – e il geotermico (6%). Per quanto riguarda il fotovoltaico, che al momento non gode di incentivi, Sperandini ha affermato che il Gse vuole che sia intensificato, in linea con gli auspici dei ministri Calenda e Galletti. A tal fine ha anticipato alla stampa che verrà lanciata una campagna per arrivare, entro il 2030, a produrre 70 TWh grazie al fotovoltaico.

SETTORE TERMICO

Nel settore termico il 19% circa dei consumi energetici proviene da fonti rinnovabili, con la biomassa solida (utilizzata soprattutto nel settore domestico in forma di legna da ardere e pellet) che da sola ha coperto circa il 70% dei consumi termici rinnovabili, cui segue il contributo fornito dalle pompe di calore (25%).

SETTORE TRASPORTI

Nel settore trasporti lo scorso anno sono stati immessi in consumo circa 1,2 milioni di tonnellate di biocarburanti, in larghissima parte costituiti da biodiesel. La corrispondente quota di rinnovabili, calcolata secondo i criteri previsti a livello comunitario, risulta del 7,2%, in crescita rispetto al 2015, a fronte di un obiettivo nazionale al 2020 pari al 10%.

IMPATTI ECONOMICI E OCCUPAZIONALI

Nel 2016 nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono stati investiti circa 1,8 miliardi di euro in nuovi impianti, in particolare nel settore fotovoltaico (circa 615 mln) e in quello eolico (circa 490 mln), che hanno attivato un’occupazione “temporanea” per oltre 16.300 lavoratori, tra diretti e indiretti, che vanno a sommarsi agli oltre 39.500 permanenti. Di questi la maggior parte è relativa alle filiere idroelettrica e fotovoltaica (circa il 30% in ogni settore), seguite dagli ambiti del biogas e dell’eolico. Il nuovo valore aggiunto generato dalle fonti rinnovabili nel settore elettrico nel 2016 è stato complessivamente di oltre 3 miliardi di euro.

Nel settore termico, invece, il Gse stima che sono stati assunti oltre 30mila nuovi lavoratori temporanei grazie ai nuovi investimenti (circa 3 miliardi di euro, di cui 2 miliardi destinati alle pompe di calore), ai quali si aggiungono i 34mila lavoratori attivi nella gestione e nella manutenzione permanente degli impianti in esercizio, di cui il 60% relativi alla filiera delle stufe e termocamini a legna e il 30% in quella delle pompe di calore. Il nuovo valore aggiunto generato dalle fonti rinnovabili nel settore termico ha superato nel 2016 oltre 5 miliardi di euro.

Infine, l’efficienza energetica – tra incentivi (Conto Termico e Certificati Bianchi) e detrazioni fiscali – ha dato lavoro a oltre 50 mila persone. Le politiche di promozione pubbliche inoltre hanno comportato investimenti per circa 4,1 miliardi e un valore aggiunto di 2,8 miliardi.

EMISSIONI EVITATE

Altri dati illustrati dal Gse riguardano le emissioni. La diffusione delle fonti rinnovabili nel settore elettrico, termico e trasporti, che consente di soddisfare consumi altrimenti coperti da fonti fossili, ha consentito negli anni di evitare una quota crescente di emissioni di gas che alterano il clima: da 47 milioni di tonnellate di CO2 equivalente evitate nel 2009 (56 milioni di tonnellate considerando l’intero ciclo di vita delle risorse energetiche) si è passati a 73 milioni nel 2016 (87 milioni con l’approccio del ciclo di vita). Il 72% delle emissioni evitate è riconducibile alle fonti rinnovabili impiegate nel settore dell’elettricità.

NUOVO SITO INTERNET GSE

Alla conferenza stampa è stato anche presentato il nuovo sito internet del Gse che da oggi è accessibile e adattabile da qualsiasi device e prevedrà percorsi dedicati ai diversi target (cittadini, imprese, pubblica amministrazione). Sarà dunque non solo il principale punto di accesso per conoscere i servizi del Gestore ma consentirà pure di rimanere aggiornati sull’evoluzione del sistema energetico e sugli eventi di settore. Inoltre sul sito si parlerà dei programmi di innovazione ed education promossi da Gse e verranno raccontati i progetti di chi ha intrapreso con successo il proprio percorso della sostenibilità.

Rinnovabili, i consumi in Italia in linea con gli obiettivi europei. Il Rapporto Gse

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