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Torna a crescere, in Italia, la produzione nazionale di rifiuti urbani nel 2016, dopo cinque anni di progressiva riduzione. Il dato è in linea con l’andamento degli indicatori socio-economici, sia nella spesa per i consumi, sia del Pil. Raddoppia anche, negli ultimi dieci anni, la raccolta differenzia: dal 26% del 2006 si è passati al 52,5% nel 2016 (+5% rispetto al 2015). Gli imballaggi (carta e vetro in testa, rispettivamente con il 20,3% e  l’11,7%) sono i più raccolti (46,4%), seguiti dalla frazione organica al 41,2%. Diminuiscono le discariche: 15 in meno rispetto all’anno precedente.

Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) giunto alla 19° edizione e presentato oggi al ministero dell’Ambiente. Il Rapporto  fornisce ogni anno la fotografia aggiornata sui rifiuti nel nostro Paese: produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani a livello nazionale regionale e provinciale.

Il Veneto si conferma la regione con la più alta percentuale di raccolta differenziata (73%), seguito dal Trentino Alto Adige con il 70,5%, dalla Lombardia con il 68% e dal Friuli Venezia Giulia con il 67%.  Conferma per Treviso  come  provincia più virtuosa (88%), seguita da Mantova (86,4%), Pordenone (82,3) e Belluno (80,4%). Intorno al 75% di raccolta  si collocano le province di Cremona, Vicenza , Varese, Trento e Parma. Agli ultimi posti troviamo tre province della Sicilia: Siracusa (9,3%), Palermo (10,4%) ed Enna (11%).

“Oggi possiamo rivendicare con orgoglio – ha scritto nel messaggio inviato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – il raddoppio della raccolta differenziata n 10 anni e verificare come stia scendendo la percentuale dei conferimenti in discarica. I progressi fatti ci avvicinano ai target europei che alcune aree del Paese hanno raggiunto e superato, mentre altre zone arrancano. La gestione corretta ed efficiente dei rifiuti è una delle colonne su cui costruire l’economia circolare che il nostro Paese, insieme all’Europa, ha scelto come modello di sviluppo per il futuro”.

In Italia, oggi, si producono oltre 30 milioni di rifiuti urbani, con un aumento del 2% (circa 590 mila tonnellate) rispetto all’anno precedente e in controtendenza rispetto alla diminuzione riscontrata nel quinquennio 2011-2015.  Nel dettaglio, il Nord, con 14,2 milioni di tonnellate, registra il maggior aumento percentuale (+3,2%); al Centro con 6,6 milioni di tonnellate e al Sud con 9,4 milioni di tonnellate, gli incrementi sono più contenuti (rispettivamente +0,9% e +1,1%). Le regioni con i maggiori aumenti della produzione di rifiuti urbani sono il Veneto (+9%) e il Trentino Alto Adige (+4,5%); solo in tre regioni si registra una diminuzione: Liguria (-3,1%), Molise e Calabria (-1,2%).

Per quanto riguarda la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi, i dati di riciclo e di recupero fanno ben sperare anche rispetto ai futuri obiettivi che l’Unione Europea si sta apprestando a varare con le nuove direttive comprese nel pacchetto sull’Economia Circolare. Nel 2016 il recupero degli imballaggi ha raggiunto il 67% dell’immesso al consumo, pari a oltre 8 milioni di tonnellate recuperate. Lo strumento che ha permesso di raggiungere questi risultati è stato l’Accordo tra Anci (l’Associazione dei Comuni Italiani) e i Conai (il Consorzio Nazionale Imballaggi):  incremento della raccolta differenziata di qualità e maggiori trasferimenti ai Comuni da parte del sistema Conai/Consorzi; nel 2016 quasi 450 milioni di euro a fronte del ritiro  degli imballaggi raccolti in maniera differenziata.

“L’Italia è tra i migliori Paesi dell’Unione Europea per il riciclo – ha detto il Presidente del Conai Giorgio Quagliuolo –. Dobbiamo lavorare nelle aree in ritardo per incrementare la raccolta differenziata così da poter raggiungere i nuovi obiettivi. Fondamentale è la volontà degli amministratori locali: a Bari si è arrivati all’80% di raccolta differenziata”.

Nonostante nell’ultimo anno si sia riscontrata una diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica (-5%), sono ancora 134 le discariche in funzione. Purtroppo non tutte le regioni sono dotate delle necessarie infrastrutture di trattamento dei rifiuti, specie di quelle deputate al riciclo delle frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata. Il risultato è che si assiste, in molti caasi, al trasferimento dei rifiuti raccolti o in altre regioni sen non addirittura all’estero. Superano  433 mila tonnellate i rifiuti esportati: l’Austria e l’Ungheria i Paesi più frequentati, rispettivamente con il 35 e il 22,7%. Sono poco più di 200mila tonnellate i rifiuti importati, soprattutto dalla Svizzera, la metà dei quali è costituita da rifiuti di imballaggi in vetro destinati ad impianti di recupero del vetro situati in Lombardia.

Rapporto Ispra sui rifiuti: numeri, tendenze e prospettive

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