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Uno dei nuovi temi della campagna elettorale è il Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro che la riforma costituzionale allestita dal governo Renzi avrebbe voluto sopprimere. Come è noto, nella campagna referendaria ha vinto il “no” ed il CNEL è operativo come prima. L’attuale Consigliatura è in “prorogatio” dalla estate 2015 ed è monca poiché numerosi Consiglieri hanno dato le dimissioni quando la legge di bilancio per il 2015 ha eliminato sia l’indennità di funzione (25.000 euro l’anno lordi) sia le spese di trasferta, creando un vero e proprio onere per i Consiglieri non residenti a Roma. Di 64 Consiglieri ne sono rimasti poco più di una ventina. In aggiunta, dirigenti e funzionari del Cnel che sono andati in pensione o che hanno trovato un’altra collocazione, non sono stati sostituiti, riducendo così anche il personale dell’organo.

Alcuni mesi fa, l’ex Ministro Tiziano Treu è stato nominato presidente e sono iniziate le procedure per ricostituire l’organo. Si tratta di procedure complesse che sono andate per le lunghe anche e soprattutto in quanto la composizione sia della rappresentanza sindacale sia dell’associazionismo datoriale è cambiata negli ultimi anni. Nuove sigle sia sindacali sia datoriali hanno acquistato peso e chiedono di essere rappresentate al Cnel. Ad una proposta di nomine delineata all’inizio dell’inverno, i nuovi “entranti” del mondo del lavoro, dell’industria, del commercio e del volontariato hanno risposto con una ventina di ricorsi. Sciolte le Camere, sia il centro-destra sia il Movimento 5 stelle hanno fatto presente che una ricostituzione dell’organo (con una sessantina di nomine) prima delle elezioni sarebbe stata letta come una misura autoritaria inopportuna e probabilmente incostituzionale in quanto fatta da un Governo in carica per l’ordinaria amministrazione.

A Villa Lubin, sede del Cnel, è giunta voce che i ricorsi starebbero per essere respinti in blocco dalla Presidenza del Consiglio e che la bordata di nomine sarebbe imminente, forse al prossimo Consiglio dei Ministri. Inoltre, starebbe per arrivare un nuovo Segretario Generale , nonostante quello in carica sia stato insediato appena due settimane fa.

Le cinghie di trasmissione tra quel che resta del Cnel e la politica hanno informato immediatamente le opposizioni, i cui leader sono pronti a mettere l’argomento tra quelli della campagna elettorale. Anche in quanto più di un giurista consultato considera la mossa, se effettuata, incostituzionale. È possibile che il Governo Gentiloni soprassieda in quanto, a torto od a ragione, la mossa potrebbe danneggiare il PD in una fase in cui i pronostici dei sondaggi non sono affatto rosei per “il Nazareno”.

Il Cnel entra in campagna elettorale

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