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Sarà un’estate di meditazione quella di Pierluigi Bersani. L’ex segretario del Pd non è in una posizione facile. La scissione è stata per lui, come per gli altri dell’ex minoranza dem, una grande liberazione. Dopo un paio d’anni passati in apnea in un partito che non consideravano più il loro. Ora, però, con il passare dei mesi, sta venendo al pettine quanto quella scelta sia stata un errore. Perché Mdp-Articoli 1 è destinato ad autoghettizzarsi a sinistra. I sondaggi non sono confortanti: se va male il 3%, se va bene il 5%. Significa rientrare in Parlamento a ranghi ridottissimi. E poi per fare cosa? La conventio ad excludendum nei confronti di Matteo Renzi (“mai alleati di un Pd a guida renziana”) pone grossi limiti alla compagine bersanian-dalemiana. Che potrebbe rientrare in una coalizione governativa solo all’interno di un’alleanza di centrosinistra, con un premier che non sia Renzi. Una sorta di Gentiloni bis, dunque. Tutto molto complicato. Troppo. Come complicata è la prospettiva di un’alternativa di sinistra al Pd, insieme a Sinistra italiana e altre piccole formazioni. Un cartello di sinistra è certamente possibile metterlo in campo, ma per fare cosa? Con che sbocchi? Con quale possibilità di incidere nella vita del Paese?

Il limite di questa formazione è che a molti non appaiono chiari né i motivi della scissione, né gli obiettivi futuri. Alla fine, quello che traspare è un atteggiamento piuttosto infantile: siccome non posso giocare centravanti, torno a casa e mi porto via il pallone. E la sensazione è di un movimento politico a tempo, nato per avere un posto dove stare in attesa che il renzismo si eclissi da solo. Per poi magari rientrare nel Pd de-renzizzato.

Da troppo tempo nella stanza dei bottoni, Bersani & Co. avevano forse dimenticato come si fa una battaglia politica all’interno di un partito da una posizione di minoranza. Per questo motivo sono molto più credibili Cuperlo & Orlando di Bersani & D’Alema. A rimetterci sarà forse Roberto Speranza, che qualche dote da trascinatore, da leader, sembra averla.

Lettura consigliata: I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij

MATTEO SALVINI

Un tipo da spiaggia in salsa padana. Ogni estate Matteo Salvini ci mostra le sue scorribande in giro per la riviera romagnola, per la Padania e per le Dolomiti. Quest’anno non fa eccezione: in questa prima parte di estate 2017 (condita dai gossip sentimentali con Elisa Isoardi) lo abbiamo visto più volte immortalato in spiaggia, per lo più a Milano Marittima (ma cambiare mare mai?). L’immagine estiva del leader della Lega è paradigmatica del suo essere sempre uguale a se stesso. Stessi argomenti, stessi toni da battaglia, stessi atteggiamenti, mai un dubbio, un’autocritica. Insomma, pure Renzi ha ammesso, a modo suo, di aver toppato qualcosa nella sua vita politica. Salvini mai. Ed è questo forse il suo problema. Tanto da far arrivare il Foglio a scrivere che “la vera riforma di Berlusconi sarebbe quella di mollare Salvini al suo destino, molto più di ogni taglio delle tasse o del milione di posti di lavoro”. Tanto Berlusconi amava (politicamente) Bossi, tanto detesta (e si vede) Salvini.

Detto questo, il leader della Lega è in una botte di ferro. Se gli va bene, farà parte dell’alleanza di centrodestra con Berlusconi e Meloni. Se gli va male, la Lega potrà presentarsi alle elezioni da sola raddoppiando, se non addirittura triplicando, i propri parlamentari. Con la percentuale che oggi gli regalano i sondaggi, tra il 12 e il 14%, Salvini potrà infatti ottenere molti più parlamentari rispetto agli attuali 19 deputati e 12 senatori. Con il problema contrario rispetto alle altre forze politiche, dove invece i posti scarseggiano e molti saranno costretti a restare fuori. Tutto questo Salvini lo sa e si gode lo spettacolo. Anzi, restare all’opposizione a sbraitare contro tutti gli può perfino fare gioco. Come finora ha fatto gioco al Movimento 5 Stelle. Resta il fatto che la vittoria per un centrodestra unito è davvero alla portata e sarebbe un peccato mortale lasciarsela sfuggire. Difficile, però, che Berlusconi si consegni mani e piedi a questo Salvini. La situazione del centrodestra non è ingarbugliata come nel centrosinistra, ma non è affatto semplice. Salvini, però, continua per la sua strada sempre uguale a se stesso, convinto che Berlusconi prima o poi dovrà venire a Canossa. Anzi, a Pontida.

Lettura consigliata: Le Mille e una notte.

LUIGI DI MAIO

Ormai è quasi deciso: sarà Luigi Di Maio il candidato premier del Movimento 5 Stelle. Nonostante qualche gaffe di troppo, alla fine l’aspetto serioso e la competenza su alcuni temi cari al grillismo hanno fatto pendere la bilancia di Beppe Grillo verso il vice presidente della Camera. Che in questi giorni è impegnato in un tour elettorale della Sicilia (dove il candidato grillino è saldamente in testa ai sondaggi) insieme al suo alter ego Alessandro Di Battista. Che da subito ha capito di non avere le fisique du role da candidato premier, accettando di buon grado il ruolo di vice. Anzi, questo gli permette di continuare a fare quello che gli riesce meglio: il battitore libero del movimento, capace di litigare furiosamente con Laura Boldrini in Aula o di attaccare pesantemente gli avversari politici. Man mano che si avvicinerà la data del voto Di Maio queste cose dovrà dimenticarsele, per apparire invece sempre più affidabile e costruttivo. Roberto Fico, invece, rosica un po’: per un momento ha creduto di essere lui il prescelto. A quel che si racconta, invece, Grillo e Casaleggio non hanno mai avuto dubbi. Il candidato sarà il loro enfant prodige partenopeo. Questa, dunque, possiamo considerarla l’ultima estate della gioventù (si fa per dire) di Di Maio, come quella spensierata dopo gli esami di maturità. Perché l’anno prossimo il nostro dovrà affrontare in prima persona la campagna elettorale, con la possibilità di ritrovarsi presidente del consiglio.

Lettura consigliata: Il giovane Holden di J. D. Salinger.

Luigi Di Maio

Cosa faranno (forse) dopo Ferragosto Bersani, Di Maio e Salvini

Sarà un’estate di meditazione quella di Pierluigi Bersani. L’ex segretario del Pd non è in una posizione facile. La scissione è stata per lui, come per gli altri dell'ex minoranza dem, una grande liberazione. Dopo un paio d’anni passati in apnea in un partito che non consideravano più il loro. Ora, però, con il passare dei mesi, sta venendo al…

Lingotto, 5 stelle, molestie

Perché la guerra dei bermuda non è solo una polemica di mezza estate

Puntuali, come ogni anno, i giornali si riempiono di riflessioni, più o meno serie, sul cattivo gusto imperante sotto il solleone. Il Corriere della sera propone addirittura una pagina intera di scatti da quella che definisce "l'estate più cafona degli ultimi anni", a cominciare dalla foto di una coppia di turisti che entra in costume da bagno in una chiesa…

islamizzazione

L'islamizzazione dell'Occidente passa per le cattedrali

Una delle ambizioni di una parte dei musulmani è la trasformazione dei siti cristiani in islamici: obiettivo, nel processo di islamizzazione, in cui guadagnano sempre più punti. Basti pensare, per esempio, alla cattedrale gotica di Saint Denis, che prende il nome dal primo vescovo di Parigi, e che custodisce la tomba di Carlo Martello - a cui si deve l'aver fermato,…

Guerra spaziale tra Nasa e Air Force?

Avendo saturato il mercato terrestre per le guerre, gli Stati Uniti ora meditano di creare una nuova forza armata dedicata ai combattimenti spaziali — per il momento etichettata con il nome generico di “Space Corps”. L’idea, un classico della fantascienza, non è nuova nemmeno nel mondo reale. Le VKS, le “Forze spaziali russe”, esistono nominalmente dal 1982 e gli effettivi…

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Ecco chi comanda davvero a Wall Street

Di Gregory Zuckerman e Bradley Hope

Alexey Poyarkov, ex oro alle olimpiadi internazionali di matematica per le superiori, ha aperto la sua carriera affinando algoritmi presso società come Microsoft. L’anno scorso alcuni big dei fondi hedge come Renaissance Technologies, Citadel e Tgs Management se lo sono contesi all’ultimo sangue. Tgs ha avuto la meglio e, stando a fonti vicine, il compenso per il primo anno dell’ingegnere…

Gabbani a Portoferraio, un mix di musica ed energia

Francesco Gabbani, vincitore del 67° Festival di Sanremo con “Occidentali’s Karma”, cinque volte disco di Platino, è stato il protagonista dell’evento clou dell’estate elbana con il concerto che si è svolto ieri sera, Sabato 12 Agosto, a Portoferraio, alla Calata Buccari davanti alla Capitaneria di Porto. Dopo due serate a Forte dei Marmi, il “Francesco Gabbani Tour” approda all’Isola d’Elba…

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Ong tra denunce, accuse e nuove ipotesi dei magistrati

Sono parole durissime sull'operato delle Ong quelle pronunciate da un addetto alla sicurezza della Vos Hestia, nave di Save The Children, intervistato sabato da Quotidiano.net. Preferendo l'anonimato per la delicatezza delle dichiarazioni, l'operatore, rimasto a bordo della nave tra settembre e ottobre del 2016, si è sfogato perché si sentiva “complice di un'attività vergognosa” e ha denunciato contatti “evidenti” fra le…

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Haftar a Mosca

Da sabato 12 agosto il generale-politico che controlla la regione orientale della Libia, Khalifa Haftar, è a Mosca. La Russia è uno dei pochissimi stati, insieme all'Egitto e agli Emirati Arabi, che offre protezione diplomatica ad Haftar. Si tratta del terzo meeting del genere nel giro di poco più di un anno, e ogni volta che il Cremlino lo ospita…

Tutte le mosse di Usa, Russia e Cina sulla Corea del Nord

Il regime nordcoreano sta attuando una strategia razionale, guidata dai propri interessi. Tutti gli attori coinvolti vedono un vantaggio nel mantenere un equilibrio del terrore nell’area. Kim Jon-un difende la continuità del proprio regime massimizzando demonizzazione e dissuasione. Pechino ha la priorità di impedire la riunificazione delle due Coree e per questo sostiene Pyongyang, pur avendo scarsi poteri di condizionamento…

Repubblica, ecco come Scalfari si smarca da Pisapia e occhieggia a Renzi

(Articolo ripreso da www.graffidamato.com) L’ultimo strappo di Eugenio Scalfari - ultimo in ordine di tempo naturalmente, augurandogli personalmente una vita ancora più lunga di quella accumulata sinora con i 93 anni compiuti il 6 aprile - è davvero clamoroso sul piano politico e professionale. Politico, perché - come spiegherò - incita Matteo Renzi a non perdere tempo a inseguire chi è…

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