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Che succede se la Banca centrale russa salva l’istituto privato più grande del Paese che attraverso il fondo Otkritie Disciplined Equity Fund è primo azionista di Tiscali, la società di telecomunicazioni fondata in Italia da Renato Soru (in foto)?

Otkritie bank era sull’orlo del fallimento. Per sanarne le difficoltà finanziarie, la Banca centrale russa ha annunciato ieri un intervento di salvataggio che potrebbe portarla a detenerne il 75% del capitale. Per farlo utilizzerà per la prima volta le risorse del Fondo per il consolidamento del settore bancario. Ecco il ruolo di Vladimir Putin e i legami dell’istituto russo con la società italiana di telecomunicazioni che promette di rialzarsi dopo anni di bilancio in perdita.

LE RAGIONI DEL FALLIMENTO

Si tratta – si legge sul Sole 24 ore – del primo salvataggio pubblico per una delle 10 principali banche private quotate, una delle banche sistemiche russe”. Finora il più grande salvataggio bancario in Russia è avvenuto nel 2011 e ha riguardato la Banca di Mosca.
La banca Otkritie, definita dal quotidiano economico “vicina al cerchio magico di Vladimir Putin”, secondo l’opinione di diversi osservatori, confermata dal vice governatore centrale, Dmitry Tulin, sarebbe stata “troppo rapida”. Ovvero, si legge sul Sole 24 Ore, “nel momento in cui le altre grandi banche russe vedevano calare i loro ricavi per la frenata della crescita mondiale e per le sanzioni contro la Russia, Otkritie continuava ad acquisire asset, diamanti e fondi pensione e a comprare, negli anni, una decina di banche rivali”. “Otkritie è cresciuta molto rapidamente e tutte le iniziative degli ultimi anni sono state finanziate dal debito”, ha confermato Tulin.

I LEGAMI CON TISCALI

Otkritie Capital International investe in Tiscali tramite il fondo Otkritie Disciplined Equity Fund controllandone il 17,08%. Di russo in Tiscali c’è anche la società Investment Construction Technology Group Ltd con un ammontare complessivo di azioni pari al 16.25%. E fa base in Russia anche il presidente Alexander Okun, investitore israeliano subentrato nel 2016 a Soru, il quale ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza nel maggio del 2016 conservando un posto in consiglio di amministrazione e il 10, 48% delle azioni di Tiscali.

I CONTI IN ROSSO

Gli ultimi due esercizi della società alla cui guida c’è Riccardo Ruggiero, ad di Olivetti, di Infostrada e poi, dal 2001 al 2007, al vertice di Telecom Italia, si sono chiusi con perdite rispettivamente di 18,5 nel 2015 e 45 milioni di euro nel 2016. Ma Ruggero conta di risalire, come ha dichiarato nel mese di luglio in un’intervista ad Affari&Finanza del quotidiano La Repubblica stimando un utile intorno ai 29 milioni di euro per il 2017.

LE RASSICURAZIONI

L’operazione del Cremlino non preoccupa Tiscali. Otkritie Capital International ha scritto in una nota datata ieri, 31 agosto, e mostrata a la Notizia che “pur essendo parte di Otkritie, è un’entità autonoma”. E quindi “ci si aspetta che l’atteso cambio di proprietà nel gruppo Otkritie, quando sarà implementato, non impatti sulla società, dal momento che questa non è mai stata posseduta dalla Banca Otkritie, né direttamente né indirettamente”. Nella stessa nota – fa notare Stefano Sansonetti su la testata diretta da Gaetano Pedullà -, però, la società ammette che “sta costantemente monitornando ogni profilo di rischio”.

Tiscali, ecco come Putin salva l'azionista Otkritie Bank della società di Soru

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