Skip to main content

Abbiamo esaminato alcune determinanti del deprezzamento del dollaro, e di un apprezzamento dell’euro che comincia a preoccupare le imprese europee maggiormente rivolte verso l’export. Ci sono, però, altre determinanti che potrebbero scatenare, da Washington, una tempesta autunnale.

La principale è il debito. Esaminando i dati forniti periodicamente dalle principali fonti ufficiali, il debito “pubblico” degli USA non induce a preoccupazioni. Tuttavia, questo dato si riferisce unicamente al debito federale. Perciò il debito pubblico degli USA è paragonabile a quello di un qualsiasi altro paese solo per quanto riguarda il debito federale, che è di circa 12.000 miliardi di dollari. Questo debito non spaventa più di tanto Washington perché è relativamente basso rispetto a quello di altri paesi, circa l’85% del Pil. Ma se al debito pubblico federale si vanno ad aggiungere i debiti del settore finanziario-business (anticipi di capitale sia per l’industria che per la speculazione), quello finanziario-sociale (mutui, assicurazioni, ecc.), quello degli Stati federati e delle famiglie, fenomeno che non ha eguali al mondo, si raggiunge la bella cifra, cioè 57.000 miliardi di dollari, ossia quattro volte il Pil. A ciò si accompagna la diminuzione netta della capacità di consumo e di risparmio (per gli americani una vera e propria maledizione). Inoltre, il debito federale americano è in gran parte nei confronti del resto del mondo, quindi il suo andamento dipende in gran misura dalle politiche e dai “sentimenti” di altri Stati, Paesi e Nazioni. Secondo alcune estime il debito estero pro-capite raggiunge circa 35.000 dollari.

Nell’ultimo fascicolo di The Manchester School, Enrique Mendoza della University of Pennsylvania pubblica un acuto saggio in cui mette in risalto quattro aspetti:

· Il debito federale è in gran misura il frutto dei disavanzi annuali di bilancio mirati a stimolare la crescita (come la flessibilità di renziana memoria). Secondo le stime attuali, tali disavanzi paiono destinati a persistere sino al 2026. Dal 2008, invece, c’è ampia prova che gli stimoli fiscali falliscono se il debito è troppo elevato; il secondo frena gli effetti attesi dei primi.

· La riforma tributaria delineata in campagna elettorale dall’attuale Presidente, se esaminata con modelli dinamici di equilibrio economico general, può non rendere il debito maggiormente sostenibile ed avere effetti negativi sulla crescita e sulla distribuzione del reddito.

· L’appetito del resto del mondo per titoli di stato americani può essere una tendenza transitoria, destinata a smorzarsi man mano che i mercati finanziari di altri Paesi diventano più sviluppati e se continua il deprezzamento del dollaro.

· Infine, un’insolvenza interna (quale una conversione della rendita) può diventare la soluzione ottimale se il costo delle ridistribuzione regressiva diventa socialmente troppo elevato. Ma la reazione del resto del mondo potrebbe essere fortissima; i detentori dei titoli Usa correrebbero all’incasso.

Queste determinanti pur se in gran misura solo interne americane possono scatenare una tempesta come quella del 2008.

germania, debito, Usa, voto, germanellum, stato, Cassa depositi e prestiti, Giuseppe Pennisi, Europa

Il debito degli Stati Uniti è davvero preoccupante?

Abbiamo esaminato alcune determinanti del deprezzamento del dollaro, e di un apprezzamento dell’euro che comincia a preoccupare le imprese europee maggiormente rivolte verso l’export. Ci sono, però, altre determinanti che potrebbero scatenare, da Washington, una tempesta autunnale. La principale è il debito. Esaminando i dati forniti periodicamente dalle principali fonti ufficiali, il debito "pubblico" degli USA non induce a preoccupazioni.…

burocrazia

Perché la burocrazia ci atterrisce?

Oggi dire a qualcuno “sei un burocrate” è un’offesa che rischia di farti finire in tribunale. Eppure la burocrazia è nata un paio di secoli fa come garanzia dei diritti del cittadino. Ebbene sì. Perché è con la fine degli Stati assoluti che si è pensato di creare regole e procedimenti per dare certezze ai cittadini che presentano una richiesta…

Che cosa sta combinando Donald Trump

Dimmi chi è il tuo nemico e ti dirò chi sei. Applichiamo per un momento questa saggia regola a Donald Trump, teoricamente l'uomo più potente del mondo. Da settimane guerreggia (via Twitter) con Kim Jong-un, feroce ed improbabile leader nordcoreano (che non potrebbe nemmeno ordinare un caffè senza il benestare cinese). Così facendo l'uomo Maga (Make America Great Again) si…

Tim e Open Fiber, ecco le tensioni fra Enel, Cdp e governo sulla rete Telecom Italia

Di Michele Arnese e Gianluca Zapponini

Maretta ai vertici di Open Fiber e divergenze all'interno del governo e della maggioranza sulla rete fissa di Tim. Nella società di Enel e Cdp per la banda larga si allargano le differenze di visioni sul progetto di acquisire o meno la rete in rame di Tim-Telecom Italia. Le distonie solcano anche vertici e azionisti della Cassa depositi e prestiti,…

dialogo, commercio, muller, parolin, russia, lavrov, diplomazia

Cosa farà Parolin in Russia

Di Marco Mancini per ACI Stampa

Quella che il Cardinale Pietro Parolin inizierà domani non sarà la prima visita di un Segretario di Stato della Santa Sede a Mosca. Ci sono infatti i precedenti di due dei suoi tre immediati predecessori: il Cardinale Agostino Casaroli, nel 1988, e il Cardinale Angelo Sodano, nel 1999. Storico collaboratore di Giovanni Paolo II, una vita in Segreteria di Stato…

Ecco inerzie e omissioni occidentali nel combattere il terrorismo islamico

Ci sono due motivi per cui è inutile lamentarsi se il terrorismo islamico ci colpisce in casa. Il primo è elementare. Il genio del fanatismo, quello per cui noi occidentali siamo corrotti e decadenti mentre loro sono destinati a travolgerci con le loro convinzioni granitiche e con una sequenza di colpi mortali, è ormai uscito dalla bottiglia. Non saranno i…

mossos

Cosa sono i Mossos d’Esquadra

Nella tragedia degli attentati di Barcelona e Combrils, i Mossos d’Esquadra sono stati citati varie volte. L’approfondimento è però mancato, perché trascina con sé il tema dell’autonomia e dell’indipendenza catalana, problema spagnolo ma anche europeo, perché considerato trasferibile in altri contesti nazionali. La delicatezza politica è confermata anche dagli avvicendamenti sia del Consigliere per gli interni della Generalitat (la crisi…

scalfari

Vi racconto l'ultima puntata del cangiante rapporto fra Scalfari e Renzi

(Articolo ripreso da www.graffidamato.com) Neppure di fronte agli attacchi del terrorismo islamista a Barcellona e in Finlandia, che ha naturalmente commentato da par suo, spaziando da est a ovest, Eugenio Scalfari ha saputo resistere alla tentazione di occuparsi anche dell’ormai miserevole, sempre più miserevole teatrino della politica italiana. Dove partiti e correnti si combattono per la conservazione o la conquista di…

Steve Bannon

Ecco cosa farà adesso Steve Bannon contro alcuni trumpiani

Appena cinque ore dopo la diffusione dello statement ufficiale da parte della Press Secretary della Casa Bianca, in cui si scriveva che quello era il suo ultimo giorno di lavoro come stratega politico del presidente Donald Trump, Steve Bannon ha diretto una riunione di redazione di Breitbart News, il sito di informazione di destra che lui stesso aveva co-fondato, gettando le…

Gaetano Armao, chi è il prof. gradito a Berlusconi in ticket con Musumeci in Sicilia

Gaetano Armao è l’indignato. Una decina di giorni fa, il docente di diritto amministrativo ed ex assessore regionale della Sicilia (nella foto) ha incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore. E gli ha presentato il suo programma per le regionali siciliane del prossimo 5 novembre. Da tempo, Armao gira l’isola con la sua lista, l’Unione dei siciliani indignati, che si fonda sull’autogoverno.…

×

Iscriviti alla newsletter