Skip to main content

Un rapporto pubblicato questa settimana dai ricercatori dell’Aspen Institute evidenzia come, sin dall’inizio del conflitto, il governo degli Stati Uniti, gli alleati europei e il settore privato abbiano offerto un supporto informatico cruciale all’Ucraina. Questo sostegno ha permesso a Kyiv di fronteggiare attacchi distributed denial-of-service (DDoS), mettere in sicurezza le infrastrutture cloud e debellare le intrusioni russe nelle proprie reti. Tuttavia, con il protrarsi del conflitto e l’evoluzione delle politiche americane, anche questo tipo di aiuto rischia di subire un progressivo decremento.

Prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, negli Stati Uniti mancavano sistemi strutturati per coordinare l’assistenza in cyberdifesa che coinvolgesse il settore privato. Solo alla fine del 2023 sono state istituite iniziative formali, quasi due anni dopo l’inizio del conflitto. Ad oggi, la riduzione dei finanziamenti e la percezione che il peggio sia ormai alle spalle hanno contribuito a una diminuzione dell’aiuto volontario proveniente dal privato. Inoltre, il sostegno cyber all’Ucraina è sempre più condizionato da dinamiche politiche interne e viene ritenuto meno prioritario rispetto ad eventuali nuovi scenari di conflitto.

In termini numerici, negli ultimi due anni il governo degli Stati Uniti ha stanziato oltre 82 milioni di dollari (circa 74,5 milioni di euro) per l’assistenza cyber destinata all’Ucraina. L’iniziativa multilaterale del Tallinn Mechanism ha raccolto più di 200 milioni di euro, mirati a rafforzare la cyberdifesa non militare dell’Ucraina, mentre l’IT Coalition – un gruppo composto da dieci Paesi europei – ha annunciato, lo scorso febbraio, un impegno volto a sostenere, per i prossimi sei anni, le infrastrutture IT critiche del Paese.

Tuttavia, i crescenti dubbi a Washington e il mutare delle priorità globali hanno sollevato interrogativi sulla sostenibilità del supporto all’Ucraina. Pur continuando a fluire contributi dal settore privato, l’intensità delle nuove iniziative è notevolmente calata. Aziende del calibro di Microsoft, Cloudflare e Mandiant hanno fornito supporto attraverso intelligence, licenze software e programmi di formazione, ma diversi fattori – tra cui il consolidamento della resilienza digitale ucraina, la percezione dell’inefficacia delle operazioni cyber russe e la carenza di finanziamenti dedicati – hanno inciso sulla riduzione di ulteriori interventi su larga scala.

Il documento, infine, offre una serie di lezioni apprese, sottolineando l’urgenza di predisporre meccanismi di finanziamento continuativo e strutturato per rispondere tempestivamente alle minacce cibernetiche. Queste indicazioni, maturate durante il conflitto ucraino, assumono un ruolo fondamentale non solo per l’Europa orientale, ma anche per altre aree a rischio, quali i Paesi baltici, la Moldavia e lo Stretto di Taiwan. Con il protrarsi delle tensioni geopolitiche intorno alla Russia e in Asia orientale, caratterizzate da una crescente componente cyber, tali insegnamenti saranno essenziali per aiutare gli Stati Uniti a gestire le crisi e a difendere efficacemente i propri alleati e partner.

Il lato cyber del sostegno occidentale a Kyiv. Report Aspen Institute

Un rapporto dell’Aspen Institute analizza il sostegno informatico offerto all’Ucraina sin dall’inizio del conflitto. Gli Stati Uniti, insieme agli alleati europei e al settore privato, hanno contribuito a contrastare attacchi DDoS, proteggere le infrastrutture cloud e neutralizzare le intrusioni russe. Tuttavia, con il mutare delle politiche e la diminuzione dei finanziamenti, il livello di supporto potrebbe ridursi

Dall'Ucraina ai Balcani. Cosa separa e unisce Italia e Turchia secondo Politi

“Ciò che io vedo tra Roma e Ankara è un momento senz’altro vitale delle relazioni. Sicuramente dal lato Meloni c’è un giocare per guadagnare tempo, sperando che certe divisioni tra alleati non si approfondiscano ma si stemperino. La questione dei dazi è proprio plateale. I turchi sono in una fase fluida, ma anche loro non sono così ben piazzati come pensavano di essere”. Conversazione con il direttore della Nato Defense College Foundation.

Trump e i dazi Usa-Ue. E se si ripartisse dal Ttpi?

Nel 2013 i negoziati erano stati avviati con l’obiettivo di dare vita alla più grande area di libero scambio esistente, riducendo e rimuovendo dazi e barriere non tariffarie. Una buona base di partenza per riprendere i negoziati sarebbe già disponibile, anche andando ad ampliare gli ambiti oggetto di accordo, con l’ambizioso obiettivo di governare questa delicata fase geo-economica e geo-politica. L’intervento di Mario Angiolillo

Altri 75 giorni per TikTok. I dazi fermano l'accordo Usa-Cina, ma Trump è ottimista

L’accordo per una cessione dell’app cinese agli Usa era quasi raggiunto, ma Pechino ha messo un freno dopo l’annuncio dei dazi fatto da Donald Trump. Eppure il presidente americano resta ottimista sia sui dazi che sul raggiungimento di un possibile accordo, per questo ha firmato un ordine esecutivo per ritardare l’entrata in vigore del ban

L’Italia valuta la creazione di una costellazione satellitare nazionale. L'annuncio di Urso

A seguito degli esiti dello studio di fattibilità sulla creazione di una costellazione satellitare nazionale per le comunicazioni strategiche, il ministro Urso ha confermato la volontà di procedere alla seconda fase, che coinvolgerà le imprese nazionali del settore. Stretta nel dibattito tra Starlink e Iris 2, l’Italia potrebbe anche fare da sé. Tuttavia non si possono tralasciare alcune considerazioni importanti per le eventuali implicazioni politiche e strategiche

Siamo pronti al bis (con i popolari del Ppe). Il governo a metà mandato secondo Nevi (FI)

“Weber al Consiglio nazionale? Dimostra l’importanza di Forza Italia. L’industria Ue? Aumenti le proprie produzioni strategiche. Difesa non è solo bombe, ma cybersicurezza, aerospazio e frontiere esterne. La maggioranza? Coesa, mai un voto dissonante in Parlamento”. Conversazione con il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi

Da Samarcanda un nuovo patto tra Ue e Asia centrale

Come mettere in piedi una relazione che sia stabile, duratura e strategica? In primis con una presenza sul territorio: lo ha deciso la Banca europea per gli investimenti che aprirà una sede, dopo l’accordo firmato alla presenza del presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a Samarcanda. Uno strumento che servirà per ampliare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e migliorare volume degli investimenti in Uzbekistan e in Asia centrale

Usa e Ue hanno le istruzioni per spegnere l'incendio dei dazi. La riflessione di Arditti

Convergenza militare, sguardo allo Spazio e idea di libertà. Sono i tre punti di convergenza che, in questo momento incendiario, possono aiutare a spegnere le fiamme divampate nel rapporto tra Stati Uniti ed Europa. È tempo dei pompieri. Il commento di Roberto Arditti

Il boccone di Tajani, il fischietto di Urso, il ritratto di Bandecchi. Queste le avete viste?

Il ministro degli Esteri è stato pizzicato da Pizzi col boccone in bocca, mentre il ministro del Made in Italy soffiava dentro un fischietto a forma di gallina. Per il suo compleanno, invece, il sindaco di Terni ha ricevuto un ritratto particolare. Ecco le foto politiche degli ultimi sette giorni

La Cina risponde a Trump. Le contromosse commerciali di Pechino

Pechino annuncia contro-dazi speculari sulle merci americane del 34%, attaccando frontalmente anche le terre rare e denunciando gli Stati Uniti al Wto. Borse e petrolio sprofondano ancora, riportando i fantasmi dell’11 settembre

×

Iscriviti alla newsletter