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Sono bastate tre settimane per avviluppare Chiara Appendino, fino a qualche giorno fa ricordata soprattutto per essere stata nominata sindaco più amato d’Italia da un sondaggio del Sole 24 Ore, in una spirale di crisi. La sindaca di Torino si sta trovando a giocare una complicata partita sull’ordine pubblico, iniziata il 3 giugno con gli incidenti di piazza San Carlo e culminata martedì sera con gli scontri fra polizia e popolo della movida in piazza Santa Giulia.

Martedì, nel quartiere Vanchiglia, la polizia, i centri sociali e gli avventori dei locali sono arrivati alle mani. All’origine dei tafferugli, un’ordinanza da poco emessa dal sindaco che vieta la vendita di alcolici da asporto dopo le 20. Dopo alcune tensioni, registrate durante i controlli nei giorni scorsi, per cui la sindaca aveva espresso condanna, la polizia si è presentata in piazza Santa Giulia in assetto antisommossa. I centri sociali hanno reagito radunandosi e si è creato un fronte comune con gli avventori dei locali, sfociato prima in un pestaggio ai danni di alcuni agenti e poi in violente cariche da parte della polizia.

LA QUESTURA: “ERA UN NORMALE SERVIZIO”

Sotto accusa è finita la Questura, che ha risposto con un comunicato dove si precisa che i controlli “erano stati predisposti nell’ambito dei normali servizi sul territorio”. Servizi analoghi, sottolinea la nota “vengono pianificati settimanalmente in molte zone del centro cittadino e delle periferie” e i controlli non sarebbero “esclusivamente volti a accertare l’osservanza dell’ordinanza sindacale che vieta la vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche in alcune aree cittadine”.

GRILLINI CONTRO QUESTORE

Sono in pochi però a credere che una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa a sorvegliare la piazza degli aperitivi siano considerabili un normale servizio sul territorio.
Lo dimostra il fatto che la reazione della politica è stata dura. Importanti esponenti del Movimento 5 Stelle piemontese hanno attaccato direttamente la polizia e il questore Angelo Sanna. “Ieri sera a Torino sono state superate le forme ordinarie di gestione dell’ordine pubblico – hanno commentato Marco Scibona e Federica Frediani, rispettivamente senatore e consigliera regionale del M5S – Un’operazione decisa autonomamente dal Questore che ha disposto il presidio, dalle ore 20, con agenti in modalità antisommossa in una delle vie centrali di Torino. A quell’ora non vi era alcun problema di ordine pubblico da sedare attraverso tale imponente spiegamento di forze. Quello che ne è scaturito è stato un prevedibile sconvolgimento del vivere sociale. Condanniamo l’uso indiscriminato della forza da parte della Polizia di Stato”.

PRESSING ALTO DEL M5S SULLA SINDACA 

Parole pesantissime, anche perché gli stessi consiglieri della maggioranza che sostiene la sindaca hanno rincarato la dose, sollecitando Appendino a riferire in aula sui fatti di martedì. “La legalità deve essere rispettata sempre e da tutti, ma la repressione che abbiamo visto ieri sera non può che rendere doverosa una profonda riflessione sulla gestione dell’ordine pubblico attualmente presente nella città di Torino” hanno scritto i grillini in una nota.

La giunta ha reagito al “fuoco amico” dando un colpo al cerchio dei centri sociali e uno alla botte della Questura. Appendino, che dopo piazza San Carlo ha lasciato la delega alla sicurezza a Roberto Finardi, ha taciuto fino al tardo pomeriggio, mandando avanti il suo assessore. “È intollerabile sia che i controlli predisposti dalla Questura trovino una resistenza violenta da una parte della cittadinanza, sia che questi sfocino in disordini che hanno coinvolto anche persone che stavano trascorrendo una normale serata all’aperto e i gestori degli esercizi commerciali”, ha detto Finardi.

Dalle dichiarazioni dell’assessore filtra, fra le righe, tutto il disappunto per la condotta tenuta dalla polizia. La sindaca le ha fatte sue in toto. E, se non bastasse, nella nota affidata al suo blog, ha smentito la versione della Questura circa i “normali controlli”. “A seguito di un confronto con il Questore e il Prefetto, abbiamo avuto la conferma che si è trattato di un servizio straordinario che non si ripeterà con le modalità viste in piazza Santa Giulia la notte scorsa”. Altro che “normale servizio sul territorio”, quindi: siamo ai limiti dell’incidente istituzionale, e non è la prima volta.

APPENDINO: “NON SI RIPETA”

È evidente che Appendino è in difficoltà. Non deve soltanto gestire una situazione oggettivamente complicata dal punto di vista amministrativo, deve anche fare i conti con le accuse, molto politiche, di essere vicina ai centri sociali torinesi (dal Gabrio proviene una consigliera del M5S torinese, Maura Poli, di recente  coinvolta in tafferugli con la polizia).

Tuttavia la sindaca ha rivendicato la bontà del proprio operato, e cioè dell’ordinanza anti-alcolici. “Dalle zone della movida torinese sono emerse e stanno tutt’ora emergendo delle criticità ignorate per anni che abbiamo il dovere di affrontare – ha scritto – Gli spazi comuni della città sono aperti e appartengono alla cittadinanza, tutta. Essere Sindaca significa garantire una civile convivenza all’interno di questi spazi che devono essere sicuri, vivibili e accessibili. Per questo, quello che è successo ieri sera e negli ultimi giorni non si deve più ripetere. È evidente che alcune cose devono cambiare e cambieranno, ma per questo serve la collaborazione di tutti e anche una buona dose di quel senso civico e della legalità che, in alcuni, sembra essersi smarrito”. La sindaca ha concluso esprimendo “solidarietà e vicinanza, agli agenti feriti e ai cittadini che si sono trovati, loro malgrado, coinvolti negli scontri”.

L’OPPOSIZIONE AFFONDA

L’opposizione, approfittando del primo momento di seria difficoltà dell’amministrazione Appendino, ha picchiato duro, collegando i fatti di Vanchiglia con piazza San Carlo. L’ha fatto il senatore torinese Stefano Esposito del Pd, che si è schierato apertamente con la polizia, assolvendo il questore e dando la colpa degli incidenti alla “incapacità amministrativa” della sindaca . Esposito ha accusando il M5S di essere sodale del centro sociale Askatasuna, definito “il vero problema di Torino”.
Seppur con toni più soft, anche Piero Fassino ha affondato il colpo. “Temo si stia mettendo in discussione l’idea stessa di una città vivace, sulla quale tanto si è lavorato e che aveva dato importanti risultati. Torino non merita questo. Stiamo assistendo a un veloce peggioramento del clima in città. L’ordinanza antimovida è stata scritta male e in fretta e furia più per coprire la disastrosa gestione di Piazza San Carlo che per dare regole alla movida, confermando ulteriormente l’irresponsabilità dell’amministrazione nel gestire situazioni complesse”.

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