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Da almeno un mese Silvio Berlusconi è tornato di ottimo umore. Non si è dispiaciuto più di tanto nemmeno per l’accordo sfumato sulla legge elettorale. Anche perché ormai ha imparato a non fare troppo affidamento alle offerte in arrivo da Matteo Renzi. La prende, per così dire, con filosofia.

Il Cavaliere è di buon umore perché sente aria di vittoria. Per questo non si è sorpreso più di tanto dell’ottimo risultato ottenuto dal centrodestra al primo turno delle amministrative, tornata elettorale tradizionalmente feudo del Pd. I deputati che frequentano Palazzo Grazioli e tengono il bilancino degli umori del capo la raccontano così: Berlusconi sente che Renzi, nonostante sia tornato alla grande segretario del Pd, è in difficoltà. Un po’ perché l’effetto novità agli occhi degli italiani è finito da un pezzo e un po’ perché gli elettori hanno iniziato a capirne i limiti. In più l’ex sindaco di Firenze avrà non poche difficoltà a mettere in campo una coalizione di centrosinistra credibile, visto che l’unico alleato davvero disponibile è Giuliano Pisapia, mentre con Mdp e Sinistra italiana il dialogo sarà difficile.

Dall’altra parte, Berlusconi vede addensarsi molte nubi pure sul Movimento 5 Stelle: non solo per gli oggettivi problemi di Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino, che spiegano in parte il flop alle amministrative, ma soprattutto per una linea politica confusa e ondivaga, come ha dimostrato l’atteggiamento tenuto nei confronti dello ius soli. Secondo Berlusconi, all’interno dei grillini emergeranno sempre più le difficoltà a tenere insieme l’ala più popolare e di sinistra (Taverna e Fico) e quella più anarcoide e destrorsa (Grillo e Di Maio). E questo, a lungo andare, li farà apparire sempre più contraddittorii agli occhi degli elettori.

Il ragionamento del Cavaliere si conclude con la consapevolezza che il centrodestra, unito, è tornato a essere competitivo. Dato confermato anche dagli amatissimi sondaggi che Alessandra Ghisleri gli squaderna sul tavolo ogni settimana. Come un lupo con la sua preda, Berlusconi sente l’odore della vittoria. “Il successo elettorale alle Politiche è una condizione tornata alla nostra portata, ora bisogna solo individuare una linea chiara e percorrerla, una strada che si tenga lontano dagli eccessi sovranisti di Meloni e Salvini, ma anche che tolga definitivamente dalla testa degli elettori il retro pensiero che Berlusconi si voglia alleare con Renzi dopo le urne. Certo, resta il problema della leadership, ed è un nodo su cui il Cavaliere lavorerà nei mesi estivi…”, confida una fonte di Forza Italia.

L’impossibilità a candidarsi dovuta al ritardo con cui arriverà la sentenza di Strasburgo, inoltre, potrebbe giocare a suo vantaggio. “Ormai non è necessario candidarsi per essere credibili: Grillo è fuori dal Parlamento, così come Renzi”, continua la nostra fonte. Tradotto: il Cavaliere farà campagna elettorale lo stesso, in prima persona. Poi, per quanto riguarda il nome da mandare a Palazzo Chigi, ci si penserà con gli alleati. Ma sarà un moderato, di centro.

Che il vento sia iniziato a girare in favore del centrodestra lo dimostrano altri particolari significativi. Forza Italia, innanzitutto, è tornata appetibile. E i peones in cerca di ricollocazione parlamentare tornano a guardare al partito azzurro. L’ex fittiano Rocco Palese è appena rientrato. Sulla via del ritorno sono dati anche i senatori Massimo Cassano e Guido Viceconte di Ap, ed Eva Longo di Ala. Insomma, nella fibrillazione pre elettorale, parlamentari della galassia centrista rivolgono il loro sguardo speranzoso verso il partito azzurro. Con cui hanno ristabilito un ottimo rapporto anche Gaetano Quagliariello e Andrea Augello.

Altro indizio è il ritorno al movimentismo, che in politica è sempre un segnale di buona salute. La prossima settimana, per esempio, Fratelli d’Italia terrà una manifestazione anti Raggi in Campidoglio a un anno dalla sua elezione a sindaca, e protesterà davanti al Senato contro lo ius soli. Scendere in piazza è la cartina di tornasole di un entusiasmo ritrovato.

Infine, si vedrà come andranno i ballottaggi. Ma se il centrodestra dovesse conquistare un risultato positivo, sarebbe un ottimo segnale per Berlusconi e l’intera coalizione, mentre nelle stanze del Nazareno suoneranno campanelli d’allarme. Insomma, al momento, e nonostante il mancato ritorno al proporzionale, Berlusconi è tornato centrale e ha ricominciato a dare le carte. E anche a curare certi rapporti: con Sergio Mattarella, per esempio, con cui si sente Gianni Letta. E con Paolo Gentiloni, verso cui il Cav usa sempre parole di grande stima e rispetto. Come pure per diversi ministri della sua squadra, a partire da Marco Minniti. Così qualche parlamentare si azzarda a interpretarne un sogno nel cassetto: “Se dopo le elezioni il risultato è di stallo, Renzi sarà costretto ad offrire a Berlusconi di governare insieme. Il Cavaliere, da vero statista, gli risponderà: va bene, ma tutto si decide insieme, da soci paritari. E a Palazzo Chigi non ci vorrai mica andare tu…?”.

Silvio Berlusconi, guido bertolaso

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