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Nelle scorse ore, si sarebbe verificato un primo contatto tra le forze armate ucraine e il “corpo di spedizione” inviato da Pyongyang a sostegno dello sforzo bellico di Mosca. A riportare per primo questa notizia è stato Andriy Kovalenko, il più alto funzionario ucraino per la contro-disinformazione all’interno del consiglio di sicurezza nazionale, che su Telegram ha scritto quanto segue: “Le prime unità militari della Repubblica Democratica Popolare di Corea sono già sotto il fuoco nella regione di Kursk”. Anche un alto funzionario dell’intelligence ucraina ha confermato al Financial Times l’avvenuto ingaggio, senza però fornire ulteriori dettagli. È la prima volta che, dall’inizio del conflitto, truppe di altre nazionalità sono ufficialmente coinvolte negli scontri tra Mosca e Kyiv.

Facendo così spazio a nuove dinamiche. “Putin prevede che la presenza dei nordcoreani costringerà Washington a imporre ulteriori restrizioni all’Ucraina per evitare un’escalation”, ha dichiarato a Newsweek l’analista geopolitico e veterano militare ucraino Viktor Kovalenko.“Tuttavia, Kyiv continua a colpire le truppe russe all’interno dell’Ucraina e nella regione di Kursk, suggerendo che l’eliminazione delle forze nordcoreane schierate accanto ad esse non comporterebbe un’ulteriore escalation”. A questo riguardo, la Casa Bianca ha dichiarato che i nordcoreani sarebbero diventati “obiettivi militari legittimi” in caso di ingaggio delle forze ucraine.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha dichiarato di aver discusso con la sua omologa tedesca Annalena Baerbock, in occasione della visita a Kyiv da parte di quest’ultima, la “necessità di un’azione decisiva” in risposta al crescente coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra. “Esortiamo l’Europa a rendersi conto che le truppe della RPDC stanno ora conducendo una guerra aggressiva in Europa contro uno Stato europeo sovrano”, ha dichiarato davanti ai giornalisti il plenipotenziario ucraino. Proprio nelle stesse ore, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato lunedì al Cremlino il ministro degli Esteri della Corea del Nord Choe Son-hui.

Nel frattempo sono arrivate molteplici condanne internazionali. In sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti hanno denunciato la Russia e la Cina per aver “spudoratamente protetto” e incoraggiato la Corea del Nord, a cui si aggiunge la condanna di Corea del Sud e Unione europea, che hanno anche espresso la preoccupazione che la Russia possa ricompensare la Corea del Nord con trasferimenti di tecnologia nucleare e balistica. Cosa che d’altronde potrebbe essere già successa, come suggerisce la rinnovata assertività del Paese socialista in ambito di test missilistici. Inoltre, sempre il Ft riporta la dichiarazione di un altro funzionario ucraino relativa al fatto che Mosca stesse già fornendo tecnologie militari a Pyongyang per aiutare i suoi programmi missilistici, oltre a “denaro”.

Poiché i militari nordcoreani sono stati inviati in territorio russo sotto la clausola di reciproca difesa contenuta all’interno di un accordo tra i due Paesi ratificato poche settimane fa dalla Duma, si presume che l’azione delle forze di Pyongyang si limiti all’area di territorio russo direttamente toccata dalle ostilità, la stessa in cui gli ucraini hanno dichiarato l’avvenuto ingaggio. Ma quanto peseranno sulle operazioni militari questi uomini? Mark Montgomery, senior fellow della Foundation for the Defense of Democracies, ha dichiarato a Newsweek che la presenza di truppe nordcoreane non farà alcuna differenza immediata nella potenza di combattimento della Russia. “Ciò che sta uccidendo gli ucraini è l’artiglieria russa, ovvero l’artiglieria nordcoreana (il riferimento è alle munizioni fornite già nei mesi scorsi dalla Corea del Nord, ndr)[…] Le truppe nordcoreane sono un problema, ma al ritmo attuale di 1.100 vittime al giorno, dureranno soltanto dieci giorni di lotta”.

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