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Banco Bpm non tira il freno sullo smaltimento dei crediti deteriorati. Al contrario il gruppo nato all’inizio dell’anno dalla fusione della Popolare di Milano e del Banco Popolare si prepara ad avviare un nuovo processo competitivo dopo quello chiuso a giugno con Algebris. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, a settembre Banco Bpm potrebbe mettere sul mercato un portafoglio di crediti chirografari in sofferenza per un valore nominale di 2 miliardi di euro.

IL DOSSIER NPL

L’operazione, tra offerte non vincolanti e vincolanti, dovrebbe concludersi attorno alla fine dell’anno, consentendo così al gruppo guidato da Giuseppe Castagna (nella foto) di avvicinarsi agli obiettivi di fine piano. Lo smaltimento dei non performing loan è stato infatti un tassello molto importante della dialettica con Bce nel corso del processo autorizzativo della fusione. La strategia condivisa con la Vigilanza Europea prevede la costituzione di una business unit dedicata esplicitamente alla gestione del credito deteriorato (oggi affidata al rigoroso ex chief risk officer della Bpm Edoardo Ginevra) e la cessione di stock per 8 miliardi nominali entro il 2019.

I COMPRATORI

Alcuni importanti pacchetti sono già stati deconsolidati come quello da 641 milioni venduto a gennaio a Hoist Finance. Anche se l’operazione più rilevante messa a segno finora è stata il progetto Rainbow, la vendita pro-soluto di un portafoglio di crediti in sofferenza assistiti da garanzie reali secured per un ammontare nominale di 693 milioni. In quel caso il compratore è stato il fondo Algebris, mentre per l’operazione che partirà a settembre si guarda soprattutto agli investitori oggi più attivi sul fronte dell’unsecured come Banca Ifis e Hoist, anche se il processo non è ancora stato avviato. Complessivamente tra 2016 e 2017 Banco Bpm potrebbe quindi mettere a segno cessioni per circa 4,5 miliardi sugli 8 da smaltire entro il 2019.

LA DOPPIA STRATEGIA

Non bisogna comunque dimenticare che il gruppo guidato da Castagna prevede una strategia mista per il credito deteriorato. Gli npl di Banco Bpm hanno infatti un alto livello di collaterizzazione, con un rapporto medio tra valore delle garanzie e valore netto di libro del 228% e superiore al 100% per l’85% dei volumi. Anche ammettendo la valutazione generosa di qualche asset, il collaterale vale comunque mediamente di più dei crediti segnati in bilancio al netto delle svalutazioni (a fine 2016 le coperture sono salite al 60%).

GLI OBIETTIVI

Nel dettaglio si parla di 14,8 miliardi al fair value, dei quali il 39% fa riferimento al residenziale, il 20% al commerciale, il 17% all’industriale e il 24% ad altri usi. L’obiettivo del management è chiaro: l’alto livello di collaterale rende più conveniente un processo di valorizzazione di alcuni asset che non la cessione in blocco dei crediti a operatori specializzati. Non solo. L’intenzione del gruppo è seguire il real estate in tutte le tappe della filiera del credito, dal bonis agli npl. Il modello di scoring applicato permetterà di avere una conoscenza approfondita e aggiornata del collaterale e di attivare una rete di contatti sul mercato per valorizzare al meglio gli asset in questione.

Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

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