Skip to main content

Dopo la bocciatura da parte della Corte dei conti del bilancio 2017 elaborato nell’era Hollande, anche la Francia si prepara a una manovrina. Ma il super taglio alla Difesa – 852 milioni – mette in crisi i rapporti fra Emmanuel Macron e il capo di Stato maggiore dell’esercito, Pierre de Villiers, che oggi si è dimesso. Ecco tutti i dettagli dello scontro istituzionale.

I MOTIVI DELLE DIMISSIONI

Le dimissioni di oggi del capo di Stato maggiore francese, il generale Pierre de Villiers, sono la prima grossa grana per il nuovo presidente Emmanuel Macron. I due avrebbero dovuto incontrarsi venerdì prossimo per sciogliere un contenzioso nato il 12 luglio scorso, quando Macron l’aveva pubblicamente strigliato dopo le critiche di De Villiers al taglio annunciato di 852 milioni di euro alla Difesa. Ma da dove erano nate le tensioni?

I TAGLI ALLA DIFESA FANNO INFURIARE IL GENERALE

L’ammontare dei tagli che la Corte dei conti ha indicato nel rapporto pubblicato a inizio luglio è di 4,5 miliardi di euro, che consentiranno alla Francia di tornare al deficit pubblico pari al 3% del Pil, imposto dal trattato di Maastricht.
Se Sarkozy aveva fatto passare a fine mandato la cosiddetta iva sociale – uno spostamento dei contributi sociali dalle imprese alle tasche dei consumatori – abrogata immediatamente da Hollande prima dell’entrata in vigore, Macron sta per procedere a ridimensionamenti immediati nella spesa pubblica. Nessun settore dell’amministrazione verrà risparmiato, ma l’enorme taglio alla Difesa, al generale Pierre de Villiers non è proprio andato giù. Una crisi che resterà negli annali quella fra l’esercito e il presidente della Quinta Repubblica, che si è consumata progressivamente a colpi di dichiarazioni e post su Facebook, ed è culminata nell’atteggiamento distaccato fra i due, sotto gli occhi di tutti, in occasione della parata del 14 luglio.

LE TAPPE DELLA CRISI

Tutto comincia mercoledì 12 luglio, quando il generale lamenta all’Assemblea nazionale l’insostenibilità del percorso fiscale targato Macron. Le critiche, piuttosto colorite, vengono subito riprese dalla stampa.

Alla vigilia della festività del 14 luglio il capo dello Stato critica il generale senza nominarlo, “per aver messo in piazza in modo indegno una controversia fiscale” e si appella al “senso del dovere e di riservatezza”. “Io sono il vostro capo”, aggiunge. Questo brutale richiamo all’ordine, davanti a tutti i capi militari, fa incrinare il rapporto fra i due e mette in discussione l’incarico del 61enne Pierre de Villier, rinnovato per un altro anno appena 13 giorni prima. Nonostante tutto il generale può, “beninteso”, rimanere al suo posto di capo dello Stato maggiore dell’esercito, si affretta ad assicurare, il giorno successivo, il primo ministro Edouard Philippe. Emmanuel Macron imbocca quindi la strada della pacificazione e promette aumenti per la Difesa nel 2018.

CLIMA GLACIALE NEL GIORNO DELLA PARATA

I due uomini si vedono in occasione della parata del 14 luglio. Emmanuel Macron e Pierre de Villiers marciano fianco a fianco sugli Champs Elysees nel giorno della festa nazionale. Alcuni media parlano di clima “glaciale”. In serata, Pierre de Villiers pubblica su Facebook un post dal titolo “La fiducia”, dove non nomina Emmanuel Macron, ma sembra replicare proprio a lui. “Nessuno merita di essere seguito ciecamente”, scrive.

MACRON ALLUDE ALLE DIMISSIONI DI DE VILLIERS

In un’intervista con Jdd della scorsa domenica, 16 luglio, Macron risponde inviando un chiaro messaggio al generale: “La Repubblica non funziona in questo modo, se qualcosa oppone il capo di Stato Maggiore dell’esercito al presidente della Repubblica, il capo di Stato Maggiore dell’esercito deve cambiare”. Il presidente ha poi ricordato al giornale di avere prorogato di altri 12 mesi le funzioni del generale de Villiers: “Lui ha quindi tutta la mia fiducia”, ha detto, a condizione “che sappia qual è e come funziona la catena di comando, nella Repubblica come nell’esercito”. Alla fine, de Villiers si è dimesso.

macron, rifugiati, migranti

Tutte le tensioni in Francia fra Esercito e Macron (che hanno provocato le dimissioni di de Villiers)

Dopo la bocciatura da parte della Corte dei conti del bilancio 2017 elaborato nell’era Hollande, anche la Francia si prepara a una manovrina. Ma il super taglio alla Difesa - 852 milioni - mette in crisi i rapporti fra Emmanuel Macron e il capo di Stato maggiore dell’esercito, Pierre de Villiers, che oggi si è dimesso. Ecco tutti i dettagli…

Il capo di stato maggiore francese lascia dopo la lite col commander in chief Macron

"Se il capo delle Forze armate e il presidente si trovano in posizioni di scontro su qualcosa, allora il capo militare va" aveva detto domenica Emmanuel Macron in un'intervista al Journal du Dimance. E infatti la mattina di mercoledì 19 luglio, poco prima della riunione settimanale del Consiglio di difesa all'Eliseo, il capo di Stato maggiore dell'esercito francese, il generale Pierre de Villiers…

Colombo, Incidente, Vivaldi marciare, consip, siria, brescia, Londra Alto Adige, Federico Guiglia dj fabo

Il dovere di osare per la generazione "né-né" (né studio né lavoro)

L’indagine appena pubblicata dalla Commissione europea non lascia scampo: in Italia quasi un ragazzo su cinque nella fascia fra i 15 e i 24 anni non studia e non lavora. Di più, neppure cerca un’occupazione, nemmeno s’iscrive a un corso di formazione. È la cosiddetta generazione né-né (né studio, né impiego) che in inglese è chiamata neet e in spagnolo…

"La Rondine" pucciniana al Festival Torre del Lago

Il 63esimo Festival Puccini a Torre del Lago (15 luglio-30 agosto) offre un programma ricchissimo: otto opere, di cui una prima mondiale, balletti, un’opera rock, concerti e soprattutto numerose collaborazioni internazionali con teatri della Russia, della Cina, della Georgia e della Francia. Vale senza dubbio un viaggio. Delle due opere inaugurali (“Turandot” e “La Rondine”) riferisco della seconda perché nel…

Ecco come il centrodestra può raggiungere il 40%. Le idee di Quagliariello

Prima il programma e le regole condivise, e solo dopo la scelta del leader. Dalla Camera dei Deputati - dove ha fatto il punto della situazione sui risultati e le prossime attività di Idea, il movimento politico che ha fondato nel novembre del 2015 - Gaetano Quagliariello ha tracciato la sua road map in vista delle elezioni politiche. L'obiettivo dichiarato -…

ong

Tutte le divisioni (e le viltà) degli Stati europei su migranti e terroristi

Gli attentati di Parigi del 2015 e quello alla metro di Bruxelles del marzo di un anno fa. Il terrorismo che colpisce al cuore il Vecchio Continente, la paura tra i cittadini, la prima risposta unitaria all'insegna della solidarietà nel grande corteo di Parigi dell'11 gennaio 2015. A cui sono seguite, però, tensioni e divisioni interne, con gli interessi nazionali…

merkel

Cosa consiglia la Deutsche Bank a Merkel e Schulz per rinvigorire la crescita tedesca

La Germania gode tuttora di ottima salute economica e di una stabilità che pare essere più l’eccezione nel quadro internazionale generale, si legge nel documento Germany Monitor, pubblicato dal Centro Studi della Deutsche Bank. È il primo documento di una serie, che da qui in poi, monitorerà regolarmente lo stato di salute dell’economia tedesca. Uno stato di salute oggi ottimale,…

terrorismo

Leonardo-Finmeccanica, ecco come Francia e Germania vogliono isolare l'Italia sulla Difesa

Eravamo ormai abituati ai vacui quanto insinceri proclami di chi da anni va auspicando una identità europea della Difesa, abbiamo tirato avanti facendo finta di crederci. Ora però è troppo. Ora bisogna battere i pugni sul tavolo perché dalle parole qualcuno sta passando ai fatti e ci si vuole convincere che si va verso l'Europa della Difesa sviluppando un caccia…

Perché Eni non si gasa per la coalizione anti Qatar

Che cosa farà Eni nei prossimi anni? Le mosse del gruppo petrolifero sono state spiegate ieri pomeriggio alla Camera dall'amministratore delegato Claudio Descalzi, ascoltato dai deputati della commissione Attività Produttive. Descalzi è partito dalle indicazioni contenute nel piano industriale di Eni, presentato la scorsa primavera. Ma ha parlato anche del problema Qatar e perché l'Eni segue anche quella partita fra…

La guerra tra Uniqlo e Zara a Milano

La disputa tra Uniqlo e Zara si è spostata recentemente in Italia. La catena di abbigliamento giapponese, che ha in programma lo sbarco sul mercato italiano per il 2019, ha offerto 120 milioni di dollari per un locale in Corso Vittorio Emanuele a Milano. La struttura è di 3mila metri quadri e i lavori di ristrutturazione potrebbero durare circa cinque…

×

Iscriviti alla newsletter