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Abusi, occupazioni e usi impropri dello spazio pubblico e le difficoltà per l’amministrazione di una ordinata gestione delle concessioni non si manifestano soltanto attraverso la presenza invasiva prepotente e quasi sempre disordinata di venditori e bancarelle nonché di furgoni con slogan contro la direttiva Bolkenstein nelle strade e nelle piazze della città di Roma. Forme di appropriazione indebita di beni dell’amministrazione e del denaro dei contribuenti – con l’immancabile coté di inadempienze e lentezze amministrative e di estenuanti procedimenti di fronte ai giudici amministrativi – si possono celare anche dietro un elegante chiosco-bar localizzato nel Parco Rabin sull’esclusiva Via Panama.

Solo qualche giorno fa il Tar del Lazio ha pubblicato la sentenza n. 201707594 con la quale ha respinto il ricorso dei gestori dell’attività commerciale contro il provvedimento di revoca della concessione che il Comune ha adottato (ahi noi soltanto) nel dicembre 2015 in relazione al fatto che i gestori del locale, già a partire dal mese di giugno del 2010, hanno smesso di pagare le rate del mutuo contratto con la Banca di Credito Cooperativo di Roma del quale l’amministrazione è garante nei confronti della banca creditrice. E se ciò non bastasse, i gestori del chiosco hanno anche occupato una parte dello spazio circostante l’area concessa trasformandola abusivamente già nel 2008, come sancito dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 408 dell’8 febbraio 2016.

Il Comune di Roma, dunque, non si trova soltanto nella condizione di dover restituire le somme non versate alla Banca di Credito Cooperativo dal titolare del contratto di mutuo – che a settembre dell’anno scorso ammontavano a più di 100mila euro – ma sarà anche costretto a farsi carico della demolizione degli abusi e della cosiddetta rimessa in pristino dell’area se e quando rientrerà in pieno possesso dello spazio concesso e del chiosco realizzato grazie alle somme concesse a mutuo.

Non resta che aspettarsi che ciò avvenga prima della “naturale” scadenza, ormai prossima, del rapporto concessorio tra il Comune e i gestori del chiosco, che si dia tempestiva esecuzione alla sentenza n. 201707594 del Tar e che si impedisca al concessionario di continuare a servire colazioni gustose ed aperitivi salati –  in senso lato – anche in ragione del fatto che i conti sono destinati a non rimanere esclusivamente a carico dei clienti a differenza di quanto normalmente accade.

 

Roma, non solo gladiatori ed ambulanti

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