Skip to main content
La vittoria in Liguria della coalizione di centrodestra guidata dal sindaco uscente di Genova Marco Bucci era largamente prevedibile. Era largamente prevedibile perché prevedibili erano le conseguenze nefaste dei due principali errori di strategia politica commessi dai leader nazionali del centrosinistra, e di conseguenza dalle loro emanazioni locali.
Il primo errore è consistito in un surplus di moralismo. Il centrosinistra ha scommesso, evidentemente sbagliando, sugli effetti benefici dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni del governatore del centrodestra Giovanni Toti.
Ritenendo che la notizia avesse spezzato il legame di fiducia tra l’elettorato di centrodestra e i propri rappresenti politici e che potesse fungere da traino nei confronti dell’elettorato di sinistra, i leader nazionali di Pd, Avs e Movimento 5stelle hanno inscenato vere e proprie manifestazioni lungo le vie di Genova invocando, con fare giacobino, la testa di Toti.
Hanno fatto di una piccola inchiesta giudiziaria locale un grande caso nazionale.
Hanno perciò emblematicamente candidato al ruolo di governatore della Liguria un ex ministro della Giustizia, il dem Andrea Orlando, evidentemente convinti che il suo status passato fosse sufficiente a colmare la sua distanza presente dal territorio ligure e dai suoi problemi contingenti.
Il risultato delle elezioni dimostra quanto sbagliato sia stato il loro calcolo e, di conseguenza, quanto poco paghino le posizioni giustizialiste.
Il secondo errore ancor prima che con la politica ha a che fare con l’aritmetica. È noto da tempo che il centrosinistra risulta competitivo solo quando riesce a riunire tutte le proprie anime: dei centristi all’estrema sinistra. Stavolta non l’hanno fatto.
Non l’hanno fatto a causa del veto imposto dallo statista Giuseppe Conte all’alleanza con Italia Viva di Matteo Renzi. Il quale Renzi, come era prevedibile, ha sotterraneamente indirizzato i propri voti, non molti, in effetti, ma tutti comunque necessari, verso il candidato del centrodestra. Lo ha fatto per dimostrare di essere indispensabile al centrosinistra, e il risultato delle elezioni gli ha dato ragione.
Tutta colpa di Giuseppe Conte? Sì e no. A parte il fatto che, ma anche questo era prevedibile, il Movimento 5stelle in quanto tale ha registrato una pessima performance elettorale, probabilmente dovuta alla tradizionale mancanza di radicamento territoriale, al fatto che si votava nella regione del fondatore-ripudiato Beppe Grillo e alla circostanze che vedeva candidato anche un ex pentastellato come Nicola Morra, in casi del genere la responsabilità del mancato accordo politico va attribuita al federatore.
E fino a prova contraria il federatore del centrosinistra è, o dovrebbe essere, Elly Schlein. La quale, con tutta evidenza non ha né l’autorità né l’autorevolezza per imporsi sui cosiddetti alleati del cosiddetto campo largo.
Questi, a giudizio di chi scrive, i due principali errori commessi dai leader del centrosinistra. Che servano da lezione è materie di fede.

In Liguria la sinistra sconta il giustizialismo e le divisioni. La lettura di Cangini

Sono stati due gli errori commessi dal centrosinistra in Liguria. Quello di fomentare il giustizialismo, pensando che l’inchiesta che ha coinvolto l’ex governatore Giovanni Toti potesse recidere il rapporto di fiducia con l’elettorato e non aver radunato tutte le forze del campo largo in virtù dei veti messi da Conte verso Renzi. E la segretaria dem Elly Schlein non ha la statura per essere la federatrice del campo largo. Il commento di Andrea Cangini

Liguria, Bucci in vantaggio e campo largo a rischio deflagrazione. Gli scenari di Cianfanelli (YouTrend)

Il candidato di centrodestra Marco Bucci sembra in vantaggio rispetto al competitor, Andrea Orlando espressione del campo largo. In Liguria si giocano diversi equilibri, perché nel centrosinistra – se le cose andassero male – si rischierebbe di riaccendere conflitti pesanti mai sopiti. In particolare tra Movimento 5 Stelle e centristi. Il commento del sondaggista di YouTrend, Francesco Cianfanelli ai primi risultati delle regionali

Le sfida dell'industria spaziale tra pressioni e opportunità. Il piano dell'Esa

L’industria spaziale europea sta affrontando pressioni che richiedono all’Esa di introdurre misure per supportare le imprese del settore in crisi. Intanto, il progetto “Explore 2040” dell’Esa punta a rafforzare il ruolo europeo nell’esplorazione della Luna e di Marte. Le decisioni attese al Consiglio Ministeriale 2025 saranno determinanti: riuscirà l’Europa a trasformare queste sfide in opportunità per la leadership spaziale?

Ghost Shark, ma non solo. Su cosa ha lavorato Aukus durante Autonomous Warrior 2024

La recente esercitazione ha visto Australia, Regno Unito e Stati Uniti sperimentare assieme tecnologie autonome avanzate, potenziando la sorveglianza marittima e la condivisione in tempo reale dei dati per migliorare l’interoperabilità e le capacità operative congiunte

Meloni in Libia punta sulle Camere di commercio per rafforzare la cooperazione

Il Business Forum Italia-Libia 2024 a cui sarà presente la presidente del Consiglio avrà quattro focus tematici su temi nevralgici come energia, agricoltura e pesca, sanità e farmaceutica, infrastrutture e design, accompagnate da un approfondimento speciale su Università e formazione professionale. Si tratta dei medesimi ambiti su cui ruota il Piano Mattei

Pechino stringe la presa sulle terre rare. Le ultime mosse

Con le recenti restrizioni all’export di metalli rari e nuovi investimenti strategici, la Cina punta a consolidare il proprio dominio sul mercato globale delle terre rare, elementi chiave per la tecnologia avanzata. L’Occidente cerca alternative, ma rimane vulnerabile al controllo cinese

Wall Street allunga l’orario. Ecco perché è una questione di sicurezza nazionale

All’indomani della proposta russa per la creazione di una Borsa per i cereali formato Brics, la piazza finanziaria più famosa al mondo è pronta ad allungare l’orario di apertura, per aumentare scambi e capitalizzazione

Dietro una nuova cortina di ferro. La Russia raccontata da Marzio Mian

Di Tonino Bettanini

Per Mian la Russia sembra pronta “a resistere e a soffrire (azioni in cui i Russi hanno sempre eccelso)”,  forse rassegnata a un futuro di isolamento, autocrazia e forse anche di autodistruzione. La recensione di Tonino Bettanini

Uruguay verso il ballottaggio, chi sono i candidati e cosa propongono

La prima tornata elettorale nel Paese sudamericano è stata vinta da Yamandú Orsi (Fronte Ampio), principale rappresentante della sinistra e allievo dell’ex presidente José Mujica. Per la destra corre Álvaro Delgado. Cosa unisce e cosa divide i due candidati

L'accordo sugli extra profitti delle banche ha evitato danni strutturali alle imprese. L'analisi di Ferretti

Una ipotetica tassazione diretta, comprimendo i margini delle banche, avrebbe compresso anche la possibilità per queste ultime di applicare condizioni più favorevoli alle imprese nel tentativo di supportarle nella ripresa post crisi. Il commento di Andrea Ferretti

×

Iscriviti alla newsletter