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Un piano per la vendita a Cdp di quote del Tesoro possedute nelle aziende partecipate e quotate in Borsa. Una nuova direttiva sulle nomine nelle società del Tesoro. E chiarimenti sui criteri con cui sono state effettuate le recenti designazioni ai vertici delle stesse società. Piani, direttiva e dichiarazioni sono appannaggio del ministero dell’Economia retto da Pier Carlo Padoan. Ecco parole e opere del Tesoro negli ultimi giorni.

IL PIANO DEL TESORO PER LA CDP

L’obiettivo del Tesoro – secondo le ultime ricostruzioni – sarebbe la cessione di quote del ministero dell’Economia in società come Enel (23,5%), Poste Italiane (29,6%) o Eni (4%) alla Cassa depositi e prestiti (controllata all’80% dal Mef). Il ricavato dalla cessione servirebbe a ridurre il debito pubblico, perché la Cdp è considerata da Eurostat fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, andando incontro alle richieste che arrivano dalla Commissione europea ed evitando la dismissione delle aziende direttamente sul mercato. A fronte delle partecipazioni cedute il Tesoro – come ha scritto sabato scorso il Corriere della Sera – riceverebbe azioni privilegiate, che garantiscono i dividendi ma non i poteri di gestione sulle società. Azioni che poi potrebbero essere cedute in parte agli investitori istituzionali.

LA DIRETTIVA

Sulla pagina web del Tesoro dedicata alle partecipate è visibile tra i “riferimenti normativi”, un documento di due pagine dal titolo “Direttiva relativa alle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero”. A farne menzione in audizione parlamentare è stato lo stesso Padoan (leggi qui cosa prevede la nuova direttiva). Il documento è datato 16 marzo 2017, ovvero solo due giorni prima che il Tesoro ufficializzasse le candidature, e sostituisce la direttiva Saccomanni del 2013 sulle nomine dei cda delle società controllate dallo Stato eliminando i requisiti che prescrivevano l’ineleggibilità.

LEONARDO

In audizione in Parlamento, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, è tornato la scorsa settimana ad esprimersi sui criteri utilizzati per la formazione delle liste dei candidati per il rinnovo degli organi sociali in rilevanti società a partecipazione pubblica.

“Diversificazione del business” è una delle motivazioni, forse la più rilevante, che ha portato il governo alla scelta di Alessandro Profumo come capo azienda di Leonardo, ex Finmeccanica.

“Per Leonardo – ha detto – in considerazione delle caratteristiche della società, nonché della natura internazionale delle attività, “la scelta è stata orientata alla ricerca di un profilo che possa far fronte all’esposizione internazionale del gruppo e alla diversificazione del business. Si è scelto anche di consolidare i risultati positivi mantenendo la quasi totalità del consiglio di amministrazione”.

Il ministro ha sottolineato poi che per quanto riguarda la composizione dei cda della controllate, “una composizione mediamente di 9 componenti è apparsa adeguata ad assicurare una governance equilibrata” ma anche che “nel caso di Leonardo si è ritenuto comunque di confermare l’attuale dimensione di 11 componenti anche per esigenze di continuità e tenuto conto delle specifiche caratteristiche della società stessa”.

“Faccio notare che la spiegazione delle scelte prese va di pari passo con la questione della strategia che queste imprese devono seguire anche su indicazione dell’azionista” ha sottolineato aggiungendo che “nel caso di Leonardo e di Profumo una qualità che gli si riconosce è la sua capacità di avere non solo una esperienza internazionale ma una visione internazionale, oltre che la capacità di gestire situazioni complesse. E la visione è quella che forse potrebbe dare quel qualcosa in più a Leonardo che ha in questo periodo conseguito ottimi risultati in termini di consolidamento del core business, forse a scapito di una visione più strategica che ha portato a ridurre la posizione internazionale invece che ad espanderla”.

“Quindi – ha concluso – le capacità del dottor Profumo noi pensiamo possano aiutare nel riproporre una proiezione internazionale di Leonardo”.

POSTE ITALIANE

Alla base della scelta dei nomi per le liste dei nuovi vertici di Poste Italiane sono state privilegiate le competenze bancarie e assicurative. Per Poste, alla cui guida è giunto da Terna Matteo Del Fante, ha detto Padoan che “l’orientamento dell’attività della società verso ambiti di tipo bancario e assicurativo ha suggerito di ridefinire la struttura del Consiglio di amministrazione con figure con esperienza specifica in tali settori e anche per imprimere un’accelerazione al perseguimento della strategia di crescita”.

ENI ED ENEL

“Continuità” è la parola scelta da Padoan per motivare la scelta del governo di mantenere alla presidenza dell’Eni Emma Marcegaglia, affiancata dall’ad Claudio Descalzi, Patrizia Grieco, con  Francesco Starace in Enel.

“Per Eni ed Enel – ha detto Padoan – i consigli di amministrazione in carica hanno garantito assiduità nell’attività dimostrando un’adeguata complementarietà delle competenze. E si è ritenuto importante valorizzare la continuità dei lavori attraverso la conferma delle figure presenti”.

ENAV

Per Enav, Padoan ha spiegato invece che “a seguito del processo di privatizzazione si è reso necessario ridefinire la composizione del consiglio di amministrazione, al tempo stesso garantire continuità nel management, il consiglio è stato arricchito con professionisti di comprovata esperienza nel settore”.

NOMINE E TITOLI

“Non sono state le nomine indicate dal Tesoro a spingere al ribasso i titoli di Poste e Leonardo”, ha sostenuto inoltre il ministro dell’Economia rispondendo ad una domanda nel corso dell’audizione. “Andrò a verificare i numeri, mi sembra che non sia proprio così”, ha detto rispondendo a chi sottolineava la flessione dei titoli delle due società dopo l’ufficializzazione delle nomine. “Non dimentichiamo che c’è un trend di mercato che porta giù tutti i titoli in questi ultimi mesi – ha aggiunto – e non mi risulta che l’andamento di mercato delle due società sia stato oltre la media dell’andamento negativo”.

“Detto questo vediamo quale sarà l’impatto sulla quotazione di mercato nel medio termine quando i nuovi manager potranno effettivamente entrare in azione”, ha concluso Padoan.

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