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Con l’iscrizione dell’atto di fusione ai registri delle imprese di Verona e di Milano, domenica 1° gennaio è nato ufficialmente Banco Bpm il nuovo gruppo guidato da Giuseppe Castagna (ex numero uno di Bpm) e presieduto da Carlo Fratta Pasini, esattamente un giorno prima di quello che si è rivelato un fortunato debutto in borsa che ha portato il titolo “Banco Bpm” a chiudere i primi due giorni come migliore titolo del Ftse Mib (+7,2% dopo il +9,08%) .

Ecco tutti i dettagli del primo, e al momento unico, esempio d’integrazione tra banche popolari voluta dalla riforma del governo Renzi.

IL NUOVO GRUPPO

Con 4 milioni di clienti e una quota di mercato dell’8%, il nuovo BancoBpm nato dalla fusione di Bpm e Banco Popolare è focalizzato sul Nord Italia, con un attivo di circa 171 miliardi e oltre 25.000 dipendenti. Piuttosto ampio il portafoglio crediti deteriorati, ereditati in gran parte dal Banco Popolare. Il matrimonio tra le due banche è stato deciso il 23 marzo scorso dai rispettivi consigli di amministrazione, che hanno firmato il ‘protocollo d’intesa’ per la fusione.

LO SBARCO IN BORSA

Buona accoglienza è stata riservata dagli investitori al neonato gruppo bancario, che ha raggiunto una capitalizzazione di 3,77 miliardi di euro. Il primo gennaio 2016 le due banche capitalizzavano insieme 7,3 miliardi di euro.
L’istituto nasce con un capitale sociale di 7,1 miliardi euro, rappresentato da 1,5 miliardi di azioni ordinarie prive di valore nominale. Le azioni Banco BPM sono state quotate a partire dal 2 gennaio 2017 con conseguente revoca delle azioni delle due banche partecipanti alla fusione. Le azioni proprie in portafoglio delle due banche sono state messe a disposizione degli ex azionisti e degli ex soci di Banco Popolare e BPM a partire dal 4 gennaio 2017 e annullate senza concambio, si legge in una nota ufficiale.

LA GOVERNANCE E SOCI

Sede amministrativa del nuovo gruppo bancario è Verona dove, domenica 1 gennaio, si è riunito il Consiglio d’amministrazione che ha assegnato le deleghe, sotto la presidenza di Carlo Fratta Pasini: Giuseppe Castagna è stato nominato amministratore delegato, Guido Castellotti e Maurizio Comoli vicepresidenti, Maurizio Faroni direttore generale, Domenico De Angelis e Salvatore Poloni condirettori generali.
La governance del Banco Bpm sarà completata la prossima settimana, quando il consiglio di amministrazione (che si riunirà probabilmente martedì 10 gennaio) nominerà Pierfrancesco Saviotti, prima della fusione amministratore delegato del Banco Popolare, presidente del comitato esecutivo. Secondo quanto riportato dall’Ansa “tra gli obiettivi che impegneranno la banca nel 2017 c’è la creazione di un ‘nocciolo duro’ di soci che dia stabilità al management”, tema di cui si sarebbe discusso anche durante il recente cda. “Il bacino dei soggetti che potrebbero unire le forze include gli imprenditori storicamente a fianco del Banco Popolare, come Sandro Veronesi e la famiglia Bauli, alcune fondazioni (Carilucca e Cariverona), Unipol, con cui dovrebbero proseguire gli accordi di bancassicurazione. Castagna, che con gli investitori ha sempre avuto un buon feeling, sarà invece chiamato a trovare sostegno nel mercato. D’altra parte il livello di frammentazione dell’azionariato è molto alto, con l’assenza di soci sopra il 3% in entrambe le banche”.

LA PRIMA LINEA

Tante le conferme nella prima linea di Banco Bpm, sia sul versante Verona, che su quello milanese. Tra i primi ci saranno Carlo Bianchi (crediti), Carlo Palego (rischi), Gianpietro Val (amministrazione e bilancio), Roberto Speziotto (risorse umane), Sergio Sorrentino (audit), Andrea Marconi (segreteria affari societari), Angelo Lo Giudice (compliance), Francesco Minotti (istituzionali, enti e terzo settore), Ottavio Rigodanza (IT operations), Vincenzo Russo (leasing), Pietro Gaspardo (pianificazione e marketing retail),
Da Milano provengono invece Matteo Cidda (comunicazione), Luca Manzoni (corporate), Fabrizio Caputi (finanza), Roberto Giancarlo Peronaglio (investor relations), Antonia Cosenz (legale e regulatory affairs), Edoardo Ginevra (Npl), Giovanni Sordello (operations gestione asset e acquisti), Giuseppe Panetta (organizzazione), Giorgio Pellagatti (pianificazione e controllo) e Maria Louise Arscott (progetti speciali e monitoraggio).
Rimangono confermati invece i vertici delle controllate, con Marco Turrina alla guida di Banca Akros, Maurizio Zancanaro a Banca Aletti e Francesco Betti per Aletti Gestielle, mentre Paolo Testi prenderà il timone della Bpm spa, la controllata in cui confluirà per un triennio l’intera rete nazionale della Bpm. Confermati anche i top manager delle divisioni: Giordano Simeoni (Popolare Verona), Alberto Mauro (Popolare Novara), Fabrizio Marchetti (Popolare Lodi) e Roberto Perico (Credito Bergamasco).

LE SEDI

Terzo gruppo bancario in Italia dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit considerando numero di filiali (2.467), crediti netti verso la clientela e raccolta diretta ed indiretta, Banco Bpm arriverà a servire 4 milioni di clienti. L’istituto avrà una posizione di leadership nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, Veneto e Piemonte, regioni dove BancoBpm potrà vantare quote di mercato rispettivamente pari a circa il 16%, 10% e 13%.

IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI

Dopo la fusione tra Banco Popolare e Bpm Moody’s ha assegnato i rating al nuovo gruppo, confermando quelli delle due banche sui quali in ottobre era stato effettuato un ‘upgrade’: il rating di lungo termine sui depositi e “Ba2” il giudizio di lungo termine sul debito senior, “anche in relazione al miglioramento del profilo di credito del nuovo gruppo bancario2, si legge in una nota.
View positiva di Equita SIM che punta su Banco Bpm con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 4,3 euro. Per Equita “l’accelerazione dell’esecuzione del piano di riduzione del rischio attraverso la vendita di 8 miliardi di euro di Npl resta il principale driver. Banca Imi mantiene una “posizione positiva”sull’azione e conferma il giudizio “outperform”, fissando un target price meno generoso a 3,8 euro.
Gli analisti di Intermonte confermano“la visione positiva sul titolo” esprimendo un giudizio “outperform”. Per Intermonte sarebbe “importante la creazione di un nocciolo duro di azionisti, in quanto questo permetterebbe una maggior continuità e stabilità nella governance del Banco Bpm” in quanto la terza banca italiana “è potenzialmente scalabile”.

I PROSSIMI PASSI

Nei prossimi dovrebbe essere annunciata la vendita, con effetto retroattivo al 2016, di 650 milioni di crediti deteriorati dell’ex Banco, che porterebbe a 1,6 miliardi il totale dismissioni nell’anno passato, mentre il 27 marzo scadrà il limite dei diritti di voto fino al 5%, come previsto dalla legge di riforma delle Popolari del marzo 2015. Per raggiungere il controllo della terza banca italiana basterebbe poco più di un miliardo di euro.

Banco Bpm, ecco i giudizi degli analisti dopo la fusione tra Popolare di Milano e Banco Popolare

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