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Eni riduce nel 2016 il rosso a 1,464 miliardi dalla perdita netta di 8,778 miliardi del 2015. Lo rende noto il gruppo presieduto da Emma Marcegaglia e guidato dall’ad, Claudio Descalzi, precisando che nel quarto trimestre l’utile netto si è attestato a 340 milioni da una perdita di 8,7 miliardi nell’ultimo trimestre dello scorso anno. L’utile netto adjusted del quarto trimestre è pari a 460 milioni sostenuto dalla robusta ripresa dell’E&P e il risultato netto adjusted dell’anno sostanzialmente a break even (-340 milioni). L’utile operativo adjusted dell’anno è pari a 2,32 miliardi, in flessione del 48% principalmente a causa dello scenario (-3,3 miliardi) e dei problemi in Val d’Agri. Utile operativo adjusted del quarto trimestre si attesta a 1,29 miliardi, +103% rispetto al quarto trimestre 2015.

I CONFRONTI

Eni precisa che nel quarto trimestre l’utile operativo aduste di 1,29 miliardi ha registrato un’inversione di tendenza rispetto ai precedenti trimestri beneficiando principalmente della performance della E&P che con 1,4 miliardi di Ebit ha più che raddoppiato il risultato rispetto al quarto trimestre 2015 (+800 milioni). Tale trend riflette innanzi tutto l’effetto delle azioni di efficienza e ottimizzazione (700 milioni) e solo marginalmente della ripresa dello scenario petrolifero (+13,2% per il riferimento Brent) che non ha ancora interessato i prezzi del gas dato il lag temporale delle formule oil-linked.

LA CASSA

Eni ha registrato una generazione di cassa operativa nel quarto trimestre per 3,2 miliardi. Il flusso di cassa operativo normalizzato ad anno intero e’ pari a 8,3 miliardi in grado di finanziare il 95% dei capex in uno scenario Brent a 44 $/barile. Tutti i business mid e downstream hanno conseguito nell’anno una generazione di cassa positiva.

LE DISMISSIONI

Le dismissioni nell’anno per 2,6 miliardi sono pari a circa il 40% dell’obiettivo per gli anni 2016-2019 (7 miliardi). L’indebitamento finanziario netto si e’ ridotto a 14,8 miliardi per un corrispondente leverage di 0,28 (il leverage pro-forma inclusa la dismissione del 40% di Zohr e’pari a 0,24).

LE SCOPERTE

Nel 2016 l’Eni ha scoperto risorse per 1,1 miliardi di barili a un costo di esplorazione unitario di 0,6 dollari al barile. Le risorse esplorative scoperte negli ultimi 3 anni ammontano a 3,4 miliardi di barili, per un costo unitario di 1 dollaro al barile. La produzione si è attestata a 1,76 milioni di barili al giorno su base annua, in linea con il 2015 nonostante il fermo in Val d’Agri; nel trimestre la produzione è pari a 1,86 milioni di barili al giorno (-1,5%).

LA PRODUZIONE

Il livello produttivo, spiega l’Eni, è stato penalizzato dall’interruzione delle attività produttive in Val d’Agri (nel confronto su base annua) nonché dal recupero nel 2015 dei crediti per investimenti vantati verso l’Iran. Lo start-up di nuovi giacimenti e il ramp-up di quelli avviati nel 2015 (280 mila barili al giorno), in particolare in Angola, Egitto, Kazakhstan, Norvegia e Venezuela nonché le maggiori produzioni in Iraq (nel confronto su base annua) sono state compensate dalle fermate programmate, in particolare nel Regno Unito, e dal declino di giacimenti maturi. La quota di produzione estera è stata del 91% nel trimestre e del 92% su base annua (91% e 90%, rispettivamente nei periodi di confronto). Molto positivo è invece il tasso di rimpiazzo organico delle riserve nel 2016, che sale al 193%, record storico per la società. Anche considerando pro-forma la cessione del 40% di Zohr, il tasso di rimpiazzo rimane molto alto, pari al 139%.

Come va l'Eni di Descalzi e Marcegaglia

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