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Un milioni e 400.000 soci e oltre dodici milioni di clienti in tutta Italia. Sono questi alcuni dei numeri che caratterizzano il sistema delle banche popolari del nostro Paese. I dati – aggiornati alla fine del 2016 – riguardano la compagine sociale e la clientela degli istituti di credito aderenti all’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari presieduta da Corrado Sforza Fogliani e guidata dal segretario generale Giuseppe De Lucia Lumeno (nella foto).

IL TERRITORIO AL CENTRO

Banche fortemente legate ai territori d’origine, sottolinea Assopopolari, come confermano anche i numeri relativi al credito concesso alle piccole e medie imprese da un lato e alle famiglie dall’altro. I finanziamenti alle PMI l’anno scorso hanno superato i 30 miliardi mentre i nuovi mutui sono aumentati di oltre il 10% rispetto al 2015. Commenta De Lucia Lumeno: “La democrazia presente nelle dinamiche di relazione con il territorio delle Popolari  è un valore di generale importanza tale da poter essere ritenuto parte essenziale del codice etico implicito nella formula di queste banche. La partecipazione di tutti gli stakeholders alla vita della banca è la condizione indispensabile per mantenere quel grande bene che è l’autonomia e la capacità di operare sul territorio di questi istituti”.

IL PASSATO E IL FUTURO

L’evoluzione di cui il sistema delle banche popolari dovrà rendersi protagonista può essere riassunto in questo modo: piedi ben ancorati nella tradizione e, al tempo stesso, massima apertura al futuro. In fondo, la ricetta indicata dallo stesso De Lucia Lumeno: “Ripartire dalla nostra risorsa più importante, i nostri soci e i nostri clienti vuol dire prendere atto dei cambiamenti e coraggiosamente attuare riposizionamenti strategici e organizzativi importanti, partendo dai modelli di servizio, dai contenuti offerti e dalle modalità tramite le quali si vorranno gestire le risorse umane impiegate, grazie alle quali opera l’essenza stessa dei servizi del retail banking”.

Maastricht, popolari

Banche popolari, ecco i nuovi numeri

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Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e il teatrino dell'assurdo

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LUCIO CARACCIOLO

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