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Affidabile e professionale, con una vasta esperienza maturata sul campo. Questo è il profilo di Christopher Steele (nella foto) che emerge dalla comunità di intelligence internazionale. L’ex spia britannica del Mi-6 (i servizi segreti del Regno Unito) sarebbe l’autore del dossier di 35 pagine che sostiene che i russi siano in possesso di informazioni compromettente per ricattare il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Il documento è stato presentato all’intelligence americana, al presidente Barack Obama e allo stesso Trump.

UNA PERSONA SERIA E COMPETENTE 

L’inviato della Bbc Paul Wood ha detto che funzionari dei servizi segreti considerano Steele “molto prestigioso e competente”. John Sipher, spia ritiratasi dalla Cia con 28 anni di esperienza, ha definito Steele un agente “con buona reputazione e credibilità”. Secondo il Wall Street Journal, i due hanno lavorato insieme a Mosca negli anni Novanta. Un ex funzionario del ministero degli Esteri britannico, invece, ha detto al Guardian che “Chris è un professionista con esperienza. Non è il tipo di persona che informa su voci non confermate. Quello che dice Trump è falso. Chris è una persona seria. Non avrebbe potuto sopravvivere in questo lavoro se si fosse lasciato andare alle fantasie”.

L’ESPERIENZA A MOSCA 

Cinquantadue anni, Steele si è laureato a Cambridge ed è considerato esperto di Russia. Ha lavorato per due anni a Mosca durante la disintegrazione dell’Unione sovietica. È stato per molti anni diplomatico sotto copertura del Mi-6 in Russia e Francia, così come nella sede del ministero degli Affari esteri a Londra. L’ufficio del premier britannico, Theresa May, ha confermato che l’uomo è stato impiegato del governo inglese.

Il Daily Mail sostiene che Steele e la moglie sono stati vittime di pressioni da parte del Kgb, i servizi segreti russi. La coppia, con tre figli, viveva a Mosca mentre Steele lavorava per i servizi. Sembra si fosse lamentato che i carri-armati erano puntati in direzione di casa sua. Altri media britannici sostengono che Steele ha lavorato con lo spia russa, Alexander Litvinenko, ucciso nel 2006 per avvelenamento.

LA VERSIONE RUSSA

Per il Cremlino, invece, Steele continua a essere una spia attiva. L’ambasciata russa a Londra twittato che “gli agenti dei servizi inglesi non smettono mai di lavorare”. Il Daily Telegraph ha scritto che il lavoro di Steel su Trump inizialmente è stato finanziato dai repubblicani contrari alla candidatura del magnate, ma che dopo sono intervenuti anche i democratici. Per diversi mesi, l’ex spia ha procurato informazioni grazie ai suoi contatti russi.

UNA PROCEDURA STANDARD 

Secondo la Bbc, l’uomo è scappato e in questo momento si starebbe nascondendo perché teme per la sua vita. Un suo vicino, che abita a Surrey, a sud di Londra, ha detto ai media che Steele è andato via con la famiglia e gli ha chiesto di dare da mangiare ai tre gatti durante la loro assenza. Per il Daily Mail, la casa di Steele vale circa 1,5 milioni di sterline.

Membri del vertice del Mi-6 hanno dichiarato al Daily Mirror che l’ex spia potrebbe essere in un altro Paese: “Dal momento che  il suo nome è stato identificato, lui sicuramente pensa che la sua vita sia in pericolo e sta cercando di proteggersi e proteggere la sua famiglia”. Si tratterebbe di una procedura standard per chi è coinvolto in situazioneidel genere.

L’ORBIS BUSINESS INTELLIGENCE 

Il nome di Steele è filtrato prima negli Usa. Ex membro del Mi-6, attualmente lavora come direttore di Orbis Business Intelligence, una compagnia di consulenza di intelligence. Fondata nel 2009 da ex professionisti dell’intelligence britannica, l’impresa ha sede a Londra e vanta il supporto di una rete mondiale di esperti del settore e personaggi imprenditoriali di spessore, da quanto si legge sul sito web. Orbis Business Intelligence offre “consulenza strategica” e “operazioni di raccolta di informazione e inchieste transnazionali”. Christopher Burrows, vice-direttore della compagnia, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sul dossier contro Trump.

L’INCHIESTA SULLA CORRUZIONE NELLA FIFA

Sembra che Steele abbia collaborato con l’Fbi a New York nell’inchiesta per corruzione sulla Fifa. L’agenzia Reuters ha avuto accesso ad alcune email che indicano che durante l’estate del 2010 membri dell’Fbi a New York assegnati all’inchiesta “Crimine organizzato in Eurasia” hanno incontrato Steele a Londra per discutere del caso. Orbis Business Intelligence avrebbe offerto i propri servizi alla Football Association, l’istituzione statale del calcio nel Regno Unito, per contribuire all’inchiesta sulla Fifa.

Chi è Christopher Steele, l'ex spia Mi-6 che tiene in ansia Trump

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