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La commessa per il Turkish Stream avrebbe potuto mettere fine al contenzioso legale da 679 milioni sul South Stream. Ma Gazprom ha preferito il competitor di Saipem, la svizzera Allseas, per il realizzare il tratto offshore del gasdotto che ha preso il posto di quello che si era aggiudicato Saipem, poi abbandonato dal colosso russo. Ecco cosa prevede l’accordo con gli svizzeri di Allseas e gli ultimi dettagli della battaglia tra Saipem e Gazprom, che torna così in mano ai legali, dopo il tracollo di circa il 3% del titolo Saipem.

IL PROGETTO

Il gasdotto attraverserà il mar Nero, fino a giungere nella regione europea della Turchia, ai confini con la Grecia: la sezione offshore sarà lunga circa 910 chilometri, mentre la restante più o meno 180. I costi sono stati stimati a 11,4 miliardi di euro. Il Turkish Stream è stato annunciato dalle autorità russe nel dicembre 2014, per rimpiazzare l’ormai abbandonato progetto del South Stream: la sezione offshore dell’infrastruttura avrebbe dovuto essere composta da quattro tubature, con 15,75 miliardi di metri cubi di gas di capacità ognuna. I negoziati furono però sospesi a causa della crisi nelle relazioni bilaterali tra Mosca e Ankara. La decisione di riprendere i lavori sul progetto è sopraggiunta nell’agosto 2016, dopo l’incontro a San Pietroburgo tra il presidente russo, Vladimir Putin e l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan.

L’ACCORDO CON ALLSEAS

La società South Stream Transport, responsabile della costruzione del gasdotto Turkish Stream, ha firmato un contratto con la svizzera Allseas Group per la costruzione del primo ramo del tratto offshore dell’infrastruttura, con un’opzione per la costruzione anche del secondo ramo. L’accordo prevede la costruzione di due linee principali sul fondo del Mar Nero per un costo di 11,4 miliardi di euro. Secondo il contratto, il gruppo svizzero con sede a Chatel Saint Denis deve posare tubi per più di 900 chilometri sul fondale marino. Per portare a termine l’operazione la società userà la più grande nave di costruzione del mondo, la Pioneering Spirit. “Allseas inizierà i lavori per la costruzione del primo tratto a metà del 2017”, si legge nel rapporto pubblicato dall’ufficio stampa di Gazprom.

LA BATTAGLIA LEGALE

Saipem nel 2014 si era aggiudicata contratti per un totale di 4 miliardi di euro relativi a South Stream, di cui circa 400 milioni di euro già contabilizzati quell’anno. “Era data in pole position e sembrava la candidata naturale a ricevere la nuova commessa, sia per riparare appunto allo sgarbo del South Stream sia perché quel tratto sottomarino è praticamente identico nel vecchio e nel nuovo tracciato, e la società di ingegneria petrolifera italiana aveva già iniziato a lavorarci per il South Stream”, si legge su MF/Milano Finanza.

L’ARBITRATO

Tra Saipem e Gazprom è in corso un arbitrato dal novembre del 2015. La richiesta di risarcimento è stata recentemente abbassata da 760 a 679 milioni. Nel frattempo il colosso russo ha svalutato, a seguito di un impairment test, il contratto relativo al South Stream per circa 800 milioni, cifra vicina a quella del risarcimento. Il prossimo appuntamento davanti alla corte arbitrale della Camera di commercio internazionale di Parigi è fissato per il 3 marzo 2017.

IL REPORT DI EQUITA

Secondo gli analisti di Equita, nello scenario migliore, con un incasso del 100% dell’importo richiesto dal gruppo petrolifero milanese, “avremmo un impatto sulla nostra valutazione di 0,07 euro per azione, ovvero un +15%”. Tuttavia, “al momento la visibilità su esito e tempistica della fine dell’arbitrato è ancora bassa”.

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