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Anche Mosca potrebbe presto avere il suo Starlink. In un’intervista rilasciata al giornalista televisivo russo Vladimir Solovyov, il nuovo capo di Roscosmos (l’agenzia statale spaziale russa) Dmitry Bakanov ha parlato della questione, sottolineando il cambio di approccio attuato dall’ente da poco sotto la sua leadership, assieme all’importanza di abbandonare l’“inerzia” e di attrarre più giovani per portare a termine con successo progetti come quello. Prima di dirigere Roscosmos, Bakanov è stato direttore di una società chiamata Gonets, che gestisce un sistema di comunicazioni satellitari russo di dimensioni molto più ridotte e utilizzato principalmente per scopi governativi; la sua scelta segnala quindi l’intenzione di spingere in questa direzione da parte della leadership moscovita.

“Diversi veicoli di prova in orbita sono già stati ispezionati e quelli di produzione sono stati modificati di conseguenza”, ha affermato Bakanov. “Stiamo anche procedendo rapidamente in questa direzione”. Un’azienda aerospaziale russa, nota come Bureau 1440, sta sviluppando un sistema satellitare in orbita terrestre bassa per la trasmissione globale di dati a banda larga noto come Rassvet. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia statale russa Tass pochi mesi fa, Bakanov aveva prospettato un primo lancio di satelliti (16, secondo le stime fornite dallo stesso manager) entro la fine di quest’anno. Si prevede che entro il 2035 ne saranno lanciati più di 900, mentre già dal 2027 con oltre 250 satelliti in orbita diventeranno operativi i servizi commerciali.

Già in passato, e in particolare nel 2018, Putin aveva annunciato la nascita di una controparte russa per Starlink, noto come “Sfera”; tuttavia, il progetto è stato abbandonato a causa delle sanzioni imposte a Roscosmos dai Paesi occidentali.

“La Russia dispone di un solido expertise nell’ambito delle comunicazioni satellitari sin dai tempi dell’Urss, anche in virtù della sua espansione geografica. I satelliti erano fondamentali per collegare anche le più remote aree tanto dell’Unione Sovietica di allora, quanto della Federazione Russa di oggi”, spiega a Formiche.net il ricercatore della Cornell University Nicolò Boschetti, il quale suggerisce che “questo sia un normale e ormai imprescindibile sviluppo delle tecnologie spaziali nazionali. L’Unione Europea sta sviluppando IRIS^2 e in Cina diverse compagnie stanno sviluppando costellazioni per le comunicazioni in orbita bassa. E anche la Russia sta seguendo questa tendenza dettata dalla necessità di aumentare la ridondanza nelle connessioni Internet e acquisire indipendenza infrastrutturale”.

Secondo l’esperto è probabile che la costellazione russa sarà avrà un carattere dual-use esattamente come Starlink, con molte similitudini con Starshield, che sarebbe la ocntroparte militare dell’architettura di SpaceX. “I russi hanno imparato sul campo in Ucraina che i vecchi paradigmi di comunicazioni satellitari in orbita geostazionaria non sono più sufficienti in operazioni dominate dai droni. Trovo quindi una normale conseguenza delle lezioni imparate in Ucraina il costruire il prima possibile una costellazione satellitare domestica. Da questo punto di vista, nonostante un forte expertise e comunque sistemi di tutto rispetto, la Russia è oggettivamente in ritardo in orbita bassa. Senza questa costellazione sarà difficile, in Ucraina o in altri teatri, per la Russia proiettare il proprio potenziale bellico in modo comparabile agli eserciti che usano Starlink, Oneweb, Ses, o simili”.

Non a caso, le stesse forze armate russe sembrano aver utilizzato (illegalmente) i servizi di Starlink nella conduzione delle loro operazioni in Ucraina. Non è da escludere, dunque, che la nuova costellazione possa diventerà operativa per funzioni militari ancora prima della data prevista per un uso impiego commerciale. Magari addirittura in tempo per influenzare lo scontro in corso.

 

 

 

La "Starlink russa" è quasi realtà. Parola del capo di Roscosmos

La Russia prepara il lancio dei primi sedici satelliti della costellazione Rassvet entro fine anno. Con questa iniziativa Mosca punta a ridurre il ritardo rispetto alle reti occidentali e cinesi e a integrare il sistema nelle proprie operazioni militari. “La Russia dispone di un solido expertise nell’ambito delle comunicazioni satellitari sin dai tempi dell’Urss, anche in virtù della sua espansione geografica”, dice a Formiche.net Nicolò Boschetti, ricercatore della Cornell University

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