Skip to main content

Rilevava il quotidiano “Avvenire” nel febbraio dello scorso anno: “Di solito si vede molta enfasi, nella comunicazione mediatica, sulla nazionalità degli autori di reati, quando sono immigrati, mentre subentra una strana afasia quando immigrate sono le vittime del lavoro”.

Tema che amplia, quello dei numerosi morti stranieri, le riflessioni sollecitate dalla celebrazione della 75^ “Giornata nazionale per le Vittime degli incidenti sul lavoro” in questo periodo tanto tragico, ben evidenziato peraltro dal manifesto rievocativo della “Giornata”. E che comporta l’attenzione delle diplomazie e delle autorità dei paesi di provenienza.

Alla fine del 2024 sono state 1.090 le vittime sul lavoro in Italia (49 in più rispetto a dicembre 2023). Di queste, straniere ben 227. Le denunce di infortunio in occasione di infortuni sul lavoro ammontano a 388.87 per gli italiani, mentre se ne registrano 101.849 per gli stranieri.
Da gennaio ad agosto 2025 si contano 148 vittime straniere, su un totale di 681; 108 sono deceduti in occasione di lavoro e 40 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro per i lavoratori stranieri risulta essere più che doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri hanno 43 morti ogni milione di occupati, contro i 18 italiani.

Se 2,4 milioni d’immigrati lavorano regolarmente in Italia, e parecchi altri ne servirebbero stando alle richieste del mondo imprenditoriale, è perché la nostra economia ha ancora largamente bisogno di questo tipo di lavoratori, tenuto conto che i giovani italiani rifiutano di accedere, ad esempio, ad un cantiere edile.

Ora nella linea del governo c’è la tendenza a favorire nuovi ingressi di lavoratori immigrati, anche per la spinta di istanze imprenditoriali. Ciò comporta – come è stato rilevato – una verifica delle condizioni in cui verranno impiegati i nuovi arrivati, della formazione anti-infortunistica nonché della vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza.

Da non trascurare l’istruzione linguistica, le condizioni abitative che indirettamente possono incidere sugli infortuni sul lavoro. Ed in questa direzione concreti passi avanti dal governo sono stati fatti con il provvedimento sulle “Disposizioni urgenti in materia di ingresso regolare di lavoratori e cittadini stranieri, nonché di gestione del fenomeno migratorio” (D.L. 3.10.2025 n.146).

Le disposizioni, in vigore dal 4 ottobre, oggetto di un accurato dossier contenente approfondite schede di lettura redatte dai valenti funzionari e documentaristi dei servizi Studi di Senato e Camera, prevedono tra l’altro il riconoscimento ai titolari di permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale e vittime di violenza domestica la possibilità di beneficiare dell’assegno di inclusione;
consentono, in deroga ai limiti del testo unico sull’immigrazione (d.lgs. 22 luglio 1998, n. 286), l’ingresso e il soggiorno di lavoratori stranieri, entro il numero massimo di 10.000 annui, da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità o per la cura di “persone grandi anziane”;
puntualizzano il diritto all’integrazione, consistente nella predisposizione degli strumenti idonei per garantire anche agli stranieri, per quanto è possibile, gli stessi diritti dei cittadini per rimuovere gli ostacoli al loro esercizio e per favorire l’ inclusione nella società;
viene poi stabilizzata l’operatività del Tavolo – che si apre anche agli enti religiosi civilmente riconosciuti – per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e consentito l’accesso al Fondo per la lotta al reclutamento illegale della manodopera straniera.

Ne sarebbe dunque contento Max Frisch, nato a Zurigo nel 1911, considerato spirito critico del Novecento e tra i massimi scrittori e drammaturghi di lingua tedesca, il quale ammoniva, a proposito di immigrati, che unitamente alle braccia – lo ricorda, sempre su Avvenire, Maurizio Ambrosini – arrivano le persone, con bisogni, aspirazioni e diritti.

Occorre comunque una forte solidarietà con tutti i lavoratori ed “una presa di coscienza collettiva – come rileva il presidente Anmil di Pesaro, Fausto Luzi – e un impegno concreto per porre fine a una strage silenziosa.”
Ed il prezioso lavoro dell’Anmil deve essere accompagnato dal fattivo interesse di entità private e pubbliche.

Negli incontri Anmil a cui tante volte ho avuto il piacere di partecipare si deploravano certo gli incidenti mortali ma il loro numero non era tale da oscurare le tematiche relative al miglioramento delle condizioni degli infortunati, sulle quali soprattutto si concentrava l’attenzione.

Ora il quadro si è tragicamente rovesciato per il soverchiante ed incredibile numero di decessi. E pensare che già due anni fa, in occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il presidente della Repubblica Mattarella ammoniva:” Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza: il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. La cultura della sicurezza deve permeare le istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro”.

Insomma, c’è bisogno di una mobilitazione globale che veda coinvolti datori di lavoro nello scrupoloso rispetto delle regole, lavoratori consapevoli dei rischi e attenti a non commettere imprudenze, l’intera collettività presente e reattiva dinanzi alle esigenze della sicurezza.

La sicurezza sul lavoro, gli immigrati e i richiami di Mattarella

Di Giorgio Girelli

C’è bisogno di una mobilitazione globale che veda coinvolti datori di lavoro nello scrupoloso rispetto delle regole, lavoratori consapevoli dei rischi e attenti a non commettere imprudenze, l’intera collettività presente e reattiva dinanzi alle esigenze della sicurezza. La riflessione di Giorgio Girelli, Coordinatore Centro Studi Sociali “A. De Gasperi”

Dal grano ai libri, come prosegue il Piano Mattei per l'Africa

Un interessante momento di riflessione si è tenuto in occasione del panel Knowledge as Power: the Mattei Plan and the Africa’s Path to Inclusive Growth ai Med Dialogues in corso a Napoli. “Formazione, cultura, istruzione, cooperazione e cooperazione universitaria rappresentano la spina dorsale del Piano Mattei, perché per noi la spina dorsale dello sviluppo e degli aiuti allo sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della cooperazione internazionale è la persona, l’essere umano”, ha spiegato il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli

Irpef, sanità e casa. Cosa contiene la quarta manovra Meloni

Dopo un travagliato e per nulla scontato accordo con le banche, che frutterò circa 11 miliardi in tre anni ma senza ricorrere a tasse sugli extraprofitti, il governo ha messo il timbro su una finanziaria leggera ed essenziale, con una cubatura da 18 miliardi. Ecco tutte le misure

Transatlantic Dialogue, l’Europa alla ricerca di una nuova architettura di sicurezza

Alla John Cabot University di Roma, il dibattito “Europe’s Security Architecture in a Changing World” ha riunito diplomatici, accademici e ufficiali italiani ed europei per riflettere sul futuro dei rapporti transatlantici

Riconoscimento e minacce, vi spiego l'approccio di Trump con Putin. Parla De Stefano (Luiss)

“L’approccio di Trump è un po’ quello del bastone e della carota. Fino ad Anchorage ha mostrato a Putin la disponibilità ad incontrarsi e a riconsiderare la Russia come un interlocutore e non un paria, andando su questioni che vanno oltre il singolo dossier ucraino”. La lettura di Carolina de Stefano, docente presso la Luiss, della nuova telefonata Trump-Putin e del possibile incontro in Ungheria

Razionalizzazione e modernizzazione. Ecco il piano Mattei per la difesa

La riforma della Difesa del giugno 2024 ha ridisegnato la catena amministrativa del ministero, separando il segretariato generale dal direttorato degli armamenti e affidando per la prima volta la guida a un civile, Fabio Mattei. Il nuovo assetto punta a rafforzare la sinergia tra militari e civili, modernizzare le procedure con strumenti digitali e garantire maggiore trasparenza, efficienza e controllo della spesa in un contesto geopolitico in rapido mutamento

La tabellona di Giorgetti, la smorfia di Meloni, il cellulare di D'Alema. Queste le avete viste?

È pronta per approdare in aula la legge di bilancio licenziata oggi dal Consiglio dei ministri e presentata poi in conferenza stampa dal ministro Giorgetti, con tanto di tabellona, mentre le espressioni di Meloni fanno il giro del mondo, ma partono da Palazzo Chigi (come in questo caso). E poi Pizzi pizzica D’Alema e Tremonti intenti a guardare il cellulare all’assemblea di Coldiretti. Ecco le foto politiche degli ultimi sette giorni

Dalla casa bianca a Caracas, Trump ordina le covert actions contro Maduro

Trump rompe il silenzio e conferma le covert action della Cia in Venezuela. Tra deterrenza, consenso interno e guerra ibrida, il backyard latino torna ad essere un laboratorio di influenza.

Opportunità o minaccia? Da dove passa la sfida cinese a Usa ed Europa

La competizione tra Stati Uniti e Cina rappresenta l’apice di uno scontro sistemico che coinvolge dimensioni militari, economiche, tecnologiche e culturali. Un confronto che non si gioca solo sui campi di battaglia ma nelle fabbriche, nei data center e nelle università. Di questo si è discusso al Centro Studi Americani, durante un evento del Festival della Diplomazia che ha messo al centro le sfide poste da Pechino e le risposte di Washington e Bruxelles

L'evoluzione dell'intelligence? Non è tutto scontato con l'IA. L'analisi di Teti e Manenti

La tematica che è stata ampiamente spiegata sui banchi dell’Università di Bari da due “docenti” d’eccezione: l’ex direttore dell’Aise Alberto Manenti e il prof. Antonio Teti, responsabile dei sistemi informativi e referente per la cybersicurezza all’Ateneo di Chieti-Pescara. Punto di partenza sono le politiche da mettere in campo contro il terrorismo, come la prevenzione della radicalizzazione eversiva, una maggiore sicurezza informatica, mescolata ad una diversa percezione di quel fenomeno magmatico che prende il nome di cyber sicurezza

×

Iscriviti alla newsletter