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Donald Trump entusiasta: “Una valutazione da uno a 10? 12!”. Xi Jinping saggio e realista: “Lavorare insieme per il bene del mondo e non restare intrappolati in un circolo vizioso di ritorsioni reciproche”.

È dal confronto delle dichiarazioni a caldo dei due Presidenti che risaltano maggiormente le valutazioni sul vertice Usa Cina in Corea del Sud.

Un summit di portata globale per la pace e la stabilizzazione dell’economia, come evidenzia il barometro del prezzo in calo del petrolio in Asia e del ribasso dei Future sul Wti statunitense, il prezzo del greggio in tempo reale.

La linea mediana dell’analisi sui molti punti controversi del vertice fra Trump e Xi Jinping scaturisce emblematicamente, in riferimento allo storico incontro del 1972 fra Nixon e Mao Tse Tung, dal ping pong delle dichiarazioni di Washington e Pechino.

Al “grande successo“ tout court del tycoon corrisponde la ponderatezza del leader cinese: “Non sempre siamo d’accordo. Ma è normale che le due principali economie mondiali abbiano di tanto in tanto degli attriti. Cina e Stati Uniti sono pienamente in grado di aiutarsi a vicenda per avere successo e prosperare insieme”.

Solo sorrisi, strette di mano e dichiarazioni di principio o anche accordi concreti? Pur se l’effettivo bilancio del vertice sud coreano sarà determinato dalla coerenza dell’andamento dei rapporti bilaterali dei prossimi mesi, è possibile sviluppare una sintesi sui principali temi del confronto.

Terre rare: “Tutte le questioni su questo tema sono state risolte – ha detto Trump, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force one al ritorno negli Stati Uniti – e questo vale per il mondo. Questa era una situazione mondiale, non solo per l’America. Non ci sono più ostacoli da parte della Cina”. Secondo il presidente americano, l’accordo potrebbe essere firmato “molto presto, sarà un accordo per un anno, ma lo estenderemo”. Sul punto Xi Jinping si è limitato a affermare che si è raggiunto un “consenso sulle soluzioni ai problemi”.

Dazi: gli Stati Uniti hanno deciso di ridurre con effetto immediato i dazi su tutti i beni cinesi imposti per punire Pechino per il traffico di fentanyl, mentre la Cina ha accettato di comprare dagli Usa “enormi quantità di soia e altri prodotti agricoli”. Per Xi :”Le relazioni economiche e commerciali dovrebbero continuare a essere il motore delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, non un ostacolo o un punto di conflitto”.

Ucraina: Trump ha riferito che con Xi hanno concordato di “lavorare insieme” e per quanto riguarda gli aspetti politici, ci sarà una collaborazione per porre fine alla guerra, ma non é stato affrontato il tema scottante degli acquisti cinesi di petrolio russo. Che tuttavia Pechino acquista a prezzi stracciati.

Taiwan: come se fosse un tabù la questione non è stata sfiorata, ma questo non significa che se ne sia parlato a livello di trattative preparatorie fra le delegazioni americana e cinese.

Complessivamente, che si sia trattato di un vertice positivo, ma soprattutto introduttivo e preparatorio di un accordo commerciale e politico strategico complessivo non solo sull’area Indo Pacifica, lo fa pensare l’enfasi con la quale Trump ha annunciato che ad aprile si recherà in visita in Cina e che Xi ricambierà la visita negli Stati Uniti a Washington o a Palm Beach.

Una prospettiva di pace turbata dal sinistro annuncio di Trump di una ripresa immediata dei test atomici, in risposta ai continui annunci di collaudi di missili e siluri nucleari da parte di Putin.

Il Presidente americano ha tuttavia specificato che la denuclearizzazione sarebbe una “cosa straordinaria”, e dulcis in fundo ha rivelato che “è qualcosa di cui stiamo parlando con la Russia, e la Cina si aggiungerebbe se facessimo qualcosa”. Un annuncio che rilancia una prospettiva di speranza per il pianeta Terra.

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