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L’Indo-Mediterranean Corridor ritorna al centro del dibattito politico ed economico. Nel cuore di Roma, un panel di esponenti istituzionali italiani e indiani, rappresentanti del mondo marittimo e diplomatico, ha discusso delle prospettive dell’India-Middle East-Europe Economic Corridor (Imec). Lanciato al G20 di Nuova Delhi nel 2023, il progetto resta oggi uno dei pilastri per la connettività globale, capace di intrecciare commercio, sicurezza e diplomazia.

L’incontro odierno fa parte della nuova serie “Indo-Mediterranean Dialogues”, organizzata dall’Ufficio del Chief Representative per l’Italia della Indian Chamber of Commerce, Vas Shenoy, come continuazione della Indo-Mediterranean Initiative lanciata lo scorso anno all’Ara Pacis.

Un contesto internazionale in evoluzione

Il quadro geopolitico conferma l’attualità del corridoio. La proposta avanzata dal presidente Donald Trump per la fine della guerra a Gaza potrebbe ridare slancio a Imec, che dopo l’Arabia Saudita approderà al porto israeliano di Haifa. La riuscita dell’iniziativa avrebbe effetti a catena, rafforzando la stabilità del Medio Oriente e la resilienza logistica tra Asia ed Europa.

In parallelo, il 1° ottobre entrerà in vigore l’India-European Free Trade Association (Efta) Trade and Economic Partnership Agreement (Tepa), che prevede investimenti per 100 miliardi di dollari in India nei prossimi 15 anni, in cambio della riduzione dei dazi sul 98% dei prodotti. La Svizzera, maggiore economia e Paese più popoloso dell’Efta, confina con l’Italia e necessita di porti dedicati per i collegamenti con l’India: un tema che amplia la prospettiva oltre Trieste e lega Roma non solo a Imec ma anche ad altri corridoi commerciali.

Italia e India, un partenariato strategico

Negli ultimi mesi Roma e Nuova Delhi hanno consolidato la cooperazione bilaterale. In Senato è stato ratificato l’accordo Italia-India sulla difesa, un ulteriore tassello del partenariato strategico avviato con la visita di Giorgia Meloni a marzo 2023. La premier italiana ha spinto per un allineamento europeo: l’accordo di libero scambio UE-India è visto come passaggio cruciale per rafforzare Imec e sostenere la crescita economica di entrambe le sponde.

Il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha ricordato che “Imec è un elemento in cui dobbiamo avere fiducia”, anche davanti a rivali delle democrazie che cercano allineamenti alternativi. Per l’Italia, “storicamente al centro delle dinamiche della connettività globale”, il corridoio è una soluzione per stabilità e pace, fondate sulla capacità di creare connessioni. Da qui il richiamo all’Fta UE-India come acceleratore.

Porti e Blue Economy

Il corridoio non è solo un’infrastruttura, ma una rete di porti, ferrovie e rotte marittime integrata con il canale di Suez. In questo scenario l’Italia ha un vantaggio competitivo: “Nessun Paese del Mediterraneo ha tanti porti internazionali quanti ne ha l’Italia”, ha osservato l’ambasciatore Francesco Maria Talò, che da aprile riveste il ruolo di Inviato speciale dell’Italia per Imec, sottolineando la necessità di “fare squadra per studiare come presentarci all’esterno”. L’auspicio è che l’aumento previsto degli scambi con l’India, fino al raddoppio, generi opportunità condivise, dentro la cornice europea di Team Europe. “Il Mediterraneo, con l’Italia al centro, è ciò che raccorda l’Atlantico all’Indo-Pacifico, ossia i due più grandi bacini acquei del mondo”, ha aggiunto Talò, che definisce Imec “rete di connettività”.

Dal punto di vista industriale, il presidente di Assarmatori Stefano Messina ha definito Imec “uno dei tasselli” della Blue Economy. Il governo Meloni, ha detto, “ha colto il senso e il valore di questo”. Ma ha anche chiarito le priorità del settore: “Adesso a noi non serve aiuto agli investimenti […], ma chiediamo snellimenti e facilitazioni” nelle procedure amministrative.

Il ruolo dei partner

Per il senatore Matteo Gelmetti, “l’India ha caratteristiche ben precise per essere un partner affidabile e strategico con il quale iniziare, per l’Italia e per l’Europa, un percorso comune”. Da qui la proposta di un rapporto costante sul dual-use, come leva di cooperazione industriale, e un rafforzamento della partnership nell’ottica della tutela delle democrazie.

Dal lato indiano, Sanjay Pulipaka ha sottolineato che “i corridoi sono relazioni”, che vanno oltre il commercio per estendersi al quadro politico e umano. Una visione che lega Imec a una dimensione più ampia di alleanza tra democrazie.

Il vicepresidente della Commissione Esteri alla Camera Paolo Formentini, motore dell’approfondito studio sull’Indo-Pacifico redatto proprio da quella stessa Commissione, ha salutato i lavori ribadendo l’“impegno corale per mantenere libero il commercio globale”. Una consapevolezza ormai diffusa “non solo nelle istituzioni ma tra i cittadini”, ribadendo che “difendere le democrazie è la sfida del nostro tempo”.

Una cornice strategica

Imec si colloca all’intersezione di più strategie: dal Global Gateway europeo al Piano Mattei italiano, fino al piano d’azione strategico Italia-India 2025-2029. Nonostante le difficoltà — instabilità mediorientale, tempi lunghi delle infrastrutture saudite, limiti di governance — resta uno strumento concreto per rilanciare il commercio indo-mediterraneo.

In questo quadro, Trieste appare come porto naturale del corridoio, collegato ai corridoi europei e potenziale sede di un forum ministeriale dedicato. Ma l’attenzione si allarga: l’entrata in vigore dell’Eta-Tepa e il ruolo della Svizzera come partner commerciale mettono in luce come l’Italia possa valorizzare la propria posizione nel Mediterraneo anche rispetto ad altri corridoi commerciali legati all’India.

Nelle parole dei partecipanti, emerge la consapevolezza che il corridoio non è solo una rotta economica, ma una leva geopolitica. In un mondo frammentato, è l’idea di un’alleanza tra democrazie a dare senso a Imec: un progetto che “coltiva il seme della libertà in più angoli della terra”, unendo India, Europa e Mediterraneo.

Così l’Italia, con Imec, unisce Atlantico e Indo-Pacifico nell’Indo-Mediterraneo

L’Italia punta a valorizzare il partenariato con Nuova Delhi, tra Global Gateway, Piano Mattei ed Efta-Tepa. Imec torna al centro del dibattito come corridoio strategico per connettere India, Medio Oriente ed Europa, con Trieste porto naturale d’ingresso

 

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