Skip to main content

Forte della sua tradizione di indipendenza, l’Inghilterra aveva sempre nutrito dubbi, fin dal celebre discorso di Churchill del ’46 all’Università di Zurigo, se essa dovesse far parte di un’Europa unita. Aveva accettato il mercato comune e l’area di libero scambio per i loro evidenti vantaggi economici, ma non il traguardo ultimo dell’unità europea.

Il fattore scatenante della crisi dell’Europa si chiama Euro. Introdurre una moneta unica prima che fosse matura l’idea di superare gli stati nazionali e di fare della Comunità Europea uno stato federale come gli Stati Uniti d’America è stato, e si sta dimostrando, un errore. I padri fondatori dell’Europa sapevano che l’integrazione del continente era un cammino lento che poteva avere successo – come aveva ammonito Jean Monnet – solo se fossero risultati evidenti ai cittadini europei i vantaggi, soprattutto sul terreno economico, di rinunziare alle sovranità nazionali.

Fino a un certo momento è stato così. Invece, all’indomani della caduta del Muro di Berlino, temendo una Germania troppo forte e troppo autonoma, i circoli europei accelerarono l’introduzione della moneta unica per forzare il cammino verso la creazione di uno Stato sovranazionale.

L’Euro ha consolidato i dubbi dell’Inghilterra. Ma anche nell’Europa continentale, la moneta comune ha seminato dubbi e generato malcontento. L’iniziale aumento dei prezzi al momento del passaggio all’Euro; la disoccupazione; la crisi di interi settori industriali; la necessità di imporre regole uniformi per la politica economica a paesi ancora profondamente diversi nel modo di affrontare i problemi e infine il senso di una riduzione progressiva degli spazi di libertà per ciascun paese: tutto questo ha creato nelle opinioni pubbliche il senso crescente di un deficit democratico delle istituzioni europee.

Nasce in questo quadro l’esito del referendum inglese: all’occasione incautamente offerta da Cameron due anni fa che, per vincere le elezioni, ha convocato un referendum, l’Inghilterra ha risposto separando le proprie sorti da quelle, traballanti, dell’Europa continentale.

Oggi si pone l’interrogativo: più Europa o meno Europa? Questo è il problema politico aperto all’indomani del referendum inglese. Di fronte a quanti prospettano improbabili salti in avanti, la Germania appare molto cauta. Ed ha ragione. In questo momento la prudenza della signora Merkel conferma le sue doti politiche. Alla frettolosa risposta di chi dice, anche in questi giorni, che serve più Europa, la Germania, con le parole della Cancelliera e con le prese di posizione di queste settimane del ministro delle Finanze, Schauble, invita alla prudenza. Semmai si tratta di attenuare un vincolo troppo stretto che si è andato creando in questi anni. Restituire spazi di manovra alle sovranità nazionali. Questa è la sola strada che appare politicamente lungimirante.

(Questo articolo è stato pubblicato oggi su QN)

Serve più o meno Europa dopo la Brexit?

Forte della sua tradizione di indipendenza, l’Inghilterra aveva sempre nutrito dubbi, fin dal celebre discorso di Churchill del ’46 all’Università di Zurigo, se essa dovesse far parte di un’Europa unita. Aveva accettato il mercato comune e l’area di libero scambio per i loro evidenti vantaggi economici, ma non il traguardo ultimo dell’unità europea. Il fattore scatenante della crisi dell’Europa si…

Perché gli spagnoli non si sono affidati a Iglesias di Podemos. Parla la politologa Paloma Román

In un momento di grande tensione per l’eurozona, la Spagna sembra avere dato una lezione di anti-populismo, come spiegato da Umberto Minopoli su Formiche.net, e scelto la stabilità. Dopo sei mesi senza governo, il 26 giugno gli elettori sono tornati alle urne e hanno confermato la preferenza per il Partito Popolare, che ha ottenuto il 33 per cento dei voti…

Regno Unito ed Europa: stesso destino?

La sveglia per l’Europa continua a suonare a un ritmo sempre più insistente e continuativo. La vittoria di Brexit e l’uscita del Regno Unito può avere due letture. Può segnare la fase finale della caduta dell’Ue, come molto probabilmente avverrà per il Regno Unito. Oppure, può essere l’avvio del risveglio dal torpore che ha contraddistinto l’Europa negli ultimi anni, quindi…

Ecco qualche bufaletta sul (non) voto dei giovani anti Brexit

Vecchi contro giovani? La retorica della guerra generazionale ha preso il sopravvento nelle cronache italiane - e non solo - per spiegare l’esito del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue. Ma è davvero così? A guardare i dati, le cose appaiono un po’ diverse. SECONDO GLI EXIT POLL, GLI OVER 65 HANNO DECISO PER IL LEAVE Chi ha decretato…

Cosa (non) aspettarsi da Hollande, Merkel e Renzi

Il panico schizza su e giù per l’Europa dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, ma economisti e politici insieme potevano sicuramente fare di più: cioè informare bene, e dettagliatamente, il popolo delle conseguenze, per una scelta o un’altra, senza ora assolversi la coscienza buttando tutta la responsabilità su una transizione generazionale definita di "elite" che colpevolizza la tradizione di un…

Caro Renzi, da renziano doc ti dico: non legare il destino tuo e dell'Italia al referendum costituzionale

Caro direttore, Episodio n.1: Nella scorsa legislatura, alla Camera, in una "vasca" nel transatlantico ho avuto fortuna di camminare a fianco di un leader importante - e lo dico senza ironia, perché lo stimo, nonostante le posizioni di oggi... - della sinistra italiana ed europea, che aveva voglia di parlare e mi intratteneva sulle debolezze del nostro Paese, e sull'orgoglio…

Vi ricordo tutti i bollori anti europei del Regno Unito

Il referendum che si è tenuto in Inghilterra per decidere se restare nell’ Europa Unita o uscirne ha visto prevalere i contrari alla permanenza. Il Regno Unito è, quindi, fuori dall’Europa dei ventotto. Chi ha memoria storica ricorderà che le forze politiche e il popolo inglesi non hanno mai aderito in modo convinto agli organismi comunitari. Sono famosi nel lungo…

oro

La lezione del paziente inglese

Il risveglio del paziente inglese, il giorno dopo, è stato brusco e febbricitante: forse per la prima volta ha realizzato di essere uscito da un’Europa in cui col suo cuore non era mai entrato. E nella quale, se il paziente troppo impaziente fosse invece rimasto, avrebbe goduto di un trattamento super-privilegiato rispetto agli altri 27 Paesi, offerto dall’Unione proprio per…

Tra Brexit e razzismo, Trump perde colpi e punti nei sondaggi

Sondaggi disomogenei, nella corsa alla Casa Bianca: per alcuni rilevamenti, Hillary Clinton prende il volo su Donald Trump; per altri, il vantaggio dell’ex first lady sul magnate dell’immobiliare resta contenuto. La Brexit può avere un peso sui risultati: dopo il referendum britannico, gli americani sono più preoccupati e sono più inclini ad affidarsi all'esperienza che alla turbolenza. Tanto più che…

70 anni, Sicurezza

Cosa succederà all'euro dopo Brexit. Report BlackRock

Di BlackRock

La decisione del Regno Unito di lasciare l’UE comporterà conseguenze politiche e economiche di lungo periodo. Prevedibilmente i leader europei ora dovranno adoperarsi per contenere i movimenti populisti interni incoraggiati dall’uscita del Regno Unito e per impedire che crolli l’edificio dell’UE. Ugualmente prevedibile sono l’irrigidimento della posizione negoziale nei confronti del Regno Unito e una minore attenzione alle necessarie riforme…

×

Iscriviti alla newsletter