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Vorrei tentare una riflessione a caldo sull’esito del voto britannico contro l’Ue. Non sono in grado di capirne i risvolti finanziari, commerciali, psicologici ecc. Tento di rifarmi alla mia esperienza di storico. Questa mi fa ricordare che da alcuni secoli la Gran Bretagna aveva adottato in politica internazionale il principio del disimpegno dagli affari europei, con l’eccezione dei momenti in cui un paese europeo minacciava di diventare egemonico. E’ l’esempio offerto dall’esperienza napoleonica o da quella della vigilia della seconda guerra mondiale.

Poi l’Europa era diventata un coacervo di nazionalità, senza nessuno egemonia se non quella della burocrazia brussellese. Tuttavia da alcuni anni (dal 2008?) era diventato evidente che l’Ue era dominata, condizionata o, se si vuole, guidata da una Germania che, cessata la fase di assorbimento delle province orientali, poteva sviluppare tutta la sua influenza su tutta l’Unione. Questa appariva, appare e probabilmente è condizionata dalla scelte tedesche. Vuol dire anche che la Germania è ora la potenza egemone dell’Europa? Ecco un tipo di rapporto che l’opinione grezza della maggioranza dei britannici rifiuta. Nessuno dovrebbe poter dare alla Gran Bretagna ordini o direttive vincolanti, frutto di una determinata egemonia. Di qui una crescente avversione verso ciò che veniva da Bruxelles e che non poteva essere accettato.

Se questa considerazione è fondata, bisogna però tener conto che oggi i rapporti di forza nel mondo sono mutati e che, lasciata a se stessa, la Gran Bretagna entrerà in una spirale che (così mi pare) non potrà che spingerla verso la decadenza, l’emarginazione, l’irrilevanza.

Come tutti i nazionalismi, anche quello britannico è cieco. Il problema vero è invece quelle di riprendere le fila interrotte e ricostituire un sistema di istituzioni semplici ma fortemente coeso dal punto di vista politico. La Gran Bretagna non appartiene alla nazione europea; ma i paesi che formano la nazione europea dovrebbero trovare l’energia sufficiente per superare la crisi.

Perché la Gran Bretagna con la Brexit è destinata alla decadenza

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Brexit? Una sconfitta per le Chiese inglesi

Erano arrivati anche a pregare il Signore perché la Brexit non avvenisse: ma forse l'Altissimo non si occupa di trattati internazionali. La Chiesa anglicana è stata battuta nelle urne dal voto per il Leave, malgrado questo testo: Dio della verità, dacci la grazia di dibattere le questioni in questo referendum con onestà ed apertura. Dona la generosità a quelli che…

Cosa cambia per il Regno Unito dopo la Brexit

Dopo il voto in favore della Brexit, le regole cambieranno drammaticamente, la volontà di uscire dall’Unione europea avrà un impatto forte e duraturo sulla vita dei britannici, ma anche sull’intera Europa. Nel breve termine, tuttavia, non accadrà nulla sul versante economico. Ma le aspettative cambieranno pesantemente e sarà questo a pesare sui mercati finanziari. Le banche centrali non rimarranno neutrali…

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Perché io, banchiere, sono felice per la Brexit

La Brexit, nel nostro settore, apre il cuore alla speranza. L’Europa ci ha imposto regole assurde (e costose). Ci ha imposto regole (come il bail in) per problemi futuribili, in cambio di danni immediati, di un danno di immagine – loro che ci insegnano a prevenire il rischio reputazionale – che il sistema bancario ci metterà 30 anni a cancellarlo…

Brexit, cosa cambia per i cittadini europei nel Regno Unito?

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Monte dei Paschi di Siena, cosa ha fatto davvero la fondazione Mps

Gentile direttore, ho letto solo ieri sera dopo una giornata dedicata ai corpi intermedi e, poi, alle strategie del comitato popolare per il No alla riforma costituzionale, l'interessante e puntuale articolo di Stefano Cingolani che riferiva sulla pregevole iniziativa della fondazione Formiche e dell'Acri sul ruolo delle Fondazioni bancarie. È un tema che ho seguito e continuo a seguire. Cingolani…

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Come ripartire dopo la vittoria della Brexit

Il Regno Unito in tanti secoli ha insegnato al mondo, a cominciare da Hume e Smith, che la sola via alla ricchezza e alla pace è l'apertura e la capacità di cooperazione. Purtroppo, per questa tradizione liberale che è in sintonia con la tradizione popolare di Don Sturzo e democristiana di De Gasperi, alla quale apparteniamo, oggi è un giorno…

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Iperfinanza e lavoro produttivo

// // // // Le mie riflessioni alla Sala Stampa della Camera dei Deputati durante presentazione del libro "Iperfinanza e lavoro produttivo" (da 1.38.10 a 1.47.18), prodotto e curato dallo IASSP, Istituto Alti Studi Strategici e Politici, a cui ho contribuito con un piccolo frammento di 4 pagine. Un sintetico contributo per provare a superare i diavoli della finanza.... http://webtv.camera.it/evento/9677…

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