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A Londra, nel frattempo, Scotland Yard ha arrestato due giovani di 19 e 20 anni dopo aver sventato un attentato programmato probabilmente in Gran Bretagna e forse con gente comune come bersaglio, anziché poliziotti o militari. I ragazzi, fratelli, stavano cercando di procurarsi prodotti chimici, ma la polizia non ha ancora chiaro il progetto terroristico, anche se i due non sembrano semplici “lupi solitari”.

Nell’ultimo anno sono certamente stati sventati molti attentati in Europa, anche se non conosceremo numeri e dettagli. In Italia la prevenzione continua ogni giorno in silenzio: l’ultimo elemento è l’espulsione di un imam di Treviso annunciata l’8 settembre dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. L’uomo aveva rifiutato di prestare giuramento sulla Costituzione per ottenere la cittadinanza italiana. Dall’inizio del 2015 sono 12 gli imam espulsi e 115 i rimpatri forzati, dei quali 49 eseguiti quest’anno. Né si può dimenticare il ruolo italiano nella lotta al terrorismo nell’ambito della coalizione in Iraq, pur se non con ruoli combattenti. Il sito Wikilao ha appena pubblicato la notizia di un progetto di attentato in grande stile che l’Isis starebbe programmando ai danni della diga di Mosul dove i militari italiani arriveranno presto a 500 unità a difesa dei tecnici della ditta Trevi che deve rinforzare la diga. La notizia cita un report dei servizi segreti che hanno informato le Forze armate e non fa che confermare che anche l’Italia è nel mirino.

La complicata situazione mediorientale attende il nuovo presidente statunitense per capire quali saranno le strategie del successore di Barack Obama. Hillary Clinton, candidata democratica, ha pubblicamente ammesso di aver sbagliato nell’aver votato nel 2002 a favore della guerra in Iraq, aggiungendo che truppe di terra americane non saranno più mandate né in Iraq né in Siria. Basta intendersi sulle parole, però, perché neanche 24 ore dopo quelle dell’ex First lady il portavoce della coalizione internazionale a guida americana, colonnello John Dorian, ha detto che gli Usa hanno appena dispiegato altri 400 militari in Iraq per la guerra all’Isis e in particolare in vista dell’avvio della campagna per la riconquista di Mosul. Il totale sale così a 4.460. Difficile che siano tutti “consiglieri” e “addestratori”.

Angelino Alfano

Cosa si farà in Italia, Europa e Usa contro il terrorismo

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