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Farmindustria fa tappa in Campania, presso lo stabilimento di Novartis Farma di Torre Annunziata (Na). “Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere” è il titolo del roadshow partito nel 2012 dalla Toscana e che ha poi toccato diverse Regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche e di nuovo Toscana.

IL CASO CAMPANIA

“Anche in Campania, come nelle altre Regioni – ha affermato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria – l’industria farmaceutica rappresenta una punta di diamante dell’economia. Qui sono presenti nove aziende altamente tecnologiche, a capitale nazionale ed estero, grandi, medie e PMI che investono, creano occupazione, fanno R&S.

Novartis investirà 40 milioni di euro per gli anni 2015-17 nello stabilimento di Torre Annunziata, un sito altamente tecnologico che produce farmaci destinati al mercato mondiale, e che da poco ha avviato la produzione di un medicinale innovativo per lo scompenso cardiaco che andrà in 110 paesi a beneficio di 25 milioni di pazienti.

Secondo il monitor dei distretti finanziari di Intesa SanPaolo, Napoli infatti rientra nella top ten dei poli hi tech italiani. E già ora con 3.300 addetti totali, tra diretti (900) e l’indotto, l’industria farmaceutica rappresenta un valore importante per la Campania. La regione può contare su un export farmaceutico pari all’8% del totale manifatturiero e al 40% di quello hi tech.

I NUMERI DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA

174 fabbriche sul territorio, 63.500 addetti (90% laureati o diplomati), 6.000 ricercatori, 2,5 miliardi di investimenti (1,3 in R&S e 1,2 in produzione). E ancora, 30 miliardi di euro di produzione, il 73% destinato all’export. Sono questi i numeri presentati questa mattina da Farmindustria e che hanno portato l’Italia al secondo gradino del podio in Europa, dietro la sola Germania, per valore assoluto della produzione e al primo per quella procapite. Con un export che ha trascinato la produzione, passando in 10 anni dal 33% al 73%, l’Italia farmaceutica ha dimostrato di giocarsela alla pari con tutti sui mercati internazionali ed è diventata l’hub d’Europa.

“Successi – si legge in una nota – dovuti anche a un’occupazione qualificata (90% laureati o diplomati). Nell’ultimo anno, anche grazie al Jobs Act, sono state 6.000 le assunzioni, di cui 2.500 under 30, con un’incidenza sul totale degli addetti del 25% più alta della media manifatturiera”.

Se la produzione è cresciuta del 10% negli ultimi 5 anni, buoni segnali arrivano anche dagli investimenti in R&S che sono aumentati del 15% in 2 anni, grazie pure all’incremento degli studi clinici. L’Italia inoltre può vantare una specializzazione per biotech, vaccini ed emoderivati.

“Con 13,7 miliardi di contributo economico (3,3 miliardi in investimenti, 6 in stipendi e contributi, 4,4 in imposte) a fronte di una spesa pubblica di 12,5 miliardi, l’industria farmaceutica dimostra quindi di essere un patrimonio di innovazione e produzione che l’Italia non può perdere”, fa notare Farmindustria.

IL COMMENTO DI SCACCABAROZZI

“La nostra industria 4.0 può centrare il “bersaglio”: diventare cioè il primo Paese produttore in ambito UE e, per la ricerca, l’hub della sperimentazione clinica. Per questo chiediamo che venga adottata in tempi brevi una nuova governance del sistema della salute, che favorisca innovazione e investimenti”, ha commentato Scaccabarozzi.

Analizzando i dati emersi nel corso del roadshow di Farmindustria presso lo stabilimento di Novartis Farma di Torre Annunziata il presidente di Farmindustria ha sottolineato che che i dati sono “confermati dall’Istat nei primi due mesi del 2016. A gennaio la produzione farmaceutica è cresciuta rispetto all’ anno scorso del 5%, crescita confermata a febbraio, con un dato sul bimestre del +3,5% rispetto alla crescita del 2,5% dell’ industria manifatturiera”.

Come prosegue il roadshow di Farmindustria tra le eccellenze italiane

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