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Lo sforzo bellico russo trova nuovo giovamento dagli arsenali iraniani. Ad affermarlo sono alcuni funzionari ucraini, che riportano la notizia dell’arrivo di più di duecento missili balistici a corto raggio “Fath-360” in un porto russo del Mar Caspio durante la scorsa settimana. Questi missili avrebbero una gittata di centoventichilometri e secondo i funzionari ucraini essi saranno probabilmente impiegati, accanto alle loitering munitions Shahed a loro volta prodotte in Iran, per colpire sia le infrastrutture e le città settentrionali vicine al confine che le posizioni delle truppe e gli obiettivi militari lungo la linea del fronte; in questo modo, le forze di Mosca potrebbero sfruttare equipaggiamenti più avanzati (come ad esempio lo pseudo-ipersonico Kinzhal) per colpire bersagli siti più all’interno dell’Ucraina. In cambio dei suoi droni e missili, Teheran ha ricevuto da Mosca una maggiore cooperazione in materia di sicurezza e tecnologia militare, secondo le valutazioni dell’intelligence ucraina.

Secondo l’ex ministro della Difesa ucraino e direttore del Centro per le strategie di difesa di Kyiv Andriy Zagorodnyuk i missili iraniani rappresentano una “minaccia enorme”. “Saranno inviati per distruggere il sistema energetico ucraino, molto probabilmente nelle città. Questo significa probabilmente più morti tra i civili in tutto il Paese”, è il commento rilasciato da Zagorodnyuk.

Lo scorso sabato il ministero degli Esteri ucraino ha dichiarato di essere profondamente preoccupato per le notizie secondo cui l’Iran avrebbe inviato i missili alla Russia, invitando Teheran “ad astenersi dal consegnare qualsiasi tipo di arma e di equipaggiamento militare alla Russia”, affermando che “L’approfondimento della cooperazione tecnico-militare tra Russia e Iran pone serie minacce alla sicurezza non solo dell’Ucraina, ma di tutta l’Europa, del Medio Oriente e del mondo” e che la conferma della consegna avrebbe avuto “conseguenze devastanti per le relazioni ucraino-iraniane”. Poche ore fa è arrivata la smentita da parte del ministero degli Esteri di Teheran, che classifica la notizia dell’invio di armi alla Russia come “guerra psicologica”.

Il G7 ha avvertito a marzo che avrebbe imposto sanzioni coordinate all’Iran se avesse effettuato il trasferimento di missili, un avvertimento ripetuto in occasione del vertice Nato tenutosi a Washington a luglio. Dopo la dichiarazione dei funzionari ucraini dello scorso sabato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense Sean Savett ha rifiutato di confermare esplicitamente il trasferimento di missili, ma ha accennato alla crescente cooperazione tra Teheran e Mosca. “Abbiamo avvertito della crescente partnership di sicurezza tra Russia e Iran fin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia e siamo allarmati da queste notizie […] Qualsiasi trasferimento di missili balistici iraniani alla Russia rappresenterebbe una drammatica escalation nel sostegno dell’Iran alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e porterebbe all’uccisione di altri civili ucraini. Questa partnership minaccia la sicurezza europea e illustra come l’influenza destabilizzante dell’Iran si estenda oltre il Medio Oriente e in tutto il mondo”, è stato il commento di Savett.

Ma, come nota il New York Times, nonostante le minacce e le aspre relazioni tra Washington e Teheran, il Presidente Biden ha molte ragioni per essere moderato. Uno è che l’amministrazione Biden sta conducendo da mesi un’elaborata diplomazia con l’Iran, cercando di evitare che la guerra a Gaza si trasformi in un conflitto regionale. Tramite intermediari, i funzionari di Biden hanno esortato l’Iran a non lanciare attacchi militari contro Israele o a ordinare un grande attacco da parte del suo alleato libanese Hezbollah. Con la campagna presidenziale americana in pieno svolgimento e il Presidente Biden anatra zoppa, ha dichiarato un alto funzionario europeo, non è chiaro quanto forte sarà la risposta di Washington.

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