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Matteo Renzi acuisce i suoi toni superbi in direzione nazionale Pd non nascondendo un nervosismo espansivo, e non convince né la sua minoranza, né una buona parte del suo popolo pidiessinno mentre Renato Brunetta continua a martellare sulle previsioni del referendum di ottobre, dando dei numeri assolutamente lucidi che dalla stampa filo/governativa vengono minimizzati dietro il “solito brutto carattere” del capogruppo berlusconiano.

Ma meno male che tutto sommato la parte ragionevole della minoranza ha dalla sua un economista doc che si può rimproverare di tutto tranne che di competenza e capacità politiche di controcanto efficace in un silenzio assordante rotto solo dalle urla leghiste e penta stellate.

Ciò che è accaduto in Gran Bretagna rappresenta per il giovane toscano in preda a problemi di sicurezza straordinari provocati sia dalla situazione bancaria ed economica, sia dal terrorismo internazionale che massacra senza pietà, armato da giovani di una classe borghese barbara, cinica, spietata.

L’arma di pressione sulla vittoria del sì al referendum è spuntata fortemente sia dai numeri di Brunetta sia dal delicatissimo equilibrio che l’Italia deve svolgere in ambito Europeo per non destabilizzare ulteriormente l’Unione traballante. Non è più consentito a Renzi nascondere i 2.230 miliardi del debito pubblico italiano sparati da Bankitalia unito alla condizione disastrosa delle banche italiane.

Renzi non può solo ammantarsi di decisionismo  dentro ad una armatura di responsabilità solo personale. La Lega da una parte e i 5stelle dall’altra devono fare un atto di responsabilità politica e non continuare a chiedere il voto popolare italiano sui Trattati – rispettivamente uscita dalla Ue e dall’Euro – quando la nostra Costituzione non lo permette e sarebbe comunque un salto nel buio come è accaduto in Gran Bretagna. Ci preoccupiamo di ricordare che i Trattati internazionali  rientrano nella categoria della legislazione primaria quindi di rango superiori rispetto alle normali leggi ordinarie.

Renzi deve preoccuparsi anche di fare una informazione dettagliata sulla situazione che stiamo vivendo di grande confusione oggettiva e obiettiva. Bisogna lavorare insieme a livello Europeo per costituire una cooperazione rafforzata non facendo sconti a chi, per prima l’Italia dunque, ha dimostrato di essere inaffidabile dal punto di vista della governance e del rispetto dei vincoli economici che sottoscrivemmo ma non rispettammo mai e nemmeno oggi.

Guido Quaranta

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