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In polemica con la Fox, che conferma in conduzione Megyn Kelly (nella foto), la giornalista sua arci nemica, dopo la lite e gli insulti sessisti dello scorso agosto, Donald Trump annuncia che intende disertare l’ultimo dibattito in diretta televisiva fra gli aspiranti alla nomination repubblicana prima dell’avvio delle primarie, in onda domani sera, giovedì 28 gennaio. “Voglio vedere quanti soldi faranno senza di me sul palco”, ha detto, definendo la sua decisione “irrevocabile”.

Trump aveva già lasciato intuire le sue intenzioni: “Non mi tratta in modo equo, vedremo che cosa succede”, aveva detto, parlando della Kelly e del dibattito. La Fox aveva replicato: “Prima o poi Trump, anche se diventerà presidente, dovrà imparare che non può scegliere i giornalisti. Siamo molto sorpresi che sia disposto a dimostrare di avere paura delle domande di Megyn Kelly”.

Trump e Ted Cruz sono statisticamente appaiati, in vista delle assemblee di lunedì nello Iowa, che segnano l’inizio delle primarie per le nomination repubblicana e democratica. Secondo l’ultimo sondaggio condotto dalla Quinnipiac University, il magnate dell’immobiliare è al 31% e il senatore del Texas al 29%: tenuto conto del margine di errore del rilevamento di 3,8 punti, il dato vale pari. Lontano terzo è il senatore della Florida Marco Rubio, al 13%; tutti sotto il 10% gli altri.

La situazione è ancora più fluida, se si considera che quasi il 40% di quanti affermano di avere già fatto la propria scelta sostengono di potere ancora cambiare idea. Appare, comunque, scontato che nello Iowa prevarrà un alfiere dell’ala più populista e conservatrice dell’elettorato repubblicano.

A livello nazionale, e nella media dei sondaggi, Trump mantiene invece un buon vantaggio su Cruz, che varia, a seconda di chi fa le medie, tra i 17 e i 22 punti. In un rilevamento Cnn/Orc, lo showman raggiunge per la prima volta il 41% a livello nazionale, più che doppiando Cruz al 19%. Rubio è all’8%, l’ex neurochirurgo Ben Carson al 6, l’ex governatore della Florida Jeb Bush al  5. Il 63% pensa che Trump sarà il candidato repubblicano, solo il 16% pensa che sarà Cruz e il 10% Rubio.

Ma i risultati dei primi voti possono rapidamente influenzare l’elettorato. E peserà pure il gioco delle desistenze e degli ‘endorsement’: George Pataki, l’ex governatore dello Stato di New York, già ritiratosi dalla corsa, ha dato il proprio appoggio a Rubio, mentre l’ex governatore del Texas Rick Perry, pure ritiratosi, l’ha dato a Cruz.

L’incertezza nello Iowa tra Trump e Cruz corrisponde all’inasprirsi dei toni fra i due. Sulla MsNbc, lo showman dice che il senatore “si presenta come un cretino” e aggiunge: “È un bugiardo e per questo non piace a nessuno, per questo i senatori non l’appoggiano e per questo non chiude accordi con nessuno”.

Dal canto suo, in un video trasmesso da un network cristiano e ripreso dalla Cnn, Cruz avverte che, se Trump vincerà in Iowa e New Hampshire, “potrebbe diventare inarrestabile”: l’unico antidoto è che i conservatori votino compatti per lui, il solo che lo può arrestare. Rubio, invece, sostiene d’essere l’unico candidato che può unire il partito repubblicano.

Di routine, invece, gli attacchi dei democratici: per Hillary Clinton, i toni e le sortite di Trump sono la parte peggiore di questa campagna.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

Perché Donald Trump diserterà il dibattito in Iowa

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