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Circola ormai da qualche mese la voce secondo cui il ministro Giancarlo Giorgetti avrebbe espresso al presidente del Consiglio Giorgia Meloni un desiderio: se, a livello continentale, ci saranno le condizioni politiche, vorrebbe lasciare il dicastero dell’Economia per insediarsi come commissario europeo a Bruxelles.

Se la voce non è vera è verosimile. È verosimile, cioè, che Giorgetti paventi un autunno caldo sul fronte dei conti pubblici e voglia scongiurare il rischio di fare la fine di San Sebastiano, trafitto dalle frecce dei suoi stessi alleati e da quelle di Matteo Salvini in particolare.

La situazione, infatti, non è rosea. Il governo sconta il proprio mancato coraggio sul fronte della spending review (nessun vero taglio della spesa pubblica è stato disposto) e, come testimonia l’odierno dibattito parlamentare, sui leader politici, anche su quelli dell’attuale maggioranza, grava la responsabilità di non aver smontato il superbonus grillino quando l’allora premier Mario Draghi lo chiedeva.

Ne conseguono un disavanzo del 7,4% nel 2003 e la previsione di un aumento del debito pubblico al 141,7% del Pil per il prossimo anno. Nonostante l’annunciata vendita del 2,8% di Eni, difficilmente il governo riuscirà, dunque, ad evitare che il 19 giugno l’Europa avvii una procedura di infrazione ai danni dell’Italua per l’eccessivo squilibrio di debito e deficit.

Come se non bastasse, e noto che le regole del nuovo Patto di Stabilità obbligheranno l’esecutivo Meloni a reperire circa 15 miliardi sin dalla prossima legge di bilancio. Si annuncia, pertanto, un periodo di vacche particolarmente magre, condizione destinata ad aumentare le fibrillazioni in seno alla maggioranza.

Non sappiamo se è vero che Giancarlo Giorgetti accarezzi il sogno di addormentarsi a Roma per risvegliarsi a Bruxelles, ma è verosimile che intenda scongiurare l’incubo di diventare il capro espiatorio di leader politici poco previdenti e pochissimo lungimiranti. La sua eventuale uscita rappresenterebbe un duro colpo alla credibilità internazionale del governo, ed è per questo che c’è da credere che Giorgia Meloni farà di tutto per scongiurarla. Ma da qui ad affrontare il martirio come San Sebastiano ne corre…

Il destino di Giorgetti tra San Sebastiano e Bruxelles. L'opinione di Cangini

Non sappiamo se è vero che Giancarlo Giorgetti accarezzi il sogno di addormentarsi a Roma per risvegliarsi a Bruxelles, ma è verosimile che intenda scongiurare l’incubo di diventare il capro espiatorio di leader politici poco previdenti e pochissimo lungimiranti… L’opinione di Andrea Cangini

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