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No a interventi militari sul suolo libico, sì a una politica di sostegno che aiuti il nuovo governo di Tripoli guidato da Fayez al-Sarraj a stabilizzarsi. Dalla Camera dei Deputati, ieri, il vicepremier libico Ahmed Maitig indica le priorità dell’esecutivo nato lo scorso 30 marzo su impulso delle Nazioni Unite. Accanto a lui il presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini che si è detto d’accordo.

LE PRIORITA’ DELLA LIBIA

Sanità, scuola, aiuti umanitari e ristrutturazione delle forze di polizia sono – secondo Maitig – le quattro questioni fondamentali da affrontare nel breve periodo. Problemi da risolvere anche con l’appoggio dell’Italia e dell’Unione Europea. Nessuno autorizzazione o richiesta, però, di interventi militari esterni. Maitig lo ripete più volte. “Non è necessario“, dice. Una posizione sostenuta anche da Casini: “Inutile vagheggiare operazioni militari che hanno già dato pessimo esito in passato“, afferma l’ex presidente della Camera. Tra le priorità, Maitig inserisce anche la lotta al terrorismo: “E’ il vostro nemico e il nostro nemico“.

IL MODELLO TURCO

Il modello che l’Europa dovrebbe seguire – sottolinea Casini – è quello già applicato in Turchia. La cooperazione internazionale, dunque, come strada maestra da seguire, per stabilizzare la Libia e consentirgli di superare le attuali divisioni. Anche su questo aspetto Maitig non ha dubbi: l’ipotesi di smembrare la Libia in tre diversi Stati è inaccettabile. “Non può e non deve essere divisa. Il popolo libico non lo permetterebbe mai“, ha avvertito, prima di evidenziare come sulla questione sia d’accordo anche la comunità internazionale.

I FLUSSI MIGRATORI

Non poteva mancare, ovviamente, un riferimento al tema delle migrazioni, dopo la tragedia della scorsa settimana con 500 persone annegate nel Mediterraneo ed in vista della stagione estiva, quando tradizionalmente – complice il miglioramento delle condizioni meteo – i flussi aumentano. “Bisogna riattivare gli accordi italo-libici“, ha invocato Maitig: “Il Mediterraneo è un mare che unisce, non può diventare la tomba di migliaia di disperati“. Perché ciò non accada più – ha fatto presente Casini – “è necessario che l’Europa comincia a mostrare attenzione al Mediterraneo“.

LA LIBIA E L’EGITTO

Altra questione calda i rapporti con l’Egitto. Il presidente egiziano Abd al-Fattah al-Sisi sostiene il potente generale Khalifa Haftar che da Tobruk ancora non ha riconosciuto il nuovo governo libico. Non è il caso, però, di allarmarsi secondo Casini, per il quale al-Sisi ha sempre detto di voler appoggiare in Libia il governo che sarebbe nato su iniziativa dell’ONU. Una ricostruzione confermata anche da Maitig, fiducioso che gli Stati europei e dell’area del Mediterraneo sosterranno la Libia per completare il processo di stabilizzazione. “Finora non abbiamo visto alcun atto contrario a ciò“, ha ribadito Maitig.

Cosa chiede la Libia all'Italia e all'Europa

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