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Pubblichiamo un estratto delle conclusioni del Rapporto I-Com, l’Istituto per la Competitività presieduto da Stefano da Empoli, su Reti e Servizi di nuova generazione presentato questa mattina durante un convegno a Roma dal titolo “Industrial Change, Banda Ultra larga e super HD, scenari di business e ruolo delle policy in Europa e in Italia”.

Nel perseguire gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale il tema che si pone all’attenzione è lo sviluppo delle reti, da un lato, ed il sostegno e la crescita della domanda, dall’altro. Quanto agli investimenti degli operatori, le considerazioni svolte mostrano segnali positivi che fanno ben sperare e che consentono di evidenziare l’importanza della collaborazione pubblico-privato in una logica di Sistema Paese e della previsione di strumenti di coinvolgimento di tutti i player rilevanti (Operatori TLC, operatori elettrici, aziende municipalizzate) al fine di massimizzare gli investimenti privati ed aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Sarà inoltre indispensabile favorire il superamento degli ostacoli di carattere fattuale che ancora si frappongono alla posa della fibra.

Ma mentre l’offerta si è messa in moto e, una volta superati gli ostacoli finanziari e burocratici, è in grado di recuperare in tempi relativamente brevi il gap con il resto dell’Europa, il fronte che preoccupa di più in questo momento è quello della domanda, che dipende in misura rilevante da variabili socio-economiche strutturali (età, titoli di studio, partecipazione al lavoro, ecc.).

Le misure più efficaci dal lato della domanda ci paiono di due tipi:

1) Prevedere un deciso salto in avanti nel processo di e-government, con la possibilità di switch-of per alcuni servizi pubblici offerti oggi anche o esclusivamente in modalità fisica (es. pagamento delle imposte, prenotazione/pagamento di visite o esami sanitari, richiesta informazioni anagrafiche, ecc.). Naturalmente, il processo verso il switch-of dovrebbe essere graduale, annunciato con grande anticipo e accompagnato da un’informazione chiara e capillare. Ma se siamo riusciti a farlo per un bene simbolo e usato massivamente in primo luogo dalla popolazione anziana come la televisione con il digitale terrestre già da parecchi anni, non si vede perché non lo Conclusioni e spunti di policy 139 reti & servizi di nuova generazione reti & servizi di nuova generazione si possa fare su alcuni servizi pubblici. Senza dimenticare che il switch-of al digitale della PA non solo può trainare la domanda di servizi digitali da parte di cittadini ed imprese, ma può anche offrire l’occasione di rivedere profondamente tutti i processi, aumentarne l’efficienza e introdurre nuovi servizi.

2) Incentivi di carattere fiscale alla domanda, ovvero tramite voucher, consentirebbero a un numero elevato di italiani di fare il salto nel mondo digitale, abbassando l’asticella che oggi appare a molti troppo alta, sia per motivi economici che culturali. In più, in questa maniera, senza favorire una tecnologia rispetto a un’altra, piuttosto che un operatore rispetto a un altro, si potrebbe spingere gli operatori a garantire una connettività più elevata di quella che si spingerebbero ad offrire in base alla domanda attuale, che in molte circostanze non pare disponibile a pagare il delta prezzo necessario a remunerare gli investimenti necessari.

Attraverso un giusto mix di queste due tipologie di misure, non solo si garantirà un processo di digitalizzazione più veloce ma si contribuirà in maniera determinante alla crescita dell’economia e della società italiana.

Pubblica amministrazione, urge switch-off al digitale

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