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Mancano ormai poche settimane per conoscere i partiti, le coalizioni, i nomi dei candidati che correranno per il seggio di sindaco della città e per il consiglio comunale di Napoli. Fino ad oggi si ha una sola certezza: la ricandidatura dell’uscente Luigi De Magistris, che coi compagni di strada, vecchi e nuovi, si appresta a combattere per la riconferma. Non pare che ci siano concrete premesse perché ciò possa avvenire, considerata la chiara impotenza dimostrata dalla compagine amministrativa che ha guidato nell’ultimo quinquennio: più ostacolo che soluzione ai problemi di Napoli.

Guardando ai nuovi partiti, c’è da dire che si notano solo esercitazioni disordinate e confuse. Infatti, il Movimento5Stelle è ancora alle prese con le cosiddette “comunarie” per scegliere tra gli ottanta aspiranti il candidato. Pare che alla fine tra Francesca Menna e Stefania Verusio prevarrà Vincenzo Presutto, impegnato tuttora nello staff della giunta De Magistris, in qualità di funzionario all’assessorato delle attività produttive. Il muto soccorso è sempre possibile…

Il giorno 6 di marzo ci saranno le “primarie” del Partito Democratico, tra polemiche e minacce di ricorsi per la individuazione della platea dei votanti e per la dislocazione dei seggi. Niente di nuovo sotto il sole! C’è da segnalare comunque il deciso attivismo di Antonio Bassolino, candidato a sindaco, del Partito Democratico che, abituato alle antiche battaglie del Partito Comunista Italiano, sta attraversando la città quartiere per quartiere incontrando iscritti, elettori, cittadini comuni.

Lo stesso si può dire degli altri due esponenti del PD Valeria Valente, espressione renziana e Marco Sarracino vicino all’ex segretario CGIL Guglielmo Epifani, ma con passo più prudente. Il candidato socialista Antonio Marfella, molto amico di don Maurizio Patriciello sacerdote impegnatissimo sul problema “terra dei fuochi”, non è molto presente, non a caso non gode particolarmente dei favori dei sondaggi.

Gianni Lettieri di Forza Italia è, per la seconda volta, il candidato ufficiale della evaporata e frammentata coalizione di centrodestra, anche se Fratelli d’Italia non mostra troppa convinzione, non a caso il partito della Meloni aspirerebbe a una propria candidatura: Marcello Taglialatela. Si sta discutendo, fra qualche giorno si avranno notizie definitive.

Una cosa va comunque sottolineata come dato generale, che accomuna tutti i candidati e i cosiddetti partiti: a tutt’oggi, nessuno dei protagonisti ha posto sul tavolo uno straccio di programma. Primarie o non primarie, in una Napoli che soffre terribilmente il fenomeno della povertà, causa talvolta di affiliazione di giovani nei gruppi malavitosi, nessuno parla di lavoro e di sviluppo della città. Alla gente interessa poco chi sarà il candidato sindaco, il fenomeno immagine gradevole, che una volta veniva sventolato non serve più. La gente vuole risposte dalla politica, e questa può darle solo coi fatti. Saviano pochi giorni fa accusava il sindaco De Magistris di aver prodotto poco per Napoli in cinque anni, proprio perché nel tempo in discussione non ci sono stati fatti concreti.

Un’accusa all’intera politica di quest’ultimo ventennio. Allora si reagisca con scelte intelligenti e risolutive. Napoli potenzialmente è una città ricca, colta, generosa. Si facciano emergere le migliori risorse umane e materiali per superare le serie difficoltà del momento, in primis una disoccupazione giovanile, nella realtà e non statisticamente, vicino al 50%, non trascurando la riorganizzazione dei servizi ad iniziare dalla sanità alla scuola, dai trasporti ai servizi sociali, alla fasce deboli. Non bastano i candidati sindaci, ci vogliono uomini di pensiero e gente che agisce, sono stato e sarò sempre contro l’elezione diretta dei vertici delle istituzioni locali e nazionali. Nella complessità di oggi non serve il singolo a dare risposte concrete alle comunità, c’è bisogno di una pluralità di soggetti ben coordinata che governa le realtà locali. La banale semplificazione non potrà essere la risposta alla complessità.

I candidati sindaci, i partiti, le coalizioni partano da qui. Sarà un buon inizio.

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