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La pagella della Commissione europea sullo stato di salute digitale non ha fatto onore all’Italia: “Pochi progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori e prestazioni ancora inferiori a quelle della Ue”, si legge sul report. Queste performance sono frutto di una serie di ritardi accumulati negli anni, e che rischiano di protrarsi. Ecco i piani del governo, i lavori in corso dell’Agenzia per l’Italia digitale, la strategia di Enel e le manovre delle aziende interessate alla partita della fibra ottica.

LA PAGELLA DELLA COMMISSIONE

Secondo l’annuale analisi di Bruxelles sul “Digital economy and society index” (Desi), il nostro Paese si piazza solo al 25esimo posto, in quart’ultima posizione. Secondo l’indice però l’Italia, insieme a Spagna, Croazia, Lituania, Romania e Slovenia, è uno dei paesi Ue che cresce più velocemente soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce nel fatturato delle PMI (l’8,2% del totale). Siamo però ben lontani dai paesi più virtuosi, Austria, Germania, Estonia, Malta, Olanda e Portogallo. La medaglia nera è stata conseguita dall’Italia per la propensione a usare i servizi digitali, indicatore che ci vede all’ultimo posto.

A CHE PUNTO SIAMO

Cosa è cambiato in Italia ad un anno dalla presentazione della “Strategia per la banda ultralarga” e di quella “per la crescita digitale”?
Il governo ha presentato un piano di quasi 12 miliardi totali, di cui quasi 7 pubblici, per la realizzazione di una rete nazionale a banda ultralarga. Alla delibera dell’agosto 2015, ha fatto seguito una doppia consultazione pubblica, e qualche settimana fa è giunto anche l’accordo in Conferenza Stato-Regioni per la ripartizione di 1,56 miliardi del Fondo sviluppo e coesione. Queste risorse, insieme a 233 milioni del Pon Imprese e competitività e 1,2 miliardi di risorse regionali a valere sui fondi strutturali Fesr e Feasr, serviranno a realizzare la rete di proprietà pubblica in 7.300 Comuni situati in zone a fallimento di mercato.

TUTTI I PROGETTI DI SAMARITANI

Coordinare la strategia per i servizi è compito dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) diretta da maggio 2015 da Antonio Samaritani. Ecco gli ultimi aggiornamenti in un articolo di Carmine Fotina sul Sole 24 ore: “Tra marzo e settembre – ha detto Samaritani – sarà pronto l’atteso Piano triennale previsto dallo statuto. Tra i suoi capitoli principali ci saranno linee guida di interoperabilità e di usabilità perché i servizi sui siti della Pa possano essere facilmente utilizzati. Nel frattempo, una volta consolidatasi tutta una serie di misure varate negli ultimi mesi, il governo valuterà la possibilità di completare il quadro normativo con un vero Digital Act”.
Secondo le parole del direttore dell’Agid al Sole 24 ore, i primi servizi “almeno 300, tramite Spid”, il sistema pubblico dell’identità digitale, dovrebbero essere accessibili tra marzo e aprile, mentre l’implementazione dell’Anagrafe unica in 26 Comuni pilota,è prevista a metà 2016 con l’obiettivo di estenderla a tutti entro l’anno. “Il sistema PagoPa per i pagamenti online – ha proseguito il direttore dell’Agid – è l’altra priorità perché spingerà a un uso sempre più diffuso di internet”.

LE MANOVRE DELLE AZIENDE IN GARA PER LA FIBRA

Mentre nelle aree a fallimento di mercato si è quindi in attesa delle gare per procedere alla realizzazione delle infrastrutture per la Rete nazionale a banda ultralarga, che se tutto andrà bene, potrebbero partire ad aprile, la parte del piano relativa alle zone più redditizie per il mercato e ai voucher per gli utenti finali sembra arrancare: “È ferma in attesa del via libera europeo e (probabilmente) di un quadro più chiaro delle manovre in gioco tra i grandi player: Telecom Italia, Metroweb, Enel, Vodafone, Wind, Fastweb”, si legge sul Sole 24 ore.

I RAPPORTI TRA ENEL E TELECOM

A cavallo tra pubblico e privato si muove Enel, la società guidata da Francesco Starace, intenzionata a posare la fibra “in tutte le aree, a fallimento di mercato e no”. A margine della presentazione del nuovo logo del gruppo, giovedì 25 febbraio al Maxxi di Roma, il ceo Starace ha ribadito l’intenzione di andare avanti sulla fibra ottica giudicando “provocazioni” le voci di un possibile passo indietro da parte della società elettrica italiana.
Ecco invece il commento di Starace sui presunti dissidi con Telecom: “Non abbiamo mai litigato con loro. Anzi, sono sicuro che una collaborazione con Telecom ci sarà”, si legge in un articolo di Celestina Dominelli sul Sole.

CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO LOGO ENEL. TUTTE LE FOTO DI PIZZI

IL PIANO DI STARACE

A differenza delle intenzioni iniziali, Starace ha chiarito che il driver per la partecipazione alle gare sarà unico, cioè Enel Open Fiber, rinunciando così a dar vita a due società distinte per la fibra, una per le aree redditizie e l’altra per quelle a fallimento di mercato.

“Noi puntiamo – ha spiegato Starace – a mettere la fibra, averne la gestione e la manutenzione e rendere disponibile la capacità agli operatori che la vorranno”. Con chi? In attesa del piano industriale per la società della fibra atteso per marzo, Starace ha chiarito che i colloqui con gli altri operatori continuano. “Non abbiamo chiusura – precisa -, ora gli interessati sono Vodafone e Wind. Una volta realizzata l’infrastruttura, abbiamo un’apertura totale. È chiaro che chi parteciperà dall’inizio avrà dei vantaggi”, ha detto l’ad di Enel.

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