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C’è tempo fino a mezzogiorno del 10 febbraio per depositare le 2.000 firme necessarie e partecipare alle primarie romane del Partito Democratico in programma il 6 marzo. A questo punto, però, è sempre più evidente che – a prescindere da quanti e quali saranno i candidati – la vera sfida si giocherà tra due concorrenti principali. Entrambi romani e romanisti, con un passato in Campidoglio – l’uno da capo di gabinetto con Francesco Rutelli e l’altro da assessore all’urbanistica con Walter Veltroni – e un presente a Montecitorio. Storie personali così simmetriche – osservano gli amanti delle coincidenze – da avere, i due candidati, pure lo stesso nome di battesimo.

ROBERTO & ROBERTO

Chi li conosce bene racconta che il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti e il deputato semplice Roberto Morassut siano amici e si stimino molto a vicenda. “E’ una persona perbene e preparata, sono contento di confrontarmi con lui” ha detto Giachetti di Morassut, il quale a sua volta – al momento di lanciare la sua candidatura qualche giorno fa – aveva commentato così: “Sarò un competitore leale. Verso Giachetti nutro stima sincera”. A distinguerli c’è invece, tra le altre cose, un pezzo di percorso politico: il primo arriva dalla Margherita, il secondo dai Ds.

IL FAIR PLAY E LE CORRENTI

Nelle intenzioni dei due candidati dovrebbe trattarsi, dunque, di una competizione all’insegna del fair play e delle cose da fare, con l’obiettivo di rimettere in sesto il malconcio Pd romano prostrato nell’ultimo anno dallo scandalo Mafia Capitale, dal commissariamento e poi dalla traumatica fine dell’amministrazione di Ignazio Marino. Non è detto però che tutto fili così liscio come vorrebbero i due candidati. Il partito, infatti, è in fibrillazione, le varie anime si stanno organizzando e schierando. Ed è possibile perciò che le correnti – in alcuni casi sfibrate e in via di rimescolamento – trasformino le primarie nell’occasione per regolare qualche conto mai chiuso.

I VERTICI NAZIONALI PER GIACHETTI

Quando si parla di un ex radicale con la passione per gli scioperi della fame come Giachetti, utilizzare la parola establishment sembrerebbe quasi una contraddizione. Però è innegabile che la sua corsa alle primarie sia stata fortemente caldeggiata dai vertici nazionali del partito. Lo ha voluto Matteo Renzi in persona di cui Giachetti è un sostenitore della primissima ora e adesso lo appoggia pure il presidente del Pd e commissario romano Matteo Orfini. Nonostante le parole di equidistanza pronunciate nelle ultime ore, il supporto di Orfini non dovrebbe essere in discussione. Anzi, si mormora che ci sia stato un vero e proprio accordo tra i renziani e la corrente dei “Giovani Turchi” guidata dal presidente Pd: questi ultimi si sarebbero impegnati a sostenere Giachetti a Roma e i primi, a loro volta, l’orfiniana Valeria Valente alle primarie di Napoli.

I “Renzi boys” della Capitale sono guidati dalla deputata Lorenza Bonaccorsi alla quale fanno riferimento, tra gli altri, le giovani leve Tobia Zevi e Luciano Nobili. Il secondo è oggi uno degli uomini forti del comitato elettorale di Giachetti in cui sono impegnati anche i rappresentanti di altre aree del partito. In quota Giovani Turchi c’è il consigliere comunale uscente Gianni Paris ma è da segnalare anche l’attivismo del consigliere regionale Fabio Bellini e dell’ex presidente della commissione Bilancio del Campidoglio Giulia Tempesta. Altro nome di punta è quello di Michela Di Biase, moglie del ministro della Cultura Dario Franceschini e fervida oppositrice di Marino, la quale, nel comitato elettorale di Giachetti, rappresenta il gruppo “Area Dem” che fa capo al marito.

Dalla parte di Giachetti c’è pure “Sinistra è Cambiamento”, la componente fondata dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina dato in questa fase in grande ascesa come testimonierebbe anche l’andamento dell’ultimo rimpasto di Governo (qui un’analisi in tal senso del Foglio). Il principale referente romano è Umberto Marroni, capogruppo in Assemblea Capitolina ai tempi dell’opposizione a Gianni Alemanno e poi eletto nel 2013 alla Camera. Sulla stessa lunghezza d’onda sarebbero anche i popolari dem, a Roma per lungo tempo rappresentati dall’ex presidente della Provincia e attuale eurodeputato Enrico Gasbarra.

A completare il comitato elettorale – oltre ai citati Nobili, Paris e Di Biase – c’è infine Piero Latino, ex dalemiano oggi vicino al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. La squadra (che si dice potrebbe ulteriormente ampliarsi) sarà guidata dalla deputata Ileana Argentin con lungo passato a Roma sia con Rutelli che con Veltroni.

LE SCELTE DI ZINGARETTI

Impossibile, comunque, fare i conti a Roma senza passare per Zingaretti che – prima dell’impegno come governatore – è stato europarlamentare, segretario regionale dei Ds, presidente della Provincia e candidato sindaco in pectore. All’annuncio della candidatura di Giachetti, disse che lo avrebbe appoggiato. Una posizione che però la decisione di Morassut – ufficializzata “in zona Cesarini” – potrebbe far cambiare (non necessariamente in modo esplicito) per una serie di ragioni. Tra queste, la comune provenienza partitica, la decisione di molti dei suoi di schierarsi in ogni caso con l’ex assessore di Veltroni ed infine anche un ragionamento politico. Le elezioni di Roma – fanno notare alcuni osservatori – potrebbero, infatti, rappresentare per Zingaretti l’occasione giusta per accreditarsi come potenziale leader nazionale della sinistra Pd oggi un po’ priva di guida, secondo un progetto più volte evocato ma poi rimasto sempre sulla carta. O almeno lo strumento per dimostrare il suo peso a livello comunale e regionale e, quindi, anche nazionale.

GLI UOMINI (E LE DONNE) DI MORASSUT

Tutto ciò non deve però far credere che la candidatura di Morassut sia in qualunque modo antirenziana. Il deputato dem è un sostenitore del premier con il quale ha raccontato di essersi scambiato in questi giorni alcuni messaggi. “Non sono il candidato della minoranza. Lo faccio senza alcuna alterità nei confronti di Renzi, figuriamoci”. Anzi, si può quasi ritenere che Morassut abbia fatto un piacere al partito visto che – prima della sua candidatura –  al Nazareno c’era la forte preoccupazione che Giachetti potesse rimanere senza avversari credibili (qui cosa scriveva al riguardo Repubblica)

Indipendentemente dalla sua volontà, è però inevitabile che Morassut finisca con il coagulare intorno a sé il consenso di quanti nel Pd sono in rotta con Renzi e, soprattutto, con Orfini. Tra il contestato rapporto di Fabrizio Barca che ha messo all’indice alcuni circoli romani e la prematura fine dell’esperienza Marino, il commissario romano Orfini si è, infatti, attirato non poche antipatie. Voti che sono pronti a riversarsi su Morassut, a maggior ragione ora che sembra ormai tramontata l’idea di una candidatura della sinistra dem. Dopo averci pensato a lungo, l’ex assessore all’ambiente Estella Marino – la più votata alle elezioni del 2013 con oltre 9.000 preferenze – pare abbia deciso di non correre in prima persona. Con l’altro ex assessore Paolo Masini e sotto la regia del deputato ed ex segretario romano del Pd Marco Miccoli – zingarettiano di ferro e “acerrimo nemico” di Orfini – è quasi sicuro che decida di appoggiare Morassut.

L’ex assessore all’urbanistica potrà contare – com’è normale che sia – sull’appoggio di alcuni veltroniani come Maria Coscia e Walter Verini il quale ha detto che, pur stimando fortemente Giachetti, voterà Morassut. Lo stesso faranno i bersaniani e gli esponenti di “Sinistra Dem”, l’area guidata dall’ex presidente Pd Gianni Cuperlo, tra cui ad esempio il consigliere regionale del Lazio Riccardo Agostini.

Il comitato elettorale sarà guidato dall’ex presidente del consiglio comunale di Roma Valeria Baglio che sarà affiancata da Marco Tolli, considerato vicinissimo a Goffredo Bettini. Dall’inventore del modello Roma di Rutelli e Veltroni – ma anche della sfortunata esperienza Marino – non è arrivata, invece, alcuna presa di posizione pubblica, esclusa una lettera all’Unità in cui annuncia di voler rimanere fuori dalla contesa. Appare scontato invece che si schieri con Morassut un bettiniano storico come l’attuale presidente della commissione Trasporti della Camera Michele Meta.

Quella del deputato dem appare una candidatura spinta da un pezzo della base del partito come dimostra anche l’appoggio che starebbe ricevendo da alcuni presidenti di municipio tra cui Andrea Santoro e Valerio Barletta.

GLI ALTRI PARTECIPANTI

Il quadro dei partecipanti alle primarie è completato – almeno per ora – dall’ex Italia dei Valori Stefano Pedica, oggi dell’ala movimentista del Pd e dal deputato del Centro Democratico e sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi.

ROBERTO MORASSUT DEPUTATO PD

Ecco tutte le truppe di Roberto Giachetti e Roberto Morassut

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