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Il mondo del farmaco è in subbuglio. Da una parte si riapre infatti la partita per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, per i quali serve la ricetta ma il costo è a carico del cittadino. Dall’altra arrivano nuovi paletti per le società di capitali mentre spunta un aiutino alle parafarmacie. Le novità potrebbero arrivare infatti con il ddl concorrenza all’esame della commissione Industria al Senato e su cui sono piovuti ben 116 emendamenti relativi al comparto farmaceutico, da sempre uno dei mercati più blindati in Italia. Ma andiamo con ordine.

FARMACI DI FASCIA C, LIBERALIZZAZIONE IN CORSO?

La prima questione è delicata, perché ballano 2,9 miliardi di euro di volume d’affari, corrispondenti al 16% dell’intero mercato al dettaglio (il grosso, circa il 70%, è rappresentato da quelli di fascia A). L’apertura del mercato, ovvero dare la possibilità di vendere tali prodotti anche ai supermercati, potrebbe arrivare con il ddl concorrenza sempre che le modifiche proposte non vengano stralciate. Un emendamento a firma Pd-M5S mira per esempio a definire meglio il meccanismo di indennizzo previsto per le farmacie rurali (site in piccoli centri) che più delle altre rischiano impatti sui ricavi dalla liberalizzazione dei farmaci. Per questo l’emendamento prevede l’indennizzo da parte degli esercizi commerciali a tutte quelle farmacie site nei piccoli centri. In questo modo si mira a “tranquillizzare” le farmacie colpite dalla liberalizzazione, assicurandole un corrispettivo, agevolando così il processo di apertura del mercato.

ARRIVANO I PALETTI ALLE SOCIETA’ DI CAPITALI

Altro capitolo, le società di capitali, spesso e volentieri grosse aziende titolari di numerose farmacie. Un emendamento dei senatori di Area Popolare, Aldo Di Biagio, Giuseppe Marinello e Maurizio Sacconi, prevede che il capitale di queste società debba essere detenuto in maggioranza da farmacisti iscritti all’Albo. Una misura volta a preservare la partecipazione dei farmacisti nelle società proprietarie degli esercizi. Un altro emendamento a firma Nerina Dirindin, capogruppo dem in commissione Sanità chiede, invece che nelle società di capitali sia vietata la partecipazione tramite società fiduciarie, trust o per interposta persona.

LA BATTAGLIA DELLE PARAFARMACIE

Ma non finisce qui. In ballo c’è anche la promozione a farmacie delle parafarmacie, sorte grazie al decreto Bersani del 2007 ma osteggiate da Federfarma, il sindacato delle farmacie. Un altro emendamento presentato dal senatore Pietro Iurlaro, verdiniano di Ala, prevede per esempio la liberalizzazione del mercato nel settore delle farmacie, consentendo l’assegnazione di nuove sedi anche ai titolari di parafarmacia laureati e in possesso di determinati requisiti. Nel computo degli emendamenti  c’è anche una proposta per consentire l’apertura di nuove farmacie, come più volte chiesto dall’Antitrust, in deroga alle norme vecchie di decenni che prevedono alcontrario la distribuzione territoriale contingentata degli esercizi e la loro assegnazione tramite concorso. L’apertura avverrebbe dietro pagamento di 100.000 euro, a chi dimostrerà di essere in possesso di locali idonei che rispettino una distanza minima da una farmacia all’altra di 200 metri nei comuni al di sopra dei 5 mila abitanti e 1000 metri in quelli fino a 5 mila abitanti. Si aprirebbero così nuove possibilità per chi possiede una parafarmacia, con l’assegnazione di sedi farmaceutiche ai laureati in farmacia e titolari di parafarmacia che ne facciano richiesta.

Farmaci e farmacie, cosa bolle in Parlamento sul ddl Concorrenza

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