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Quello tra Confindustria e il governo di Matteo Renzi non è mai stato un rapporto proprio idilliaco. Anzi, piuttosto schizofrenico. Agli applausi dell’associazione per questa o quella misura sono seguite spesso autentiche docce gelate, talvolta inattese. L’ultima in ordine di tempo ai primi di settembre, quando Viale dell’Astronomia ha letteralmente gelato il premier sulla revisione al rialzo del Pil nel secondo trimestre stimata dall’Istat. E pensare che Renzi era fresco di Forum Ambrosetti a Cernobbio dove, a sentire le indiscrezioni di stampa, il premier aveva conquistato il cuore dei banchieri e dei finanzieri. Ieri pomeriggio però ci si è accorti di una cosa. Che questo governo sta aprendo una breccia in un altro cuore, quello della componente giovane della Confindustria, i cosiddetti Giovani Imprenditori. Una sensazione toccata con mano al termine di una tavola rotonda organizzata a Frascati in occasione della Summer School 2015 promossa dalla Fondazione Magna Carta, presieduta da Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra.

Sul palco, per un confronto tra istituzioni ed esigenze delle imprese, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, Giordano Riello, a capo dei giovani imprenditori veneti di Confindustria, e Nathalie Dompè, manager presso l’omonima casa farmaceutica di proprietà della sua famiglia.

TUTTI (O QUASI) I MERITI DI PALAZZO CHIGI

Che Federica Guidi, imprenditrice prestata alla politica e già a capo dei giovani confindustriali dal 2002 al 2005 avesse in mente di catturare l’animo delle nuove generazioni imprenditoriali presenti alla kermesse della Fondazione, è parso subito chiaro. “Questo governo, nelle condizioni in cui si è trovato 18 mesi fa ha fatto più di chiunque altro negli ultimi 15 anni. Seguendo due direttrici fondamentali: investimenti e posti di lavoro”, ha esordito il ministro, citando due cardini del fare impresa. Dinnanzi alle nuove leve del capitalismo italiano (il giovane Riello è erede della storica azienda di climatizzatori, oggi un colosso a livello europeo) Guidi ha giocato poi la carta delle tasse che sugli imprenditori esercitano sempre un certo appeal. “Adesso basta dire che bisogna fare quella o quell’altra cosa. Noi le tasse le abbiamo abbassate, gli altri no. Punto e basta. E poi abbiamo messo in campo strumenti nuovi, come il jobs act e aggiornato leve preesistenti, come la legge Sabatini”.

ADDIO ALL’IMU SUGLI IMBULLONATI?

Il colpo a effetto è però arrivato su uno dei temi più cari agli imprenditori, vale a dire le tasse che gravano sulla produzione e che pesano sul profitto finale. Come l’Imu sugli imbullonati, quei macchinari “ancorati” a terra ed equiparati in ottica fiscale alle abitazioni e per questo tassati come fossero un immobile. Una tassa che gli imprenditori odiano e che più volte hanno chiesto di abolire. “Sono abbastanza sicura che nella prossima Legge di stabilità la tassa sugli imbullonati verrà abolita. Ho già avuto dei contatti con il ministro dell’Economia”, ha affermato la titolare dello Sviluppo. Musica per le orecchie di due giovani chiamati, presto o tardi, a prendere in mano le redini delle rispettive aziende. Il ministro non si è limitato agli imbullonati, tirando in ballo anche l’Ires, che il governo vuole iniziare a ridurre a partire dal 2016, gli investimenti e anche il Sud. “Sì, ci stiamo lavorando e ci stiamo ragionando”, ha chiosato Guidi. Quanto alla questione meridionale “Ricerca e Sviluppo, investimenti e Sud sono i tre grandi macro-capitoli. All’interno di questi ci sono uan serie di ipotesi che stiamo valutando, poi ci confronteremo per un tema in primi politico per quello che riterremo più efficace e poi rispetto alle coperture necessarie”.

RIELLO, QUESTO E’ IL CAMBIAMENTO CHE VOLEVAMO

La reazione-endorsment dei giovani imprenditori non è tardata ad arrivare. “Oggi noi ci sentiamo per così dire molto più allineati con il nostro interlocutore governativo. E non solo per un fattore anagrafico. Ma anche perché questo è quello che noi volevamo. E a questo punto penso proprio che ce la possiamo fare”, ha detto Riello, arrivando a un vero e proprio endorsement che rasenta la sviolinata. “Abbiamo un ministro che è ed è stato imprenditore. Questo è buono ed è quello che serve”. Qualcuno a un certo punto ha avuto l’impressione di trovarsi nel pieno di un improvvisato scambio di convenevoli. Non è stato proprio così, ma ci è mancato poco, soprattutto quando, ripresa la parola, il ministro Guidi ha sottolineato come “deve essere chiara una cosa: nessun governo potrà mai sostituirsi all’impresa. Non esiste decreto o provvedimento che possa farlo”.

Perché i Giovani di Confindustria non sono anti Renzi

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