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Le auto elettriche potrebbero essere utilizzate da Stati ostili come “piattaforme mobili di raccolta di informazioni” sui cittadini del Regno Unito. È l’avvertimento lanciato da Tom Tugendhat, minister presso Home Office.

È necessario un maggiore impegno per rimuovere la tecnologia di produzione cinese dai servizi di polizia e di sicurezza, ha aggiunto Tugendhat, considerato un falco sulla Cina. Ha detto anche che questo “amianto digitale” è diffuso in tutte le istituzioni, rispondendo a una domanda su apparecchiature di videosorveglianza, droni e bodycam cinesi nel Regno Unito.

Pur senza riferimento esplicito alla Cina, la dichiarazione del G7 Trasporti riunitosi nei giorni scorsi a Milano sotto la presidenza italiana di Matteo Salvini ha evidenziato la necessità di mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento, anche nel settore dei trasporti.

Le tecnologie in grado di raccogliere grandi quantità di dati, utilizzare telecamere e sensori ed interagire con le infrastrutture critiche “potrebbero essere soggette ad attacchi informatici e potrebbero essere sfruttate da Paesi o altre autorità in modi che potrebbero minare la sicurezza, la privacy e creare dunque vulnerabilità sistemiche”, si legge nella dichiarazione finale. Per questo, serve continuare “a lavorare insieme in diversi settori quali: la condivisione delle informazioni sulla sicurezza informatica e altri rischi per la sicurezza nazionale associati ai veicoli connessi e automatizzati, la gestione delle vulnerabilità, la prevenzione dell’uso improprio di tali tecnologie, nonché l’identificazione e la prevenzione di politiche e pratiche che creano intenzionalmente vulnerabilità”, prosegue il comunicato.

Le auto elettriche (cinesi) spaventano Londra. C’entrano i dati

I veicoli intelligenti potrebbero essere utilizzati come “piattaforme mobili di raccolta di informazioni” sui cittadini, ha spiegato Tugendhat (Home Office). Dal G7 Trasporti l’impegno a continuare la collaborazione tra alleati

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