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La furia omicida degli attentatori non si era ancora placata e l’allarme a Parigi non era ancora cessato che già nella tarda serata di venerdì 13 novembre in Rete circolavano, e man mano si moltiplicavano, i messaggi di fondamentalisti e fanatici che si intestavano la paternità delle stragi ed esultavano per il terrore seminato tra le strade della capitale francese.

 I MESSAGGI CIRCOLATI IN RETE DURANTE GLI ATTACCHI

«La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa», scrivono. «Ricordate, ricordate il 14 novembre di Parigi». E ancora «non dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l’11 Settembre»,“E’ solo la prima goccia», «Dopo Parigi, ora tocca a Roma, Londra e Washington». Alcuni di questi messaggi, circolati su Twitter, erano accompagnati dagli hashtag #Paris e #ParisAttack, o altri come #ParisisBurning, #Caliphate_State_Strikes_France o #Crusader_France_OnFire.

LA RIVENDICAZIONE UFFICIALE

Questo è il preludio della rivendicazione vera e propria, giunta successivamente tramite il comunicato dello Stato Islamico, diffuso dai media francesi: «È la capitale dell’abominio e della perversione», si legge nella nota. «Questi attentati non sono che l’inizio della tempesta. L’attacco è un avvertimento per coloro che vogliono meditare e trarre una lezione. Otto fratelli che portavano cinture esplosive e fucili d’assalto hanno preso di mira luoghi scelti minuziosamente nel cuore della capitale francese. Parigi ha tremato».

IL REPORT DI “SITE” SULLE RIVENDICAZIONI 

Per fare ordine nella caterva di post e messaggi, veri o presunti, circolati in queste ore, SITE – Intelligence Groupsocietà statunitense che si occupa di pubblicare tutte le attività online delle organizzazioni jihadiste e che è stata una delle principali fonti di informazione in queste oreha pubblicato un report frutto del monitoraggio di account social, blog e altri canali di informazione del sedicente Stato Islamico, che fa il punto della situazione su come i supporter dell’organizzazione terroristica hanno celebrato e osannato gli attacchi di Parigi come la vendetta per la “guerra contro l’Islam”.

SITE riporta come primo post un’immagine che ritrae la Tour Eiffel colpita da missili. Spiega come gli account Twitter pro Isis hanno giustificato gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 e accusato il mondo di ipocrisia per condannarli. E illustra come i messaggi di tali utenti giustificano gli attacchi come la giusta risposta alla «guerra contro l’Islam», e condannano sia musulmani sia non musulmani che esprimono simpatia per la Francia.

A conferma di ciò, SITE elenca la lista delle ragioni degli attacchi, citando come fonte l’account del combattente Isis “Magnet Gas” che didascalicamente twitta: “L’aver deriso il nostro amato profeta, gli attacchi aerei, la guerra contro l’Islam”.

Il sito diretto da Rita Katz riporta anche lo screenshot di un combattente olandese che risponde affermativamente alla domanda di un utente se siano tutti a favore degli attacchi a Parigi, adducendo come giustificazione i bombardamenti della Francia in Siria. Come anche lo scambio di tweet di alcuni “IS Fighters” in cui si parla di «vendetta per l’imperialismo occidentale» e di condanna nei confronti dell’uso dell’hashtag “#NotInMyName” che viene definita «una bugia».

SITE annovera tra i messaggi degni di nota anche quello di una supporter donna, “Muslimah”, che accusa di ipocrisia chiunque parteggi per la Francia e incita ad azioni organizzate attraverso le cellule terroristiche: «Se 8 leoni dell’Islam hanno messo in ginocchio tutta la Francia, immaginate cosa potrebbero fare 5.000».

IL CANALE TELEGRAM DI DABIQ FRANCE

Molti quotidiani, soprattutto italiani, in queste ore hanno fatto rifermento a un generico «canale Dabiq France» quando riportavano la notizia delle rivendicazioni. SITE nel suo report specifica che si tratta del canale Telegram di Dabiq France ed è proprio lì che i gruppi media pro Isis hanno diffuso la maggior parte di “manifesti” che mostravano molteplici immagini di Parigi sotto attacco accompagnati da messaggi del tipo: «Parigi brucia e lo Stato Islamico cresce», «vi abbiamo portato le autobombe» o ancora «vi abbiamo portato la macellazione attraverso le autobombe».

ISIS E TWITTER

SITE riferisce, in un altro articolo, che ieri un utente Twitter pro-Isis avrebbe diffuso un documento attraverso la piattaforma JustPaste.it in cui suggeriva un nuovo modo di condividere notizie e la propaganda a favore dello Stato Islamico, evitando la chiusura del proprio account. Secondo quanto riporta SITE, nel documento l’autore sostiene che Twitter identifica gli affiliati intercettando i loro nomi utente e gli avatar, perché riconoscibili. Per ovviare a questo, l’utente suggerisce di concentrarsi “solo sugli hashtag” per diffondere notizie.

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