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Non si scorgono solo intese, seppur fondamentali, su migranti e difesa tra Giorgia Meloni e Fredrich Merz. Ma anche ragionamenti di prospettiva sul futuro dell’Ue, visto che sono i leader che hanno dinanzi a loro più tempo per governare (mentre Spagna e Francia no). Roma e Berlino possono gettare le basi per una seria progettazione europea, anche in relazione al link con Londra dove Keir Starmer si sta dimostrando pragmatico e non ideologico negli approcci ai temi (difesa) e nelle scelte diplomatiche (accordo con Usa).

Il dossier immigrazione

Nuovi filoni di lavoro su cui concentrare energia e risorse. A margine del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio insieme ai parigrado danese Mette Frederiksen e olandese Dick Schoof, ha ospitato un momento di riflessione informale sul tema rimpatri. Gli Stati membri al tavolo hanno mostrato interesse sulle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio. Già nel recente passato, avevano guardato con favore al modello-Albania sia -Paesi europei come la Germania, che extra europei come il Regno Unito. Roma di fatto è pivot in questo senso, avendo da un lato favorito politiche in loco come gli accordi siglati con Egitto e Tunisia e, dall’altro, rafforzato gli argini in Albania anche quando l’intervento della magistratura sembrava aver messo a rischio l’operazione. Invece sul concetto di Paesi sicuri si è esposta Ursula Von der Leyen in persona, che tra l’altro ha specificato ai presenti lo stato di avanzamento dei negoziati relativi alle più recenti proposte legislative in ambito migratorio a partire dal nuovo “Regolamento Rimpatri”. Della questione se ne occuperà il prossimo vertice della Coalizione globale contro il traffico di migranti, previsto a Bruxelles in dicembre.

La difesa e il futuro

Non è secondario il tema migratorio nell’economia complessiva del peso specifico dell’Italia a Bruxelles, anche perché porta in dote un preciso modus operandi che si lega a tematiche di strettissima attualità come dazi e difesa. Il minimo comun denominatore è senza dubbio il ruolo italiano come collante geopolitico tra le due sponde dell’Atlantico, in un momento in cui Usa e Ue discutono di Nato e dazi. Il blocco atlantico post vertice dell’Aja ha metabolizzato gli spunti trumpiani sulle spese per la difesa e gli assist che lo stesso segretario generale della Nato Mark Rutte ha riconfermato prima e dopo la cena ufficiale. L’orizzonte geopolitico è mutato e a fronte di anni di eccessivo immobilismo infrastrutturale è giunto il momento di ammodernare mezzi e sistemi. Anche in questa fase la posizione di Giorgia Meloni (“Penso che la cosa più importante sia la compattezza dell’Alleanza e la volontà di quell’Alleanza di rafforzarsi, che nel contesto nel quale ci troviamo è un elemento molto importante”) ha segnato il territorio nel merito e nel metodo.

Il riferimento è al “come” spendere più denari, ovvero immaginando il concetto di sicurezza come un “dominio particolarmente ampio che riguarda la questione della difesa dei confini, che riguarda la migrazione irregolare, che riguarda le infrastrutture critiche, che riguarda la mobilità militare, le infrastrutture nel senso più generale ma anche l’intelligenza artificiale, la ricerca, l’innovazione tecnologica”.

Gli scenari in seno all’Ue

Concetti che Meloni ha rafforzato dinanzi a tutti, con un risultato anche di immagine: più attenzione al fronte sud (con la Cina che ieri ha attaccato verbalmente la Nato), ma anche alle iniziative russe di guerra ibrida, al collegamento industriale con un piano difesa Nato che abbia ricadute positive sulle imprese e al futuro delle relazioni europee. Non è un mistero che i governi di Italia, Berlino e Londra da un punto di vista politico siano più solidi rispetto a quelli di Spagna e Francia. A Madrid Pedro Sanchez deve gestire una serie di inciampi giudiziari che ne potrebbero condizionare la durata, mentre Parigi è attesa dalla verifica di bilancio su governo Bayrou.

Ecco perché le intese tra Meloni e Merz su difesa e migranti raccontano di una fase progettuale interessante da intrecciare con i temi dell’agenda internazionale. Complessi ma proprio per questo desiderosi di alleanze e non moti isolati.

Meloni-Merz, non solo intese su migranti e difesa. In ballo il futuro dell'Ue

Roma e Berlino possono gettare le basi per una seria progettazione europea, anche in relazione al link con Londra dove Keir Starmer si sta dimostrando pragmatico e non ideologico negli approcci ai temi (difesa) e nelle scelte diplomatiche (accordo con Usa)

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