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Il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, tira un sospiro di sollievo. Continuerà ad avere bisogno di alleati, ma dopo le elezioni di ieri manterrà la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati del Parlamento messicano. Circa 83 milioni di messicani hanno votato per il rinnovo della Camera dei deputati e le elezioni di 17 Stati e 900 comuni. La partecipazione è stata una delle più alte della storia: tra il 47,2% e il 48,5% dei voti.

Per la Bbc le elezioni di ieri in Messico sono state “macchiate” da boicottaggi e violenza. A Oaxaca, al sud del Messico, è stato ucciso l’ex sindaco di Santa María Chimalapa, José Alfredo Jiménez.

I RISULTATI

Secondo il “primo conteggio veloce” di voti dell’Istituto Nazionale Elettorale (Ine), il Pri ha ottenuto tra 29,87% e il 30,85%; il Pan il 22,2%, il Prd il 11,81%, Partito Morena il 9,15%, Partito Verde il 7,55%, Movimento Cittadino il 7,43%, la Nuova Alleanza il 4,14%, l’Incontro Sociale il 3,61%, il Partito del Lavoro il 3,02% e il Partito Umanista il 2,31%.

IL CALO DEL PRI

Il Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri), in coalizione con i suoi alleati politici, ha la possibilità di raggiungere 251 seggi necessari per la maggioranza. Il Pri, il Partito Verde e la Nuova Alleanza hanno tra 246 e 263 deputati. Ma il Pri ha avuto un callo: aveva 214 deputati e ora potrebbe restare con 203. Il risultato ufficiale sarà annunciato mercoledì.

FORZE POLITICHE

Per il quotidiano El Confidencial, in Messico resta come seconda forza politica il Partito Azione Nazionale con 116 seggi. Nella scorsa legislatura aveva 113. Il Partito della Rivoluzione Democratica (Prd) è nella terza posizione con 99 deputati, mentre prima aveva solo 60.

PARABOLA CRESCENTE

Secondo alcuni analisti internazionali in Messico c’è una tendenza, soprattutto tra i presidenti del Pri: inizialmente presentano un programma di lavoro e cominciano un processo di consolidamento del mandato, che dura sei anni. Ma dopo i primi tre anni, integrano i ministeri e si preparano per la successione. Questo è il momento di maggior forza politica, a metà del mandato.

IMMAGINE DEL PRESIDENTE

Soledad Loaeza, ricercatrice de El Colegio de México, crede chePeña Nieto è un presidente eccezionalmente indebolito. I suoi primi tre anni non sono stati come altri. Ha dovuto affrontare diversi scandali e non è uscito benissimo”. Il più noto, la scomparsa di 43 studenti l’anno scorso, oltre agli scandali di conflitti di interessi e la sua villa, intestata alla moglie. L’immagine di Peña Nieto ha avuto un calo di popolarità del 32%, la più bassa per un presidente a metà del mandato. Un po’ come Renzi? (qui simpatie e similitudini tra Renzi e Peña Nieto).

TUTTI IN MESSICO

Il fondo di gestione inglese Standard Life ha consigliato ai suoi clienti di “scappare dal Brasile e rifugiarsi in Messico”. Il fondo gestisce 336 miliardi di euro in tutto il mondo e ha messo una croce sopra il Paese sudamericano. Il governo brasiliano di Dilma Rousseff ha aumentato in rischi in Brasile negli ultimi sei mesi, arrivando allo stesso livello della Malesia. Tra le cause, un forte squilibrio macroeconomico, la caduta del prezzo del petrolio e l’aumento del dollaro.

Il Messico, invece, è diventato molto più sicuro per i nuovi affari finanziari insieme all’India e le Filippine. Secondo Standard Life, l’economia messicana è forte lì dove il Brasile diventa debole: la stabilità macroeconomica e la non dipendenza dal petrolio. Inoltre, il Messico beneficia del dollaro forte perché gli Stati Uniti sono il principale mercato di esportazione. Non a caso il renziano Davide Serra ha dato consigli “messicani” a Renzi sul Financial Times.

IL VINCITORE INDIPENDENTE

Il vero vincitore delle elezioni in Messico è stato il candidato Jaime “El Bronco” Rodríguez. Senza il sostegno di nessun partito politico, “El Bronco” è diventato governatore di Nuevo León, una delle regioni più ricche del Messico, con il 45% dei voti. È la prima volta che un candidato indipendente vince le elezioni regionali. Per la stampa messicana questo fenomeno è la dimostrazione che, anche in Messico, vince lo scontento popolare verso i partiti politici tradizionali.

Messico, la vittoria a metà di Enrique Peña Nieto (il Renzi sudamericano)

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