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Le notizie di oggi apparse sul Sole 24 Ore in merito agli incentivi sulla banda ultralarga dimostrano che non c’è la volontà e probabilmente nemmeno la potenzialità di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

Dalle prime indiscrezioni appare infatti che il Governo si accinga a varare un decreto che affida incentivi alle connessioni a banda ultralarga che raggiungano la velocità di 100 MbS simmetrici e addirittura garantiti.

Stiamo parlando di connessioni estremamente lussuose oggi e probabilmente anche domani dove non si sa chi potrà effettivamente offrire questo servizio in maniera omogenea sul territorio nazionale e tanto più non è chiaro, ad oggi, chi andrà a controllare e misurare che effettivamente queste connessioni siano tali per il cittadino e dunque meritevoli di incentivi.

Partiamo da una premessa. Una velocità della connessione pari a 100 MbS simmetrici garantiti è certamente il punto di arrivo massimo ed è quello auspicabile che tutti vorremmo. Il problema è che dobbiamo sempre fare i conti con i fatti e non dobbiamo porci degli obiettivi superomistici.

Vivere di illusioni infatti ci arreca un danno ancora maggiore. Alla prova dei fatti quelle che saranno incentivate sono delle connessioni che vengono garantite solo da precise scelte tecnologiche e non da altre. È chiaro che in questo modo il Governo ha voluto lanciare un segnale agli operatori telefonici, ossia quello di voler incentivare solamente quelli che tra loro inizieranno a fare scavi nelle strade ed a mettere fibra ottica nelle canaline ed a bucare anche fino a dentro casa dell’utente.

Faccio davvero grande fatica a credere che tutta l’importanza che è stata affidata allo strumento dell’incentivo alla domanda venga dispersa banalizzando i contenuti e le potenzialità di questa formidabile opportunità che andrà nelle mani di pochi fortunati, ossia coloro che potranno disporre di tecnologie di accesso in fibra ottica fino a dentro casa.

Inoltre non è dato sapere che tipo di incentivi verranno dati perchè questo verrà stabilito in seguito, con un atto attuativo. Un’altra perdita di tempo. Si poteva evitare tutto questo?

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