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Il premier che parla chiaro, senza giri di parole e con franchezza è sembrato un po’ Fracchia. Alla domanda di Maria Teresa Meli del Corriere della Sera (“Sta per cambiare i vertici della Cdp?”), Matteo Renzi ha risposto non proprio renzianamente: “Bassanini e Gorno Tempini hanno fatto un buon lavoro. Nelle prossime ore decideremo le nuove tappe. Cassa depositi e prestiti è strategica per il futuro del nostro Paese e ci sono tutte le condizioni per fare un ulteriore passo in avanti”.

Nonostante la fumosa risposta, qualcosa si capisce. La risposta è “sì, vogliamo cambiare i vertici di Cdp”. Però è preferibile non dirlo chiaramente. Renzi si vergogna di essere renziano? Che strano.

Da giorni con i suoi consiglieri e amici Andrea Guerra e Marco Carrai medita di rottamare i vertici della Cassa, ha già individuato i sostituti e magari pure nuove idee per allargare e definire meglio lo spettro di azione della società controllata dal Tesoro con l’80 per cento.

Francesco Giavazzi, economista, firma di solito puntuta del Corriere della Sera, ieri ha firmato un editoriale spuntato sul quotidiano diretto da Luciano Fontana, in cui ha fatto un paio di domandine teoriche su quello che pensa Renzi sul rapporto fra Stato e mercato.

In altre occasioni, con altri governi in carica (tipo un Berlusconi a caso) e con altri titolari dell’Economia (esempio: Giulio Tremonti), sarebbe stata già orchestrata una appassionata campagna stampa con questi concetti-chiave: il governo vuole mettere le mani sulla Cassa depositi e prestiti; si vogliono mandare via con un anno di anticipo i vertici della società che non hanno eseguito chissà quali ordini dell’esecutivo. Inoltre sarebbero spuntate già decine di interrogazioni parlamentari, sarebbero stati già pubblicati virulenti commenti ed editoriali a iosa sul ritorno dello Stato padrone e impiccione, e varie altre amenità.

Ora, invece, fracchianamente, tutti zitti e mosca. Chissà, magari è giusto così. Tanto rumore per nulla. Anche perché, si bofonchia in ambienti governativi, a Bassanini sarà proposto un qualche incarico di prestigio consono al suo rango (alla Corte costituzionale?) e a Gorno Tempini una lauta buonuscita come da previsioni contrattuali (Corte dei Conti permettendo).

Forse è proprio vero. Tanto rumore per nulla. Meglio occuparsi di cose serie. Ma cosa c’è di più serio della Cassa depositi e prestiti? D’altronde la Cdp è la più grande istituzione finanziaria italiana… Meglio parlare di Arezzo e Venezia, vero?

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