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Lo Stato Islamico incassa un nuovo successo: da ieri la bandiera nera dell’organizzazione terroristica svolazza in una città di grande valore storico e culturale per l’umanità, Palmira. L’esercito alleato al regime di Bashar al-Assad si è ritirato e ha lasciato il territorio ai jihadisti di Isis, che hanno sotto controllo più del 50% del territorio siriano.

Secondo l’Osservatorio Siriano di Diritti Umani“combattenti dello Stato islamico hanno conquistato il nord di Palmira mentre soldati del regime sono scappati”. L’avanzamento dei jihadisti ha avuto luogo dopo un assalto ai servizi di sicurezza dello Stato e un istituto militare, che ha obbligato i soldati del regime a ritirarsi. Adesso le forze di Assad sono concentrate ad ovest della città, in un altro centro archeologico.

bbc

GIOIELLO STORICO

Il centro archeologico siriano ha una storia di più di 2mila anni ed è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1980. Si tratta di un gioiello storico del Medio Oriente divenuto campo di battaglia. Quattro giorni fa, i soldati siriani si sono spostati al nord della città, lasciando Palmira agli estremisti islamici. La maggior parte degli scontri sono avvenuti nei quartieri del nord. Sostenitori dello Stato Islamico hanno pubblicato sui social network diverse fotografie di uomini armati per le strade di Palmira.

GUERRA CULTURALE

L’Unesco considera Palmira uno dei più importanti centri culturali del mondo antico. Il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, aveva chiesto giorni fa il cessate il fuoco a Palmira: “Sono molto preoccupata per la situazione di Palmira. I combattenti minacciano uno dei luoghi più significativi del Medio Oriente e alla popolazione civile che vive lì”. Da alcune settimane, per proteggere alcuni pezzi di valore, funzionari del governo erano impegnati a spostare fuori dal museo alcune strutture, sculture e quadri delle rovine romane. Il capo delle Antichità della Siria, Maamoun Abdulkarim, ha confermato a Reuters che sono state trasportate centinaia di sculture da Palmira a luoghi più sicuri per evitare la distruzione: “Il timore è per il museo e i grandi monumenti che non si possono spostare… Questa è una guerra che coinvolge tutto il mondo”.

EFFETTO MONDIALE

Per Jim Muir, corrispondente della Bbc a Beirut, “la preoccupazione internazionale per la situazione a Palmira potrebbe spingere i jihadisti a distruggere altri luoghi di valore simbolico. Sarebbe l’inizio di sfida con l’opinione pubblica mondiale”.

L’assalto a Palmira, dal punto di vista storico-culturale, ha lo stesso valore di un attacco alla città di Venezia. L’Impero di Palmira è stato un effimero Stato del Medio Oriente diviso dall’Impero romano. È stata anche costituita attorno ad una vasta rete commerciale, tra navi e cammelli. Faceva parte della Via della Seta che attraversava il deserto fino al centro della Siria. Gli scavi erano una delle principali attrazioni turistiche della regione.

VALORE STRATEGICO ED ECONOMICO

Ma il valore del colpo non è solo archeologico, ma anche strategico ed economico. Le rovine di Palmira sono sulla via che comunica la capitale di Damasco alla città orientale di Deir. Come ricorda il New York Times, il deserto attorno a Palmira limita con la provincia irachena di Al Anbar. È un terreno ricco di giacimenti di petrolio e gas che il governo siriano usa per generare elettricità destinata alle zone sotto il suo controllo nella parte occidentale del Paese.

CORRIDOIO NEL DESERTO

Inoltre, c’è la preoccupazione per la popolazione di Palmira: circa 50mila di abitanti. Migliaia di persone sono fuggite negli ultimi mesi per paura delle rappresaglie degli estremisti islamici. L’Osservatorio Siriano di Diritti Umani sostiene che lo Stato Islamico domina nove province della Siria, circa 95mila chilometri quadri. Uno degli obiettivi principali, conquistare Palmira, conosciuta come “la fidanzata del deserto”, il corridoio tra Siria e Irak, è stato raggiunto con successo.

Palmira, il valore simbolico e strategico della città conquistata da Isis

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