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Una strizzatina d’occhio alla destra post An e un assist alla Lega. Ma anche una zampata ai quei fuggiaschi azzurri che sono saltati giù dalla sua nave. Silvio Berlusconi è tornato. Così pare almeno. All’ex Cav non è andata giù nemmeno un po’ l’ultima batosta rimediata contro Denis Verdini, l’ex braccio destro del patron Mediaset che sta lentamente dissanguando Forza Italia, a suon di parlamentari che saltano il fosso. In sette se ne sono andati pochi giorni fa, tra deputati e senatori, per seguire l’ex banchiere fiorentino che a inizio estate ha salutato Forza Italia per fondare Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (Ala). E così l’ex leader del defunto centrodestra ha scelto il palco di Atreju, la kermesse annuale di Fratelli D’Italia, movimento nato dalle ceneri di An e guidato Giorgia Meloni, per lanciare una sorta di offensiva d’autunno per tentare di rimettere un piedi un partito che rischia di squagliarsi. Con un solo obiettivo: driblare i veleni e i tradimenti consumatisi tra le mura di Arcore e Palazzo Grazioli e ribadire la filosofia del senza se e senza ma. Cioè nessun appoggio a Renzi e opposizione vecchia maniera. E chi ci sta è il benvenuto, Meloni e Salvini sono avvertiti.

LA DEMOCRAZIA CHE (NON) C’E’ 

Berlusconi arriva con la sua solita aria scanzonata, un po’ guascona. Poi però, si fa spazio l’amarezza e una punta di rabbia. L’incipit, per la verità, è di quelli già sentiti, quella sorta di lezione di storia della democrazia che in Forza Italia l’hanno ormai imparata a memoria. L’Italia che “oggi non è una democrazia, perchè questo non è un governo eletto, come non lo era quello di prima. Continuiamo a vivere in un Paese che ha subito quattro colpi di stato, a partire dal 1993. E poi nel 1994, con la complicità del Capo dello Stato Scalfaro. Poi nel 2011 quando ci fecero fuori con Monti e poi nel 2014 con Renzi”.

(BERLUSCONI MALINCONICO VISTO DA PIZZI. TUTTE LE FOTO DI ATREJU)

QUALCUNO HA SCAMBIATO FORZA ITALIA PER UN TAXI

Il primo vero morso arriva quando di parla dei recenti abbandoni azzurri. “Meno male che se ne sono andati, Dio sia ringraziato. Qualcuno in questi anni ha scambiato Forza Italia per un taxi. Sono mestieranti della politica”. L’ex premier va giù ancora più duro. “Quelli che hanno abbandonato il nostro partito se ne sono approfittati. Ma alla fine chi è rimasto è colui che vuole bene alla politica non chi ne fa un veicolo. Meno male che ci hanno lasciato”. Il riferimento, molto poco casuale, è a quel Verdini che in molti indicano come il regista delle fughe da Forza Italia. Berlusconi non lo cita mai, ma a un occhio attento non sfugge il carico di rabbia che accompagna parole come “taxi”.

CON MELONI E SALVINI ABBIAMO PIU’ VOTI DEL PD

Berlusconi affronta poi il tema delle intese con cui ricostruire un centrodestra “moderato in cui gran parte degli italiani si riconosce”. La prima strizzatina d’occhio va alla Meloni, seduta in prima fila. “E’ bello per me stare qui e parlare a questi ragazzi”. Poi però, arriva il cross in area per Salvini. “Guardate che Salvini trascina, parla bene. E poi abbiamo gli stessi programmi, mica sono così diversi. A cominciare dalle tasse”. Su una cosa non sono d’accordo Berlusconi e Salvini: i campi nomadi. “Lui vorrebbe risolvere tutto con la ruspa, noi no. Però chapeau al modo in cui sa parlare alla pancia della gente. E uno come Salvini è molto utile al centrodestra. Per questo dico che oggi, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno più voti del Pd”. Salvini non c’è, ma la Meloni sì. E accoglie l’invito dell’ex Cav. “Ripartiamo dalla gente, con una grande manifestazione”. E giù applausi.

(UMBERTO PIZZI HA VISTO UN BERLUSCONI MALINCONICO AD ATREJU. LE FOTO)

PRIMARIE? SI’, ANZI FORSE

Ma per ripartire da zero bisogna capire innanzitutto chi comanda. Berlusconi, la cui ventennale leadership nel centrodestra lo ha reso un po’ allergico alle primarie, apre però a un possibile confronto interno. “Le primarie nel centrodestra si possono fare. Però solo se ci sono solo seconde linee. Se invece salta fuori un leader carismatico, allora non servono”, spiega l’ex premier. Il giornalista e volto di Virus Nicola Porro gli domanda chi possa essere questo leader carismatico. La battuta è nell’aria. “Ogni tanto quando mi guardo allo specchio ne vedo uno…”.

LE TASSE? RENZI NON LE ABBASSERA’

Non potevano poi mancare le questioni tasse e pensioni. “Noi votiamo la riduzione delle tasse se Renzi propone il taglio delle tasse sulla casa, ma non lo proporrà perché essendo a capo di un partito di sinistra non può ridurre le tasse”. Dubbi anche sulle pensioni e sulla flessibilità in uscita allo studio del governo. “Noi intanto proponiamo pensioni minime per 13 mensilità”.

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