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Riduzione delle spese e delle unità per il personale delle Forze armate italiane, che assorbe ormai troppe risorse che sarebbe più utile investire in ammodernamento tecnologico e formazione. Sono alcune delle considerazioni emerse dal Documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2015-2017 redatto dal dicastero guidato dal ministro Roberta Pinotti e che Formiche.net ha visionato.

LE SPESE

Nel testo, che ricalca gli indirizzi espressi dal recente Libro Bianco, “le previsioni di spesa in titolo ammontano globalmente a 9.663,7 milioni di euro per il 2015, 9.629,3 nel 2016 e 9.621,0 nel 2017“. Numeri che comprendono sia il personale militare, sia quello civile.

LE CAUSE

Le previsioni di spesa del settore individuate per il triennio di bilancio, riflettono la graduale riduzione “da 175.900 unità del 2014 a 173.831 unità nell’anno 2017″. Alla base di questa diminuzione, si legge, ci sono: i limiti imposti dai tagli finanziari apportati al processo di professionalizzazione delle Forze armate (il cosiddetto Modello Professionale), che ammontano a circa 463 milioni di euro nel 2015 e a circa 490 milioni di euro all’anno, a decorrere dal 2016; il processo di riduzione delle consistenze del personale entro il volume organico, complessivo, di 170.000 unità fissato al 2016 dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 gennaio 2013; il parziale riavvio delle dinamiche retributive del personale militare essendo ormai esauriti gli effetti delle misure di contenimento del trattamento economico, previste per il quadriennio 2011-2014 (permane tuttavia, nel 2015, per il personale con trattamento economico dirigenziale, il blocco delle progressioni economiche per classi e scatti, nonché, per il medesimo anno, la sospensione dei meccanismi di adeguamento delle retribuzioni)”.

GLI ASPETTI PECULIARI

Pur nel generale contesto riduttivo, continua il documento, “sono comunque rilevabili incrementi nella categoria dei “Sergenti” e dei “Volontari in Servizio Permanente” e, in via marginale, degli allievi da ascrivere alle dinamiche di transito tra ruoli nella prospettiva del futuro conseguimento degli obiettivi organici“. Come già sottolineava il Libro Bianco, per Via XX Settembre, l’attuale situazione vede una struttura del personale caratterizzata da almeno quattro criticità. Tra queste, un’età media elevata, sbilanciamenti nella ripartizione tra gradi e categorie, un’eccessiva “rigidità di sistema” con norme non idonee ad un “modello professionale” e l’assenza di una “riserva operativa” efficace.

GLI OBIETTIVI

Compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili per il personale militare, prosegue il testo, infatti, “si intende realizzare i presupposti per perseguire l’elevazione – anche in chiave interforze e multinazionale – del livello culturale e addestrativo del personale; limitare ai soli casi motivati da effettive esigenze, non altrimenti fronteggiabili, i richiami in servizio di Ufficiali, Sottufficiali, Graduati di truppa e Volontari di truppa; promuovere, per quanto possibile, il benessere del personale, con particolare riferimento ai settori previdenziale e abitativo; fornire un più incisivo impulso alle misure volte ad agevolare l’inserimento, ovvero il collocamento preferenziale nel mondo del lavoro civile, dei volontari delle Forze armate congedati”.

Ecco come cambierà il personale delle Forze armate

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