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Anche nel sudest dell’Asia i governi devono gestire il problema dell’immigrazione incontrollata. Negli ultimi tempi, l’Indonesia ha accolto centinaia di migranti da Myanmar e Bangladesh. Circa 3mila clandestini sono arrivati la scorsa settimana, nonostante i tentativi della Marina militare del Paese di bloccare i barconi in arrivo. Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha inviato in mare quattro navi da guerra per respingere l’arrivo delle imbarcazioni. Un portavoce delle Forze armate, Fuad Basya, ha confermato l’intervento militare, che sarà rafforzato dalla presenza di un aereo di sorveglianza.

APPELLO INTERNAZIONALE

Invece, secondo un articolo pubblicato sul sito Channel News Asia, circa 88mila persone sono arrivate dal 2014 in Malesia, di cui 25mila solo nel primo trimestre del 2015. Più di 2mila immigrati sono morti a causa delle cattive condizioni del mare durante le traversata e dei maltrattamenti subiti sulle imbarcazioni.

La comunità internazionale non accetta la politica dei respingimenti, ma Indonesia, Malesia e Thailandia sostengono a loro volta di non avere a disposizione i mezzi per gestire l’ondata di immigrati. Le Nazioni Unite, nel frattempo, hanno lanciato un appello per proteggere i rifugiati bloccati in mare, aiutare a facilitarne lo sbarco e salvare così il maggior numero di vite umane.

ACCORDO DI AIUTI UMANITARI (TEMPORANEO) 

“È ingiusto dire che la Malesia non accoglie immigrati. Nel Paese vivono 152mila rifugiati, di cui 45mila sono rohingya”, ha ricordato il presidente del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Malesia, Shahidan Kassim.

CHI SONO I ROHINGYA

Gran parte degli immigrati sono rohingya, una minoranza musulmana che fugge dalla persecuzione in Birmania, Paese a maggioranza buddista. Si tratta di 1,1 milioni di persone a cui non viene riconosciuta la cittadinanza e che hanno il divieto di acquistare e possedere terre.

Anche lì, come nell’Africa del Nord e in Medio Oriente, operano diverse reti di trafficanti di persone.

RIFUGIO TEMPORANEO

Dopo una riunione d’emergenza a Kuala Lumpur, il ministro degli Affari Esteri malese, Anifah Aman, e l’omologa indonesiana Retno Marsudi, hanno detto che il blocco navale sarà derogato. All’incontro era presente il ministro degli Affari esteri della Thailandia, Tanasak Patimapragor, che però non ha partecipato alla conferenza stampa. “Indonesia e Malesia hanno accordato d’offrire assistenza umanitaria a 7mila immigrati irregolari che sono in mare”, ha detto Anifah. Hanno deciso di dare loro un rifugio temporaneo, per un anno, fino al rimpatrio.

Immigrazione, ecco la strategia di Indonesia, Thailandia e Malesia

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